bettini schlein von der leyen

“BASTA MEDIAZIONI, AL PD SERVE UN CHIARIMENTO” – LO STRATEGA DEM GOFFREDO BETTINI STRONCA “L’INACCETTABILE” PIANO DI RIARMO UE E DIFENDE ELLY SCHLEIN - “SE NON CI FOSSE STATA LA SUA GUIDA ACCORTA, SOBRIA, MA TENACE NEL TENERE IL DISSENSO SULLE SCELTE DI VON DER LEYEN, PROBABILMENTE IL PD SAREBBE ESPLOSO. RISPETTO TUTTE LE POSIZIONI. MA SU UN TEMA CRUCIALE COME LA PACE E LA GUERRA OCCORRE DECIDERE NEL MODO PIÙ UNITARIO POSSIBILE" – "L’ALTERNATIVA ALLA MELONI? OLTRE AVS, IL M5S E IL PD, OCCORRE ALLARGARE. GUAI A ESCLUDERE CHI…”

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Salvatore Cannavò per il Fatto QUotidiano - Estratti

 

GOFFREDO BETTINI

L’Europa sembra incamminarsi decisa verso uno storico riarmo e il Pd non sa dire una parola chiara: che ne pensa Goffredo Bettini, dirigente che del Pd è stato uno dei padri fondatori e che non ha mancato di far sentire spesso le sue critiche?

Ciò che avverto con più apprensione, direi persino dolore, è l’incapacità totale dell’Europa di ritrovare uno sguardo strategico. Il riarmo di von der Leyen nasconde un vuoto di idee, la rinuncia ad un ruolo mondiale del vecchio continente e della missione fondativa su cui poggia l’Unione Europea. Trovo insopportabile la litania contro il pacifismo asservito a Putin.

 

È un’idiozia bugiarda. Lo ripeterò all’infinito: fino alla pace occorre sostenere l’Ucraina contro il Paese invasore.

 

Ma, mentre la si sostiene, abbiamo l’obbligo di contribuire alla pace, con il linguaggio necessario, la comprensione della storia precedente al conflitto, la diplomazia, una proposta di assetto futuro dell’area che tenga conto della fondamentale ragione della guerra da parte dei russi ovvero la richiesta dell’Ucraina di aderire alla Nato.

elly schlein foto lapresse.

 

Se l’Europa non recupera una soggettività politica con la rapida integrazione delle politiche fondamentali, compresa quella di una difesa comune, sarà totalmente ininfluente sul processo di pace aperto tra mille difficoltà tra gli Stati Uniti e la Russia.

So bene, la loro pace sarà imperiale e a scapito dell’Ucraina ma, appunto, potrebbe enormemente migliorare se avessimo noi europei la forza di smettere di parlare solo di guerra.

 

goffredo bettini foto mezzelani gmt019

 

(...)

Eppure la riflessione sulla guerra, e sulla pace, è un tema sostanziale della cultura della sinistra.

Se non ci fosse stata la guida della Schlein accorta, sobria, ma tenace nel tenere il dissenso sulle scelte di von der Leyen, probabilmente il Pd sarebbe esploso. Rispetto tutte le posizioni. Ma su un tema cruciale come la pace e la guerra un partito non può vivere nella mediazione continua. Ad un certo punto occorre decidere nel modo più unitario possibile.

 

Credo che la segretaria saprà scegliere il momento opportuno per arrivare ad un chiarimento interno, che servirebbe, in verità, anche tra i socialisti europei, investiti da un ripiegamento nazionalistico.L e guerre purtroppo nel corso della storia sono una costante; c’è una parte dell’animo umano che risarcisce la sofferenza per la propria fragilità con un surplus di violenza, di odio verso l’altro, di nichilismo.

 

goffredo bettini. foto mezzelani gmt028

La guerra non è affatto la continuazione della politica con altri mezzi. È la negazione della politica. Altissima disciplina di contenimento degli istinti più bassi. La sinistra critica e il cristianesimo più avveduto hanno colto l’aspetto disumano della guerra. Hanno coltivato i germi del dialogo e della speranza.

 

Togliatti a Bergamo nel 1963 invocava l’azione comune contro la fine del mondo e Giovanni XXIII agiva, rivolgendosi a tutti, per la fratellanza universale. Oggi siamo, al contrario, allo stato zero della moralità, della fede laica o religiosa. Siamo al punto più basso della crisi dell’Occidente.

 

Questa difficoltà si riflette ovviamente sull’ipotesi di un’alleanza alternativa al centrodestra. Ci sono margini a suo avviso per una composizione unitaria che almeno veda insieme Pd, M5S e Avs (essendosi messo fuori il “centro” di Calenda?)

Il governo Meloni è sorretto da tre partiti con posizioni diverse e opposte circa la politica internazionale. La nostra alternativa, invece, parte da una fondamentale convergenza sul rifiuto della strada intrapresa da von der Leyen e su un’idea alternativa di Europa. C’è il margine per lavorare ad una ancora maggiore unità.

 

URSULA VON DER LEYEN

La destra che governa, tuttavia, unisce l’insipienza e la confusione sugli affari esteri ad una impressionante paralisi sulle politiche sociali, per i lavoratori contro la povertà. In questo senso gli ultimi dati dell’Istat sono spietati. L’alternativa, dunque, ha tutte le risorse necessarie per vincere. Oltre il suo nucleo fondamentale Avs, il Movimento 5 Stelle e il Pd, occorre allargare. Guai a escludere pregiudizialmente chi non intende escludersi da solo, come ha fatto Calenda.

goffredo bettini foto mezzelani gmt021