DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL…
Anticipazione da Oggi
Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, è tornato in tv su Rai 3 con «Caro Marziano» in cui gira l’Italia con la videocamera a mano tra storie grandi e piccole che disegnano un Paese. Ma quale Paese? « Sempre più diviso perché al potere c’è la destra vera, non quella filtrata da Berlusconi», dice in un’intervista a OGGI, in edicola da domani. «L’Italia non ha mai fatto i conti col passato, ha continuato a coltivare l’illusione che il cattivo fosse Hitler e non Mussolini, che “ha fatto le scuole”. Ma che vuol dire? Anche Riina avrà avuto un gesto di tenerezza, Pinochet avrà dato una carezza in vita sua. Stalin prese una nazione agricola e la fece crescere. Ma i diritti umani?».
Per quelli il regista e film-maker continua a battersi: «Se Ilaria Salis fosse stata accusata di aver aggredito dei comunisti, sarebbe stato diverso, lo dimostra il casino che ci fu sul caso dei Marò. Il limite della destra è che si occupa solo di chi la pensa come lei. Tra le tante cose che Salvini non capisce c’è che se fai il ministro sei ministro di tutti; quindi, se c’è un italiano che viene trattato in quel modo è un problema anche tuo, comunque la pensi quell’italiano».
Poi spiega perché parla spesso di migrazioni: «Perché è attorno a quelle che si consuma l’ipocrisia delle ipocrisie. Il modo in cui trattiamo i migranti è la prova della nostra umanità e del nostro essere cristiani, benché io sia agnostico… Io credo sia necessario continuare a parlare di tutto questo.
Perché penso che se noi oggi restassimo in silenzio davanti ai saluti fascisti, ai silos come quello di Trieste dove 300 disgraziati sopravvissuti alla rotta balcanica sono costretti a vivere senza nessuna colpa in condizioni in cui noi non faremmo vivere neanche i nostri cani, nel giro di 20 anni torneremmo ai campi di concentramento. Non di sterminio, di concentramento, che in parte già vediamo… Per questo ho deciso che, al prossimo premio importante che mi danno, mi presento e faccio il saluto fascista, in diretta, magari su Rai 1, e intanto dico “non ho intenzione di rifondare il partito fascista, è una commemorazione”.
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