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Amedeo La Mattina per “la Stampa”
Il prossimo tornante politico di Berlusconi potrebbe essere l' ultimo. Da settembre dovrà percorrerlo su una strada stretta e senza paracarro. Alla ripresa politica dovrà evitare l' emorragia di altri dieci parlamentari (a quanto pare più deputati che senatori) che si andrebbero ad aggiungere a tutti quelli che già hanno seguito Alfano, Fitto e Verdini.
L' ex Cavaliere ha promesso al suo partito barcollante attorno al 10% che tornerà da Villa Certosa in forma, dimagrito, pronto non più al giro delle province italiano (programma abolito) ma ad una massiccia presenza televisiva. Obiettivo, scalare il consenso perduto, puntare al 20%, diventare il secondo partito italiano, scommettere sul ballottaggio contro Renzi quando si andrà a votare per le politiche. Ad oggi è più che altro il classico sogno di mezza estate.
Il pragmatico Gasparri si accontenterebbe di un riposizionamento tra il 16 e il 17% per fare di Fi il primo partito del centrodestra, levando a Salvini la palma e la presunzione di leadership. «Io non mi occupo di miracoli. Mentre aspettiamo che si materializzi il sogno di un' Altra Italia, mi occupo dell' attività ordinaria di Fi.
È quello che dovrebbe fare Berlusconi, senza pensare al nuovo che verrà, anche perché non sappiamo se verrà». Solo rilanciando Fi Berlusconi può trattare con Salvini da una posizione di forza le candidature dei sindaci alle comunali del 2016 (10 milioni di lettori e città come Milano alle urne). Riportandosi nei sondaggi sopra la Lega, in caso di elezioni politiche, potrà convincere Matteo a fare una lista unica se l' Italicum non dovesse essere modificato con il premio alla coalizione.
L' ex premier ha dimostrato in passato di avere il fiato per le rimonte ma il tempo passa, la delusione per il suo partito gli è stata confermata di recente da tutti i focus group che ha fatto Euromedia della Ghisleri.
E allora potrebbe non farcela in questo tornante, anche perché dopo la curva delle riforme potrebbe trovarsi di fronte alle urne senza un' alleanza con il Carroccio, con il partito che continua a perdere pezzi. Berlusconi deve evitare a tutti i costi che Renzi non ce la faccia, ma non può andargli in soccorso come un Nazareno qualsiasi. Il leader degli azzurri dovrà usare tutte le sue armi per convincere il premier a rallentare e accettare il Senato elettivo. La garanzia che verrà data al premier è sui tempi: «Faremo presto, porteremo in porto la nave».
RENZI BERLUSCONI MONTEZEMOLO AL TEATRO REGIO DI PARMA
Il primo tentativo lo farà il capogruppo a Palazzo Madama Paolo Romani con il ministro Boschi. In un secondo momento sarà il turno dello stesso Berlusconi direttamente con Renzi. Dice Romani: «Non si tratta di fare nuovi patti del Nazareno né accordi a due. Così come non ci interessa fare da sponda a Gotor e ai dissidenti del Pd o fare pasticci con listini come proposto da Zanda e Quagliariello.
Dobbiamo camminare sulla via maestra alla luce del sole e aprire un tavolo di trattativa, dicendo che vogliamo il Senato elettivo, modificando l' articolo 2 del ddl Boschi». Ma Renzi vuole evitare di ricominciare tutto daccapo e perdere altri sei mesi. «Ci vorrà comunque altro tempo e un nuovo passaggio alla Camera - risponde Romani - perché sicuramente ci saranno modifiche al Senato. Ma anche cambiando l' articolo 2, io garantisco che non si perderà tempo.
renzi berlu f ef b f a d e b c kFQH U D x LaStampa it
Noi abbiamo dimostrato di saper rispettare i patti e di poter accelerare le intese. In due ore abbiamo trovato con il Pd l' accordo sulla presidenza della Rai. Anche l' approvazione dell' Italicum e i due primi passaggi parlamentari della riforma costituzionale hanno viaggiato speditamente grazie a un intesa con noi».
Senza dimenticare che Berlusconi ha un' altra priorità, almeno tra quelle palesi: cambiare l' Italicum. «Siamo sinceri, il nostro vero obiettivo è la legge elettorale e il premio di coalizione. Serve a noi per andare alle urne con la Lega ma serve anche a Renzi. Attorno a lui oggi c' è chi non è più sicuro di vincere al ballottaggio».
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