A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA…
Ernesto Menicucci per il “Corriere della Sera”
I busti dei grandi italiani (da Dante a Leonardo) dietro. E, davanti, in una delle sale più prestigiose di Palazzo Senatorio - la stessa che vide «la fine» di Ignazio Marino - la «squadra», o parte di essa, di Alfio Marchini, candidato «civico» di Roma, ma sostenuto da un pezzo di centrodestra.
Al suo fianco, con i supporters che li osannano («Alfio, Alfio» da un lato, «Silvio, Silvio» dall' altra), c' è proprio Berlusconi, che evita il nugolo di cronisti che lo attendeva passando per uno dei mille pertugi del palazzo.
L' ex premier prima aspetta che «Arfio» annunci i nomi di quello che lui chiama (con una definizione un po' abusata...) «il nostro dream team», del quale fanno parte l' ex sottosegretario Gianfranco Polillo, la campionessa olimpionica Manuela Di Centa, la professoressa Mary Prezioso, l' ex generale della Finanza Ugo Marchetti («sarà il mio braccio destro e sinistro», dice l' imprenditore), l' ingegnere Manuela Manenti (spalla di Bertolaso, a L' Aquila, per l' edilizia scolastica), naturalmente il «dottor Guido», l' ex capo della Protezione civile che ha rinunciato alla candidatura a sindaco per confluire su Marchini («ho imparato una grande lezione da lui e Berlusconi»).
Poi tocca al Cavaliere, che si prende tutta la scena, andando all' attacco di Renzi: «Un governo abusivo, una democrazia sospesa. E col combinato tra legge elettorale e riforma costituzionale ci troveremmo in una situazione pericolosa: una sola camera fa le leggi, un solo partito la controlla, un solo leader controlla il partito».
Dalla platea (dove c' è anche molto «ceto politico» di Forza Italia: da Renata Polverini a Maurizio Gasparri, da Antonio Tajani ad Alessandra Mussolini) gli aficionados di Marchini mugugnano: «Basta, parliamo di Roma!».
Ma Berlusconi va avanti: «Le elezioni sono molto importanti per Roma ma sono anche il primo momento, il secondo è il referendum, in cui daremo l' avviso a Renzi di andare a casa. Quello per Marchini è un voto per la nostra libertà».
Appuntamento, però, al quale il centrodestra arriva diviso. Scissione in vista? Berlusconi giura di no: «Questa situazione è solo romana, determinata dal fatto che due leader di
partito (Meloni e Salvini, ndr ) hanno cambiato idea su Bertolaso. Ma il centrodestra non è finito: alle politiche torniamo tutti insieme».
Con quale «asse interno» (verso il nord o verso il centro-sud) è tutto da vedere. Per il momento, però, a Berlusconi va bene così: «Servono uomini del fare come Marchini, non campioni del bla-bla-bla».
Poi torna su Renzi, la sua ossessione: «Ha detto che, sulla Rai, non farà come me con l' editto bulgaro? Ma io non l' ho mai fatto, risposi solo ad una domanda. Non ho mai cacciato nessuno in dieci anni da presidente del Consiglio».
MARCHINI BERLUSCONI
MARCHINI BERLUSCONI
Resta il fatto che Michele Santoro, Daniele Luttazzi ed Enzo Biagi vennero allontanati dalla tivù di Stato. Il Pd polemizza sull' uso della sala: «Occupazione delle istituzioni». I marchiniani replicano: «Abbiamo pagato l' affitto».
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