piero fassino meme

IL CASO DEL PRESUNTO FURTO DI UN PROFUMO DA PARTE DI PIERO FASSINO FINISCE IN PROCURA: SEI TESTIMONI INGUAIANO L’EX SEGRETARIO DEI DS E SPUNTA ANCHE UN VIDEO - L'EX MINISTRO SI ERA SUBITO GIUSTIFICATO DICENDO CHE STAVA ANDANDO A PAGARE IL PROFUMO (DEL VALORE DI CIRCA CENTO EURO) – I DUE PRECEDENTI, LE PAROLE AI VIGILANTES (“LEI NON SA CHI SONO IO”) E LA SCUSA DEL TELEFONINO (FASSINO HA SPIEGATO CHE AVEVA LE MANI OCCUPATE DAL CELLULARE E DAL TROLLEY, E PER QUESTO AVEVA INFILATO IL FLACONE NEL SOPRABITO) - L’AVVOCATO DEL DEPUTATO DEM PARLA DI "EQUIVOCO" E DI “AGGRESSIONE MEDIATICA”…

Valeria Di Corrado per il Messaggero - Estratti

 

PIERO FASSINO E IL PROFUMO CHANEL - MEME BY EMILIANO CARLI

Ci sono sei dipendenti del duty free dell'aeroporto di Fiumicino che, sentiti dalla polizia come testimoni, confermerebbero le accuse - contenute nella denuncia sporta dalla società proprietaria del negozio - sul tentativo del deputato del Pd Piero Fassino di rubare un flacone di profumo Chanel del valore di circa cento euro.

 

Le dichiarazioni dei commessi, raccolte dagli agenti della Polaria, sono state inserite nell'informativa depositata ieri alla Procura di Civitavecchia, che genererà inevitabilmente l'apertura di un fascicolo di indagine da parte dei magistrati.

 

Non sono stati sentiti solo gli impiegati di turno il 15 aprile scorso, a dimostrazione del fatto che gli investigatori vogliono indagare anche sul passato. È circolata infatti la voce tra alcuni dipendenti del duty free che Fassino sia già stato autore di un tentativo di furto, in quello stesso negozio.

 

j'odore meme su piero fassino by rolli il giornalone la stampa

L'onorevole però, tramite il suo legale Fulvio Gianaria, ha smentito questo presunto precedente, spiegando di non ricordare nulla del genere. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare una delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti. Allegato all'incartamento c'è anche il video di quanto avvenuto due settimane fa nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell'esercizio commerciale.

 

L'ex ministro della Giustizia, sorpreso dai commessi con un profumo da donna da cento euro nella tasca del giaccone, si era subito giustificato dicendo che stava andando a pagarlo. Secondo i gestori del duty free, invece, avrebbe superato la linea delle casse con la boccetta e per questo, una volta colto in fallo, non gli hanno consentito di procedere con l'acquisto e l'hanno denunciato. Quando la notizia è trapelata, Fassino ha spiegato che aveva le mani occupate dal cellulare e dal trolley, e che per questo aveva infilato il flacone nel soprabito.

profumo di danno meme by carli il giornalone la stampa

 

«Non ho detto di essere al telefono, ho detto che avevo il telefono in mano», ha precisato successivamente. Ma anche quest'ultima versione sembra essere smentita dalle immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza dello store. Gli investigatori hanno acquisito il video, ora consegnato ai pm di Civitavecchia, in cui si vede che il parlamentare infila in tasca la boccetta, ma non si vede che ha in mano il telefono.

 

E parrebbe che Fassino, prima di prendere il profumo dallo scaffale, si sia guardato intorno con circospezione. Insomma, le immagini delle telecamere e la dinamica dei fatti sembrano lasciar pensare che vi sia del dolo. E le testimonianze degli impiegati rinforzano questo quadro probatorio; d'altronde non potrebbe essere altrimenti visto che a sporgere denuncia è stato il loro datore di lavoro, sulla base di quello che hanno riferito.

 

(...) «Un banale e increscioso episodio che avrebbe meritato un approfondimento pacato si sta clamorosamente trasformando in una aggressione mediatica - aveva commentato nei giorni scorsi l'avvocato Fulvio Gianaria - Un vero e proprio processo parallelo che trova come unica spiegazione il cognome noto del cittadino coinvolto. Per questa ragione, d'accordo con Piero Fassino, rimando ogni commento alla futura piena lettura degli atti».

 

 

PIERO FASSINO MEME

PIERO FASSINO, I SEI TESTI PER IL FURTO DEL PROFUMO

Estratti da open.online

 

Sei testimoni per il furto del profumo di Chanel. Almeno altri due precedenti tentativi nel duty free del Terminal 1 dell’aeroporto di Fiumicino nel mese precedente. Di cui uno riuscito. E il «lei non sa chi sono» rivolto al vigilantes il 15 aprile.

 

La storia del furto del profumo di cui è accusato il deputato del Partito Democratico Piero Fassino si complica. Soprattutto per lui. Che attraverso il suo avvocato continua a parlare di un equivoco e a difendersi sul cellulare in mano o in tasca. Proprio mentre la Polaria consegna gli incartamenti alla procura di Civitavecchia. Tra cui c’è il video che smentisce la versione dell’ex sindaco di Torino. Ma non quello di uno dei due furti precedenti che sarebbe servito a contestare la recidiva. Perché Aelia Lagardére, che lo gestisce, ha la prassi di cancellarli.

 

meme su piero fassino e il profumo al duty free di fiumicino 1

Sono sei i testimoni che confermano il tentativo di furto della boccetta di Chance, del prezzo (scontato di 130 euro). Si tratta dei dipendenti e dei vigilantes del duty free. Sono guardie giurate, addetti alla control room e commesse. Ma soprattutto, i testimoni hanno raccontato i precedenti. Tutti nell’ultimo mese. Nelle scorse settimane e sempre durante l’attesa di un volo per Strasburgo Fassino ha passato il perimetro delle casse senza pagare. Gli addetti alla vigilanza lo hanno fermato e l’onorevole ha messo mano al portafogli per pagare. Pochi giorni dopo, nello stesso negozio, stessa scena. Ma stavolta a causa della presenza di molti altri clienti nel negozio, Fassino esce senza pagare. Di questo secondo episodio non esisterebbe il filmato. La vigilanza decide di lasciar correre.

 

 

 

Poi c’è l’episodio del 15 aprile. In questa occasione il filmato lo riprende mentre fa scivolare la boccetta in tasca. Le mani non sembrano impegnate, nemmeno a tenere in mano un cellulare come da versione dell’ex sindaco di Torino. Quando i vigilantes intervengono, scrive il Corriere della Sera, Fassino dice: «Lei non sa chi sono». E stavolta i proprietari del negozio optano per la denuncia.

meme su piero fassino e il profumo al duty free di fiumicino

 

L’avvocato Nicola Gianaria, che rappresenta il deputato, dice che un tentativo di furto non sarebbe così goffo. E soprattutto nessuno sarebbe così stupido da effettuarlo in favore di telecamera. Soprattutto se ci sono stati dei precedenti. Anche Il Messaggero e Il Giornale confermano la frase «Lei non sa chi sono» detta agli addetti alla sorveglianza. Le ricostruzioni divergono sui precedenti: nel primo caso sarebbe scattato l’allarme antitaccheggio ma Fassino sarebbe riuscito a dileguarsi.

 

 

meme su piero fassino e il furto del profumo al duty free 7

Nel secondo caso invece sarebbe stato «colto in fragranza» e si sarebbe scusato, pagando il prodotto. Fassino ha smentito questi presunti precedenti, dicendo di non ricordare nulla. Nel filmato disponibile, quello del 15 aprile, Fassino sembra anche guardarsi intorno con fare circospetto prima di mettersi il profumo in tasca. 

 

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