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ADDIO A DONATO METALLO - DOPO UNA LUNGA MALATTIA, SE NE VA A 44 ANNI IL POLITICO DEM, CONSIGLIERE PD PIÙ VOTATO IN PUGLIA. È STATO IL PRIMO FIRMATARIO CON FRANCESCO PAOLICELLI DELLA LEGGE SULL’OMOBITRANSFOBIA E SFIDÒ LA MALATTIA PER ANDARE IN AULA A VOTARLA LO SCORSO LUGLIO. SI ERA FERMATO PER MOTIVI DI SALUTE NEL GENNAIO 2024 – IL RICORDO DI ELLY SCHLEIN
E’ morto in seguito a una lunga malattia Donato Metallo, 44enne ex sindaco di Racale e consigliere regionale del Partito democratico. Eletto nel 2020 nella circoscrizione di Lecce – primo tra i dem con una affermazione sbalorditiva di quasi 17mila voti - si era fermato nel gennaio 2024 per motivi di salute lasciando l’incarico di presidente della VI commissione Lavoro.
Ma lo scorso luglio era tornato in aula per votare la legge contro l’omobitransfobia, la sua grande battaglia.
“Problemi di salute non mi permettono di essere presente come vorrei e come serve per cercare di risolvere le tante questioni che giungono all’organismo” aveva scritto dando l’annuncio della malattia.
L’allontanamento dal Consiglio regionale, in realtà, era avvenuto già nell’anno precedente, ma aveva scelto di tornare in aula per la legge sulla omotransfobia, di cui era primo firmatario accanto al collega Francesco Paolicelli. Aveva affrontato la malattia con coraggio, presenziando agli appuntamenti istituzionali quando il corpo sofferente glielo consentiva e dedicando le sue energie al figlio di pochi mesi e alla compagna Alessandra.
Nel giorno della Festa del Papà aveva scritto un post per suo figlio: “Oggi vorrei averlo avuto in braccio tutto il giorno, portarlo al parco, al mare. Godere di ogni suo sorriso. Di ogni smorfia bellissima che lui fa. Oggi avrei voluto fare il padre di Pietro. Invece causa un’infezione sarò per 24 su 24 per i prossimi 5 giorni attaccato a una flebo. Oggi lo scoramento è tanto, tanta la rabbia”.
Ma subito il suo pensiero era corso ai bambini migranti, che perdono i genitori, e a quelli morti in guerre di cui non hanno colpa. La politica era la grande passione di Metallo, laureato in Beni Culturali presso l’Università del Salento. Non la politica fine a sé stessa ma quella a servizio della gente, la sua Racale prima di tutto, di cui è stato sindaco a soli 30 anni e per due mandati. Durante i suoi mandati, Racale ha ricevuto importanti riconoscimenti, come le 5 Vele di Legambiente e il premio “Comune Virtuoso”. Nel gennaio 2020, si è dimesso dal ruolo di sindaco per candidarsi alle elezioni regionali in Puglia.
La segretaria dem, Elly Schlein ha ricordato Metallo: "Ci sono persone che fanno politica e ci sono persone che la politica la incarnano, la rendono viva, vicina alle persone, la rendono profonda e utile: questo era Donato Metallo. Voglio esprimere a nome mio personale e di tutta la comunità dem il profondo dolore che la sua scomparsa ci lascia. Oggi tutti ricordano le sue battaglie: quella per la legge contro l'omotransfobia, quella per donare parrucche alle donne malate di cancro, per citarne solo due. Ma il suo è stato un impegno a tutto campo. Grazie, Donato".
"La Puglia perde una persona buona, di rara sensibilità, un politico combattente sempre impegnato per il riconoscimento dei diritti delle persone, soprattutto delle più deboli": le parole della presidente del Consiglio regionale pugliese Loredana Capone a nome di tutto il Consiglio regionale.
“Ci lascia un amico, un compagno, un progressista vero e autentico – ha dichiarato il sindaco di Bari, Vito Leccese - come autentiche sono state le sue battaglie per l’emancipazione della sua terra. E vere e appassionate sono state le sue campagne per i diritti civili in consiglio regionale. Portate avanti con il sorriso e la serenità di chi lotta per la giustizia e l’equità".
“Donato Metallo ci ha lasciato – ha affermato il segretario regionale del Pd, Domenico De Santis - ma non ci lascerà mai il suo sorriso e la voglia di lottare per i diritti dei più deboli”. L’europarlamentare del Pd Antonio Decaro ha affidato a Facebook la promessa “che mi prenderò cura delle tue battaglie, tutte, dalla più piccola alla più grande, della tua gente, tutta, dai bambini agli anziani, della tua terra, tutta, dagli ultimi ai primi. Perché cosi avresti voluto, perché questo avresti fatto camminando insieme”.
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