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Davide Vecchi per il "Fatto quotidiano"
à un roseto. Con l'inconfondibile erre arrotondata, Roberto Formigoni, piccato, precisa: gli inserti bianchi sul golf nero che oltre a indossare ha pure disegnato, rappresentano un roseto e non volgari né casuali schizzi di vernice. Il maglione sfoggiato dal Celeste ha riacceso il tormentone ironico sul variopinto contenuto del suo armadio.
Dopo una parentesi di sobrietà di abiti blu e camicie a righe, osservata nelle settimane di crisi in Regione seguite all'arresto dell'assessore Domenico Zampetti, Formigoni è tornato all'adorato "look sbarazzino" creando il maglione "dell'imbianchino macedone" (copyright Maurizio Crozza). Un golf, ha spiegato il Celeste, "leggero, fantasioso, ideale anche per i più choosy". Golf che presto potrebbe trovare persino un acquirente.
Esatto: qualcuno disposto a pagare per averlo. Sì, perché dopo aver lanciato un ridanciano concorso su twitter ("il mio 40millesimo follower vincerà un Formaglione"), ora il Governatore sta seriamente valutando l'ipotesi di organizzare un'asta benefica con i suoi capi d'abbigliamento più apprezzati, diciamo. L'idea, proposta scherzosamente da alcuni suoi collaboratori, è piaciuta a Formigoni.
Per il Governatore, del resto, l'abbigliamento è sempre stato un argomento molto serio. L'ormai notissima giacca arancione, tanto per fare un esempio, fu scelta scientificamente per i primi stati generali dell'Expo 2015. Realizzata da Gianni Campagna e stretta ai fianchi in fretta e furia da un sarto del negozio milanese, venne sfoggiata per rubare la scena a Letizia Moratti, all'epoca sindaco e commissario straordinario di Expo. Sfide tra prime donne.
"Da allora gli stilisti Iceberg, Gerani, Richmond, hanno a cuore il mio guardaroba", spiegò in un'intervista a Panorama. Ma il tentativo di salvataggio da parte degli "stilisti senza frontiere" non ha distolto Formigoni dai colori variopinti né dai completi stravaganti. Pantaloni neri con bordino laterale in velluto stile carabiniere, magliette con Paperino, polo a righe colorate di "Johnny Lambs", anglizzazione del nome Gianni Agnelli, marchio inventato alla fine degli anni 70 da Giorgio Tocchi, e riprodotto dal bresciano Federico Bani.
E poi le scarpe. In coccodrillo , a punta lunga, extra-lunga, quadrata. Con stringhe o con misteriose allacciature laterali. Tutte realizzate da Gianluigi Mauri, un amico d'infanzia del Celeste che esporta all'estero il 97,7 per cento delle scarpe che produce e il restante 0,3 per cento finisce nel mercato italiano di nicchia: l'armadio di Formigoni. Che fortuna. Ma lui ci tiene. All'abbigliamento e, si sa, agli amici.
Il Governatore è oggi orgoglioso del suo look, costruito negli anni. Nel 2009, in vista della campagna elettorale del 2010 la Regione assunse appositamente Giovanna Peri, ex manager di Calvin Klein beauty. Per oltre un anno si stabilì nell'ufficio accanto a quello del presidente al 29esimo piano con il compito di ampliare la comunicazione formigoniana e raggiungere le riviste femminili e di moda.
Primo passo: svecchiare l'abbigliamento a metà tra l'ingessato democristiano e il cupo ciellino. Basta giacche rattoppate o maglioni blu con zip in stile don Giussani. Nel luglio 2009 Formigoni sfoggiò il primo tentativo di rinnovamento: si presentò a una cena all'ippodromo di Varese in pantaloni neri sparati, giacca rosso acceso su camicia rosa con alamari arabescati di colore celeste. La giacca arancione su camicia nera è un evidente passo avanti.
La permanenza al Pirellone di Giovanna Peri durò un anno. I consigli dell'ultimo minuto oggi li danno due dei segretari: Willy e Anna. Quando deve andare a un incontro ufficiale, ha confessato, "li convoco e li costringo a scegliere la cravatta più intonata all'abito". Spesso infatti è senza.
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