ALFANO-RENZI: LE RIFORME DIVIDONO QUELLO CHE VESPA PROVA A UNIRE – MATTEUCCIO PROVA A METTERE CON LE SPALLE AL MURO ANGELINO CHE STUZZICA IL SINDACO: ‘IL MIO INTERLOCUTORE È LETTA’

Amedeo La Mattina per "la Stampa"

I due giovani leader non si stanno simpatici. Per andare d'accordo non bastano le comuni radici giovanili, democristiane, che non hanno più senso nell'era bipolare della comunicazione a flusso continuo. Matteo considera Angelino pur sempre un prodotto del berlusconismo. Angelino pensa che Matteo sia solo chiacchiere e distintivo. Per usare un'espressione di Fabrizio Cicchitto, tagliente come un rasoio, «Renzi è solo un grande gioco d'artificio».

Renzi è cresciuto politicamente negli anni Novanta dell'Ulivo. Alfano il Ventennio del Cavaliere lo ha attraversato correndo fino ai massimi vertici. Adesso il leader del Nuovo Centrodestra, dopo la pausa governativa, vorrebbe diventare il competitor del segretario del Pd, mentre il sindaco di Firenze è straconvinto che dall'altra parte della barricata ci sarà sempre Berlusconi a battere la gran cassa elettorale, anche se non candidabile.

Non Alfano, che deve farsi le ossa con il suo nuovo partito e sta cercando di portare nel governo i cavalli di battaglia berlusconiani. Ieri al Consiglio dei ministri ha lottato per inserire nel decreto carceri le misure che rendono più difficile la custodia cautelare. Ma non ha trovato la sponda del premier, che per lui rappresenta lo scudo contro lo tsunami Renzi. «Il mio interlocutore è Letta», ripete il vicepremier. E il sindaco, incrociandolo l'altro ieri al Quirinale per gli auguri natalizi, lo ha pizzicato: «So che lei parla solo con Letta... in bocca al lupo!».

Finalmente questo pomeriggio, alla presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa («Sale, zucchero e caffè»), potranno dirsi in faccia tutto. Senza rete. Non è prevista una telefonata o una chiacchierata preventiva per evitare di farsi troppo male. Niente angoli smussati, tutto in presa diretta a Palazzo Santa Chiara, per la felicità di Vespa e dei giornalisti. Parleranno dritti sulla legge elettorale, le riforme istituzionali, su chi ha la golden share del governo. Vi ricordate la battuta di Renzi?

«Noi abbiamo 300 deputati, Alfano 30 senatori. Io con lui non tratto». Insomma comanda il Pd. «Le riforme si discutono con tutti, non si rimane prigionieri dei veti dei piccoli partiti». E se il ministro dell'Interno non ci sta, faccia pure cadere il governo, se ha il coraggio. Ma attento, Angelino, «poi ritorni da Silvio e lui ti asfalta».

Alfano lo teme. Ha sempre risposto colpo su colpo, non si è fatto intimorire, ha ricordato che comunque il centrodestra è avanti nei sondaggi al centrosinistra. «Se Renzi ha l'obiettivo di prendere la sedia di Letta, lo dica con chiarezza, senza girarci attorno, come si faceva con la vecchia politica».

Ecco, se queste sono le premesse, il faccia a faccia moderato da Vespa promette scintille. Il conduttore di Porta a Porta ha lavorato molto all'organizzazione di questo match. Ci aveva già provato lo scorso anno, in occasione dell'uscita dell'altro suo libro, «Il Palazzo e la piazza».

Renzi in un primo momento aveva accettato, poi aveva dato forfait. Vespa è ritornato alla carica alla vigilia delle primarie del Pd e il sindaco ha ceduto. Vuole levarsi «lo sfizio di mettere con le spalle al muro» il suo interlocutore. A Firenze i suoi collaboratori dicono che sarà un confronto scoppiettante, che a Matteo non piacciono i politici e i partitini che si sentono l'ago della bilancia.

Alfano non teme l'eloquio del nuovo leader del Pd. Anzi, vuole cogliere l'occasione per dimostrare che al governo c'è una forza di centrodestra che fa da argine a chi vuole spostare a sinistra gli equilibri del governo. «Renzi non può ergersi a campione di riforme», avverte Schifani, ricordando che gli elettori della sinistra hanno bocciato con il referendum le riforme che erano state fatte dal centrodestra. E quanto a capacità dialettiche e oratorie, il vicepremier non si sente secondo a nessuno. «Dal punto di vista organizzativo Alfano è un uomo della Magna Grecia - osserva Cicchitto - ma come comunicatore non lo batte nessuno».

 

ALFANO VESPA RENZI FOTO LAPRESSEALFANO RENZI GIOVANI ALFANO E BRUNO VESPA La Federici con il libro di Vespa BERLUSCONI ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI BRUNO VESPA