![francesco gaetano caltagirone alberto nagel andrea orcel generali](/img/patch/05-2021/francesco-gaetano-caltagirone-alberto-nagel-andrea-orcel-generali-1462671_600_q50.webp)
FLASH! - SIAMO UOMINI O GENERALI? PER L'OTTUAGENARIO CALTAGIRONE LA CATTURA DEL LEONE DI TRIESTE E'…
1-PDL: MARINA BERLUSCONI, IMPEGNO IN POLITICA IPOTESI SENZA FONDAMENTO
(Adnkronos) - "Di fronte al ripetersi di indiscrezioni su un impegno in politica di Marina Berluconi, non possiamo che ribadire quanto gia' piu' volte detto in passato: si tratta di ipotesi che non hanno alcun fondamento".
Lo riferisce il suo portavoce in una nota in riferimento alle notizie di stampa relative a un'eventuale 'passo di leadership' nel Pdl a favore della figlia del presidente Silvio Berlusconi.
2-MARINA SCALDA I MUSCOLI ORMAI STUDIA DA LEADER
Carmelo Lopapa per "la Repubblica"
LA "Cavaliera", dicono già di lei. Ed è di nuovo "discesa in campo", in casa Berlusconi. Ad Arcore tutto è pronto, raccontano adesso. Marina intenta a raccogliere l'eredità politica (non solo quella dinastica e patrimoniale) del padre.
Alla guida della Forza Italia 2.0 e via dritti verso il voto anticipato. Sembra l'eterno tormentone della successione che ritorna. Questa volta c'è l'ex faccendiere e informatissimo Luigi Bisignani a rivelare la presunta svolta maturata due sere fa ad Arcore, un paio d'ore dopo la sentenza di condanna a sette anni per il reato più ignominioso.
L'investitura da parte dell'anziano leader ormai segnato, lei che finalmente accetta: la quarantenne che può sfidare e sconfiggere il quarantenne Renzi, distanza anagrafica azzerata.
à un fatto che in serata - a differenza che in passato - non sia arrivato lo straccio di una presa di distanza dall'indiscrezione da Palazzo Grazioli. E nemmeno dalla presidente della Mondadori. Anzi, per ore è stato un coro di entusiastici consensi alla successione da dinasty.
Le "amazzoni" in prima fila. A Piazza Farnese, ai piedi del palco improvvisato da Giuliano Ferrara, più di un fedelissimo del Cavaliere confidava che sì, «forse questa volta la notizia ha un fondamento». Settimane fa, per prima Laura Ravetto aveva rilanciato la notizia. La ministra Nunzia De Girolamo aveva sperato che accettasse lo scettro. Cosa è accaduto nelle ultime 48 ore?
Poco prima di cenare col padre, nel lunedì nero della famiglia Berlusconi, Marina rende pubblico il proprio «sdegno» contro «la condanna già scritta nel copione messo in scena dalla Procura di Milano». Sono gli stessi toni usati per anni dal padre. Difesa di una figlia, certo, ma via via in questi mesi, di intervista in intervista, lo spessore delle uscite dell'imprenditrice è stato sempre più politico.
«Con lei, il vantaggio non da poco è che i nostri elettori ritrovano un Berlusconi per di più giovane da votare», racconta fiducioso un alto dirigente di via dell'Umiltà . A raccontare senza remore quanto avvenuto è Luigi Bisignani, intervistato in Radio nella trasmissione "Un giorno da pecora". «Il presidente si è convinto che il dopo-Berlusconi è Marina. Non ero presente alla cena di lunedì, ma c'erano i familiari, Piersilvio, Marina e Barbara.
Poi Francesca Pascale e l'avvocato Ghedini. Il piglio e la forza che Marina ha messo in quella cena ha convinto tutti che il vero erede è lei. D'altronde è stata fatta già testare, è stato fatto un sondaggio coi parlamentari Pdl ed è andato molto bene». E poi loro cercavano un imprenditore. E lei lo è. A una Forza Italia stanno pensano più persone, anche molti imprenditori come Alessandro Benetton».
La primogenita di Silvio, altra rivelazione, starebbe studiando alla «scuola» di Paolo Del Debbio, tra i fondatori di Forza Italia nel '94. Il trampolino di lancio, a sentire Bisignani e non solo lui, sarebbe già pronto. L'operazione correrebbe parallela col nuovo "predellino" che Berlusconi ha in mente. Forza Italia 2.0 da rilanciare in autunno, pronto uso in caso di crisi e elezioni anticipate, magari prima che la Cassazione travolga con l'interdizione il "patriarca" e con lui tutto e tutti, Pdl compreso.
Già alla direzione del partito convocata oggi, con all'ordine del giorno la sola approvazione del bilancio interno c'è chi, come Giancarlo Galan e un manipolo di altri forzisti della prima ora, è intenzionato ad alzare la voce e far sapere che così è inutile andare avanti. Tornare alla vecchia sigla e alla svelta, sarà l'input al quale il leader non sembra sia estraneo.
«Ah, ho visto che volete candidare Marina. Vi converrà fare presto, prima che arrivino i giudici» ironizzava ieri pomeriggio il democratico Nicola Latorre con Paolo Bonaiuti, nel Transatlantico di Palazzo Madama. Ironie a parte, c'è chi sta prendendo la svolta molto sul serio, dentro il Pdl.
Soprattutto le persone più vicine alla famiglia e non sarà un caso. «Spero che Bisignani abbia ragione. Ne sarei ben contenta» risponde Daniela Santanché. L'eurodeputata Lara Comi è la prima a cogliere al volo la notizia: «Marina a capo di una Forza Italia 2.0 sarebbe un'ottima prospettiva, spero sia vero».
E il sottosegretario Michaela Biancofiore: «Noi un Renzi, molto più serio, preparato e affidabile, lo abbiamo e si chiama Marina. Di fronte ad una sua discesa in campo, con dietro un padre oggi ancora più amato dal popolo italiano, non ci sarebbe speranza per nessun altro di conquistare il governo del Paese». Tutti pronti a garantire che il partito sarebbe al suo fianco.
Nell'impero di famiglia la primogenita è sergente di ferro. Donna sola al comando, oltre che madre di famiglia, col piglio intraprendente del padre. à lei che si sobbarca le interviste più delicate quando lui finisce sotto attacco. L'ultima un mese fa a "Panorama" per definire «mostruoso il solo pensare che il destino del Paese passi per le mani di un gruppo di magistrati». Lei adesso è pronta a impedirlo. Come Silvio vent'anni fa. Renzi è avvertito.
3-MARINA NON VUOLE SCENDERE IN CAMPO L'OBIETTIVO Ã SALVARE I CONTI DEL GRUPPO
Francesco Manacorda per "la Stampa"
Scendere in campo al posto di papà ? Marina Berlusconi non ci pensa proprio, nonostante le voci che anche ieri - come accade ogni volta che il Cavaliere appare nei guai - rilanciavano la sua primogenita e prediletta nel ruolo assai impegnativo di erede politica. A Marina bastano e avanzano le responsabilità alla guida della holding di famiglia. Così, di fronte all'ipotesi che già entusiasma alcune delle zelanti Amazzoni di Silvio - da Lara Comi a Michaela Biancofiore - nel quartier generale della Fininvest ci si limita a ricordare le innumerevoli smentite sul tema già arrivate in passato.
L'impero economico di Berlusconi, anzi dei Berlusconi, del resto, ha bisogno in questo momento di tutta l'attenzione possibile: ci sono i canali Mediaset che soffrono per la caduta della pubblicità , i libri e i periodici della Mondadori travolti dalla crisi del settore editoriale, le biotecnologie di MolMed che per ora non danno alcun sollievo e perfino il Milan messo a dieta forzosa di acquisti e titoli.
Tutti capitoli di una crisi aggravata da alcune scadenze vicinissime e assai significative. Domani, infatti, è fissata l'udienza in Cassazione per l'atto finale della causa sul Lodo Mondadori, con il quale si deciderà la sorte definitiva dei 564,2 milioni di risarcimento già versati proprio dalla Fininvest a favore della Cir.
E tra la fine di giugno e metà luglio l'assemblea della stessa Fininvest si riunirà per approvare un bilancio 2012 tutt'altro che esaltante: la previsione è che la perdita d'esercizio, a livello consolidato, possa superare i 200 milioni di euro contro un utile, seppur risicatissimo, di 7,5 milioni ottenuto nel 2011.
Così, se la condanna milanese di Berlusconi è stata un terremoto politico e un dramma familiare, la parola d'ordine è che adesso quella mazzata giudiziaria non può e non deve influenzare l'impero economico del Cavaliere e dei suoi figli. Se il potere politico vacilla, a maggior ragione quello finanziario, che pure mostra segni di debolezza, va consolidato.
Ennio Doris, socio di Berlusconi in Mediolanum, ma soprattutto suo intimo amico, tende ad escludere effetti eclatanti dalla condanna. A chi lo interpella per sapere se questa volta Silvio non rischi davvero il declino, dopo aver cortesemente spiegato che non intende parlare di vicende giudiziarie, oppone però una semplice e innegabile constatazione: «Berlusconi è un uomo dalle mille risorse». Mille risorse e un solido 63,2% di possesso della stessa Fininvest che allo stato il Cavaliere intende mantenere, restando così - attorniato dai cinque figli - il «dominus» assoluto della holding.
L'udienza sul lodo Mondadori, quasi certamente non porterà a una sentenza immediata della Cassazione: l'ipotesi più probabile è che i giudici si prendano due o tre mesi per deliberare e la decisione arrivi dopo l'estate. Una decisione che ovviamente è di grande importanza per Fininvest anche se in casa Berlusconi il doloroso e oneroso dente hanno preferito levarselo in anticipo: i 564 milioni e spiccioli sono già stati versati lo scorso anno alla Cir, contribuendo a far levitare - da 1,3 a 2 miliardi - l'indebitamento. Adesso una conferma della sentenza d'appello non cambierebbe in modo radicale il bilancio, mentre un suo rovesciamento, totale o parziale, sarebbe una festa per i Berlusconi.
In quanto ai conti 2012 di Fininvest, le prime indicazioni si possono trarre agevolmente dai bilanci delle controllate: Mediaset, di cui la holding ha il 41,3%, ha perso 287 milioni di euro, Mondadori - controllata con il 53,6% - è finita in rosso per 167 milioni, la perdita del Milan è di circa 7 milioni, quella di MolMed di oltre 20. Unico raggio di sole la Mediolanum - guidata da appunto Doris e di cui Fininvest ha il 35% - che lo scorso anno ha dato un utile di 351 milioni.
A decidere l'entità esatta del «rosso» consolidato che si annuncia comunque superiore ai 200 milioni, sarà l'assemblea di famiglia nei prossimi giorni, anche tenendo conto dell'effetto di eventuali svalutazioni di quote in portafoglio. Il bilancio civilistico potrebbe essere anch'esso in passivo e per il terzo anno consecutivo Fininvest potrebbe non staccare un dividendo ai suoi sei soci eccellenti.
In ogni caso non si tratterà del primo bilancio in passivo della holding di famiglia. Successe già nel 1994 e allora, tra i motivi, si citò proprio la «discesa in campo» del Cavaliere: preso dalla politica aveva trascurato gli affari...
FLASH! - SIAMO UOMINI O GENERALI? PER L'OTTUAGENARIO CALTAGIRONE LA CATTURA DEL LEONE DI TRIESTE E'…
CACCIA ALLA TALPA! - DIVERSI ESPONENTI DI FRATELLI D'ITALIA AVREBBERO INTENZIONE DI RIVOLGERSI AL…
DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI…
FLASH! - CERCASI TRADITORE URGENTEMENTE! I BOMBASTICI MESSAGGI DEI FRATELLINI D’ITALIA, SCODELLATI…
DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA…