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Paolo Baroni per “La Stampa”
Potrebbe esserci anche un anticipo del taglio del cuneo fiscale nel menù di avvio della prossima riforma fiscale. A meno di un mese dalla presentazione della nuova Nota di aggiornamento che andrà in Consiglio dei ministri il 27, e che servirà a fare il punto sulla situazione dei conti in vista del varo della nuova legge di bilancio (che verrà poi presentata entro il 15 ottobre), il governo accelera.
Le proposte dell'esecutivo sono «in dirittura d'arrivo» ha confermato ieri Maria Cecilia Guerra. Parlando ai Rainews24 la sottosegretaria all'Economia ha spiegato che «la riforma partirà dalla semplificazione degli adempimenti, anche per rendere il fisco più comprensibile, e dal rafforzamento dei sistemi di controllo in funzione anti-evasione. Ci saranno poi dei decreti attuativi, probabilmente più di uno», di cui «uno specifico sull'Irpef».
DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI ANDREA ORLANDO
Il nodo delle coperture
Le risorse a disposizione del governo, come ha anticipato prima delle ferie il ministro Daniele Franco, non sono molte e quindi nella prima fase l'esecutivo su concentrerà più sulla parte normativa mettendo a punto una riforma a costo zero o quasi.
ursula von der leyen consegna a mario draghi la pagella di bruxelles al recovery plan italiano 1
Ma «data l'importanza della necessità di intervenire sul cosiddetto cuneo fiscale, cioè l'onere fiscale e contributivo complessivo che grava in maniera spropositata, nel senso di diseguale, sul lavoro - ha aggiunto la Guerra - può darsi che questo richieda anche un intervento anticipato che potrà essere fatto nella manovra di bilancio, ma su questo c'è ancora una discussione aperta». La cautela del Mef Al momento attuale dal Mef fanno sapere che ogni scelta è prematura: un eventuale taglio del cuneo non viene però escluso, «è tra le possibilità» viene spiegato.
meme su Mario Draghi e il recovery plan
Ed una soluzione potrebbe passare attraverso l'assorbimento dell'Irap (l'Imposta regionale sulle attività produttive) nell'Ires (l'Imposta sui redditi delle società) già ventilata nelle passate settimane e suggerita al governo anche dalle Commissioni finanze di Camera e Senato. Una soluzione del genere, oltre ad rappresentare una importante semplificazione degli adempimenti, avrebbe anche il pregio di non costare troppo, all'incirca 3 miliardi di euro.
Il nodo Recovery
Comporre la prossima legge di bilancio, che comunque già ora si annuncia molto più snella del solito perché il grosso degli interventi verrà finanziato col Recovery plan, non sarà comunque facile. Perché oltre ad una serie di spese indifferibili andranno reperiti anche i fondi per la mini-riforma delle pensioni legata al superamento di Quota 100 e soprattutto quelli destinati ai nuovi ammortizzatori sociali, che stando alla stessa Guerra non richiederanno gli 8-10 miliardi di cui si è parlato sinora ma solo 5 o 6.
L'intervento sull'Irpef Il sottosegretario al Mef ieri ha spiegato che sulla riforma del Fisco «dal punto di vista tecnico i lavori sono molto avanzanti, ma ora c'é la necessità di un confronto polito perché le opinioni dei partiti che compongo la maggioranza sono significativamente diverse». Oltre a quelli dei costi, tra i nodi da sciogliere il più importante riguarda le modalità di intervento sull'Irpef (costo stimato non meno di 10 miliardi), la revisione dell'Iva, il catasto e le imposte sui patrimoni.
Effetto sui conti
Sempre in tema di conti, intanto, si cominciano a sentire i primi effetti positivi del Recovery plan: grazie all'anticipi arrivati da Bruxelles ad agosto il saldo del settore statale si è infatti chiuso con un avanzo provvisorio di 9,1 miliardi, in miglioramento di circa 13 miliardi rispetto al risultato dello stesso mese del 2021. Diventano poi 70,1 nei primi otto mesi, ovvero 36,2 miliardi in meno di un anno fa
DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI ursula von der leyen consegna a mario draghi la pagella di bruxelles al recovery plan italiano 3cuneo fiscale 3
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