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DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO…
1. LA RISCOPERTA DI BASSOLINO
Carlo Tarallo per Dagospia
Primarie sì, primarie no. La corsa per la successione a Luigi De Magistris, che la prossima primavera concluderà (salvo miracoli) la sua non entusiasmante avventura come sindaco di Napoli, è già partita.
Scontata la ricandidatura di Giggino ‘a Manetta, con qualche lista civica di appoggio; probabile il tentativo di rivincita di Gianni “copiaeincolla” Lettieri, unico superstite di un centrodestra napoletano falcidiato dalle inchieste della magistratura e messo ko dalla gestione di Forza Italia targata Pascale-Rossi-Cesaro, che ha portato alla disfatta di Stefano Caldoro; pronti alla conquista della prima grande città i grillini; confusione totale, manco a dirlo, nel Pd, dove è già partita la corsa alla candidatura.
LIBRO DI BASSOLINO FOTO IL MATTINO
Dopo un annetto dalla previsione di Dagospia, i giornali locali si concentrano in questi giorni sull’ipotesi del grande ritorno di Antonio Bassolino. Lui, Nonno Antonio, ci pensa e ci lavora: non lo dice apertamente ma un ritorno a Palazzo San Giacomo gli piacerebbe moltissimo. Il problema è sempre lo stesso, quando si parla di Pd: le primarie.
Ed ecco che i democratici napoletani si stanno avviando sul percorso autolesionistico che più volte li ha visti “suicidarsi” politicamente intorno al dilemma dei dilemmi: primarie sì-primarie no. Bassolino le primarie le potrebbe anche accettare, ma solo se “confermative”: non gli va di sottoporsi alla conta interna.
Non è un caso se sia Repubblica che il Corriere del Mezzogiorno immaginano percorsi alternativi per arrivare alla designazione di Bassolino: o una investitura diretta da parte di Matteo Renzi o un commissariamento del partito a Napoli, da mettere nelle mani dello stesso Bassolino (che avrebbe poi la strada spianata per autoproclamarsi candidato).
Una ipotesi, quella di non far svolgere le primarie, che sembra studiata solo per “far fuori” gli altri potenziali candidati. Tre però sono già in campo, e fermarli sarà assai difficile: Umberto Ranieri, pupillo di Giorgio Napolitano e esponente storico del Pd, di cui è stato fondatore, ha già iniziato da tempo un dialogo con i movimenti civici della città e potrebbe unire i piddini “anti-bassolino”;
Graziella Pagano, vulcanica ex senatrice, ha già annunciato la sua candidatura ed è attivissima sui social network; Andrea Cozzolino, europarlamentare, sconfitto alle primarie per la Regione da Vincenzo De Luca, è pronto a rilanciare la sfida dopo il caos delle primarie del 2011 contro Ranieri. Cozzolino è però alternativo a Bassolino: o si candida l’uno, o l’altro.
A proposito di De Luca: lo sceicco di Salerno non vede l’ora di “scegliere” personalmente il sindaco di Napoli. Terrorizzato dalla prospettiva di ritrovarsi Bassolino a Palazzo San Giacomo, con l’inevitabile “oscuramento” che comporterebbe per il governatore, De Luca lavora nell’ombra per mettere i bastoni tra le ruote a Nonno Antonio e agli altri candidati “non deluchiani ortodossi”, ed è tentato dal sostegno a Leonardo Impegno, giovane deputato Pd figlio di Berardo, notabile della sinistra napoletana del secolo scorso e avversario storico di Bassolino.
2. BASSOLINO, MISSIONE RITORNO. PRESSING PER LA RICANDIDATURA
Conchita Sannino per “la Repubblica - Edizione Napoli”
Rimpianto da molti come sindaco operoso e costruttivo, oggi indicato come "padre nobile" maturato anche su errori, critiche e processi dai quali è uscito a testa alta. Oppure avversato come volto di un Rinascimento fittizio, simbolo di un tempo, quello dei sindaci leader (dalemianamente bollati come "cacicchi"), che è stato. Eppure, comunque la si pensi, la partita è aperta in vista delle prossime amministrative.
Un cantiere in pieno corso: sotto l'indolente ombrellone d'agosto. Contatti e progetti che rendono bollenti le linee nel Pd tra Napoli e Roma. In tre parole: missione Antonio Bassolino. Ritorno a San Giacomo.
E lui? Lui, il leader del quasi ventennio, sindaco dal '93 al 2000, e governatore fino al 2010, come sempre quando la cosa si fa seria, sorride e si dilegua. Lascia che a parlare siano gli altri. Oppure, più efficacemente i suoi "post". L'ultimo, prima che salutasse direttamente i suoi lettori con un "buone vacanze", era già indizio. "De Magistris è messo meno peggio di un anno fa, ma è ancora messo male. Dipende dagli altri. Si parla molto di possibili candidati. E la politica? È alla città che bisogna parlare, non a se stessi", scriveva Bassolino. Tradotto: uscite fuori, tra i cittadini, per capire.
LIBRO DI BASSOLINO FOTO IL MATTINO
Una scena che vede il Pd spaccato in almeno tre fronti (ma le sub-correnti sono molte di più). Una parte, in cui spiccano i dalemiani rappresentati a Napoli da un Massimo Paolucci in cerca di radicamento cittadino, che sostengono questa ipotesi, lavorano per allargare il campo e addirittura pensano di lanciare un'iniziativa ad hoc a ridosso della festa dell'Unità regionale a settembre, fissata ad Ercolano, dov'è atteso lo stesso premier; un'altra parte, anche renziana, che non sa dove andare e si limita alla simpatia col vecchio leader, guarda i recenti scambi tra Bassolino e Francesco Nicodemo; e un terzo blocco palesemente contro o molto diffidente - governatore De Luca compreso, sulla cui benedizione come aspirante sindaco conta, e non poco, il parlamentare Leonardo Impegno.
LIBRO DI BASSOLINO FOTO IL MATTINO
Sembra che gli stessi candidati in pectore quarantenni del Pd siano tutti spiazzati dall'ipotesi: amici e non più amici. Dall'ex pupillo Andrea Cozzolino, che da anni e rovinosamente si proietta verso piazza Municipio, a Gennaro Migliore, cui effettivamente il "giglio" magico renziano ha pensato come sfidante di de Magistris. Dallo stesso Impegno a Valeria Valente, i cui ultimi desideri sembrano più ispirati a posizionarsi per un futuro collegio alle politiche, che a coltivare il sogno del Comune.
Fatto sta che il nome di Bassolino, ricorre sempre più spesso nei saltuari pre-sondaggi estivi sul dopo de Magistris. L'ex governatore non fa mistero del fatto che siano in tanti a chiederglielo, e a tutti ha sempre risposto con muti sorrisi. Ma i tempi sono più stretti di quanto appaia. E le carte si scopriranno a settembre: sia dinanzi a Renzi, che a Napoli.
A Roma c'è un tavolo già fissato, come conferma il segretario Assunta Tartaglione, per discutere di amministrative e di Napoli in primis; e c'è chi, preoccupato dalla piega che può prendere la nostalgia per Bassolino, ha già avvertito il segretario-premier che bisognerà muoversi d'anticipo e lavorare per tempo a un'alternativa.
LIBRO DI BASSOLINO FOTO IL MATTINO
Intanto, sul sindaco che fu il volto luminoso di Napoli al G7 spingono molto ambienti intellettuali, oltre che produttivi. "Com'è strana la vita", avrebbe commentato Antonio, "dopo anni di sofferenza e silenzio". Ma lui è della vecchia scuola, fedeltà al partito e vicinanza all'elettorato. Chissà che alla fine - nell'onda dei sindaci dell'eterno ritorno, da Orlando a Palermo, a Bianco a Catania - non speri d'assaporare il gusto d'una rivincita.
3. COMUNALI A NAPOLI, IDENTIKIT DI UN SINDACO
Paolo Macry per “il Corriere del Mezzogiorno”
Mancano nove mesi alle elezioni per palazzo San Giacomo e grande è la confusione sotto il cielo. Diversamente dall’opinione del vecchio Mao, tuttavia, questo non significa che la situazione sia eccellente. Luigi de Magistris cerca di costruire una sua area di opinione e c’è chi lo prende sul serio. La destra è frammentata, afona, senza leadership. Gianni Lettieri si prepara alle seconde Olimpiadi. I 5S stanno a guardare sornioni. E la sinistra?
BASSOLINO PRESENTA IL LIBRO FOTO BY GENNY MANZO
Appare anch’essa, come la destra, in panne, sebbene controlli Regione e hinterland. Non è renziana, data la defaillance dei renziani locali. Non è deluchiana, vista l’autoreferenzialità del governatore. Non è demagistrisiana, malgrado anni di ambiguità.
Un arcipelago di notabili, che continua affannosamente a cercare il proprio uomo, avendone già bruciati molti, da Cozzolino a Ranieri e Migliore. Resta il padre nobile, Antonio Bassolino, che, un giorno sì e un giorno no, voci di corridoio danno per possibile candidato. Un’opzione realistica? Difficile dirlo.
Sull’ex-sindaco, naturalmente, si riverserebbero critiche e rancori (anche casalinghi) in quantità industriale. Senza dire di De Luca, che non gli è mai stato amico. Un simile déjà vu appare a molti troppo rischioso.
BASSOLINO PRESENTA IL LIBRO FOTO BY GENNY MANZO
A meno che Renzi, già spiazzato dalla vicenda delle regionali, questa volta non voglia mettere i piedi nel piatto. Come? Riproponendo il modello Ercolano, sicuramente il più vicino al suo modo di fare politica. A Ercolano, dopo i noti travagli (tessere gonfiate, inchieste giudiziarie, candidature non condivise), la segreteria romana decise di commissariare il partito, mandando sul posto Teresa Armato.
E la Armato fece una fortunata operazione di scouting, lanciando nella mischia il giovane Ciro Buonajuto e, nel nome del rinnovamento, portandolo a una vittoria larga e trasversale. Certo, Napoli non è Ercolano e ogni intervento renziano potrebbe apparire troppo centralistico. E tuttavia, nel quadro attuale, difficilmente il partito cittadino avrebbe la forza di ribellarsi all’azzeramento delle cariche, alla rinuncia alle primarie e alla nomina di un commissario.
bassolino al seggio elezioni regionali
Ma quale commissario? Forse proprio Bassolino. Ovvero colui che ha scontato i propri errori politici, è uscito indenne dai processi, ha riconquistato una voce nel dibattito pubblico. E conosce a menadito il contesto napoletano e i suoi uomini. Sarebbe questo il vero déjà vu, perché anche nel 1993, all’indomani di Tangentopoli, Bassolino era stato chiamato a commissariare l’allora Pds (e dal commissariamento era nata poi la sua candidatura a sindaco). Si dirà che nel frattempo il leader ha pensato piuttosto alle Dolomiti e all’Himalaya. Sì, ma anche quelle, raccontano le cronache, é riuscito a scalarle.
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