DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
«Uno scambio di favori», «uno schema sinallagmatico» attraverso un baratto di segreti: davanti oggi alla sezione disciplinare del Csm chiamata a decidere se trasferire d’urgenza da Milano e dalla funzione di pm il procuratore aggiunto Alfredo Robledo, il pg di Cassazione Gianfranco Ciani prospetta che Robledo abbia «strumentalizzato la propria funzione fornendo all’avvocato Domenico Aiello (legale della Lega, ndr) notizie riservate», sulla rimborsopoli dei consiglieri di Regione Lombardia, «allo scopo di “ingraziarselo” e chiedergli in cambio una sua fattiva collaborazione, tramite i vertici della Lega, al fine di “paralizzare” la richiesta di immunità del sen. Albertini» al Parlamento europeo nella causa civile intentatagli da Robledo.
Una data che c’è nell’atto di Ciani (18 dicembre 2012) e una che non c’è (29 gennaio 2013) sfasano però il «sinallagma». Le intercettazioni in cui Aiello espone ai dirigenti leghisti Maroni-Salvini-Galli i segreti che Robledo gli avrebbe svelato sono del 18 dicembre 2012, quando il prospettato contraccambio neppure poteva esistere: infatti soltanto il 30 gennaio 2013 Albertini, nell’avvisare la controparte Robledo d’aver depositato il giorno prima la risposta alla citazione civile a Brescia, fece presente di aver invocato l’immunità a Bruxelles.
Quanto alla «clamorosa violazione di segreto» di Robledo, il 18 dicembre 2012 Aiello dice ai vertici leghisti di aver saputo che i pm «hanno intercettazioni gravi contro il Pdl»: ma nell’inchiesta non erano mai state fatte intercettazioni. «Su di noi pare ci sia una impiegata gola profonda», aggiunge Aiello: ma neppure questa c’era.
IL PROCURATORE AGGIUNTO DI MILANO ALFREDO ROBLEDO
Aiello riferisce anche sul pm: «Lui mi ha garantito poi che massimo entro il 20 gennaio arrivano gli stessi avvisi a Pd, Idv e Pensionati», e per il pg Ciani questa promessa è riscontrata dalla messa sotto indagine di tutti i partiti il 29 gennaio 2013, quando Aiello ringrazia sms («Uomo di parola! Poi grande magistrato») e Robledo si vanta sms («Caro avvocato, promissio boni viri est obligatio»).
Gli avvocati dei vari partiti, compresi quelli del gruppo Pd recatisi in Procura dopo che il 14 dicembre la GdF aveva acquisito in Regione le carte anche sui loro consiglieri, ricordano però che da Robledo avevano avuto tutti lo stesso tipo di prognosi, opportuna o meno che la si giudichi: e cioè che, a parità di eventuali illeciti riscontrati, non solo la Lega già indagata ma anche gli altri partiti sarebbero stati trattati allo stesso modo prima del voto.
CAMERA ARDENTE DI GERARDO DAMBROSIO ALFREDO ROBLEDO
Robledo, desideroso di controreplicare alla richiesta di immunità di Albertini a Bruxelles, tra febbraio e marzo secondo il pg Ciani ottenne in cambio da Aiello l’«inoltro per posta elettronica» di «atti di natura riservata e non ostensibili a terzi»: inoltro in realtà di un avviso pubblico di seduta, e del medesimo atto che Albertini aveva già notificato a Robledo. Non segreti, dunque.
Ma qui resta palese l’inopportunità (« Chillu vulissi io da tenere per me, è pacifico!», «Se riusciamo a leggerla riservatamente siamo a cavallo! Grazie tantissime mio caro… Lei è un aiuto prezioso») di un pm che chiede informazioni (quand’anche pubbliche) all’avvocato di un suo processo, di un partito peraltro presente nella giunta chiamata a decidere su Albertini.
Richiesta di sicuro rilievo nel futuro processo disciplinare. Ma che oggi il Csm dovrà decidere se possa fondare anche uno dei rari trasferimenti cautelari. Già con un colpo di scena: il vicepresidente del Csm, Legnini, che presiede la sezione disciplinare, oggi non parteciperà, sostituito da un supplente.
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