NON DITELO ALLA FINOCCHIARO - DOPO I ‘SECONDINI’ TOLTI DALLE CARCERI PER PROTEGGERE LA CASA VUOTA DI ALFANO O FARE DA SCORTA AGLI EX MINISTRI DELLA GIUSTIZIA, TRA GLI SPRECHI DELL’AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA SPUNTANO LE SPESE PAZZE (92 MILA €) DELL’EX DIRETTORE GENERALE DEL DAP, GENERALE ENRICO RAGOSA: AUTISTI E AUTO BLU UTILIZZATI PER ACCOMPAGNARE LA MADRE A FARE LA SPESA O SORVEGLIARE “DA BORDO” LA BARCA ORMEGGIATA A PORTOFINO…

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Maria Elena Vincenzi per "Repubblica.it"

Usava le risorse del Dap come se fossero le sue. La macchina di servizio, certo. Ma anche i suoi uomini, quelli che avrebbero dovuto accompagnarlo per le funzioni istituzionali. E che, invece, erano maggiordomi pagati dalla Stato e spesso si trovavano ad accompagnare la madre a fare le commissioni o a "sorvegliare" da bordo, e magari navigando, la sua barca al largo di Genova.

Il generale Enrico Ragosa, fino a pochi mesi fa direttore generale risorse materiali, beni e servizi del Dap, è stato iscritto nel registro degli indagati per peculato, truffa e abuso d'ufficio. Avrebbe sperperato senza alcuna remora i soldi del dipartimento. E cioè dei contribuenti. Sfruttando a suo uso e consumo l'auto e il personale che il suo ruolo di alto dirigente gli metteva a disposizione.

A volte addirittura diceva di dover andare a Genova (questa la meta più frequente perché sua città natale) per servizio, salvo poi rimanere a Roma ma mandare i suoi due chauffeur. Anche loro, i due collaboratori, sono finiti sotto accusa per gli stessi reati: secondo i magistrati erano d'accordo con quei metodi. Anzi. I due, ben contenti, facevano commissioni per il generale in giro per mezza Italia.

Soprattutto se si trattava di veleggiare al largo di Portofino. Ferie? Nient'affatto, pagava il Dap. E pure profumatamente: l'indennità di trasferta permetteva loro di rimpinguare la busta paga, raddoppiando o quasi lo stipendio.

Uno scherzetto che, stando alle indagini svolte dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria, è costato al Dap, e quindi allo Stato, 92mila euro. Almeno per quanto accertato finora. Per questo, nei giorni scorsi, la procura ha chiesto e ottenuto il sequestro per equivalente dei suoi beni. Vale a dire la sua auto, una Land Rover, e un quinto della pensione. La barca, sulla quale i suoi uomini si facevano le vacanze a spese dei cittadini (il gip ne aveva disposto il sequestro), non è stata trovata.

Ma gli accertamenti sono in corso e non si esclude che la cifra possa ancora aumentare. In fondo quei 92mila euro sono stati spesi in pochi mesi. Tutto risale all'estate scorsa, poco prima che andasse in pensione, anticipatamente. Una decisione presa quando, dopo un'indagine interna, la sua amministrazione ha scoperto tutto e presentato un esposto alla magistratura.

Fino ad allora, Ragosa, era stato uno dei direttori generali del Dap e, prima ancora, uno degli uomini ombra nella lotta alla mafia, collaboratore anche di Giovanni Falcone durante il maxi processo. Un curriculum di tutto rispetto che parte nell'esercito e passa per il Sismi in cui si vanta anche la fondazione del Gom (Gruppo operativo mobile), corpo speciale, fiore all'occhiello della polizia penitenziaria.

 

ANGELINO ALFANO SEGRETARIO DEL PDLFINOCCHIARO ALL'IKEA ENRICO RAGOSA ENRICO RAGOSA