RUBY UNO, DUE E TER! DOPO LA DECADENZA, IL SIRE DI HARDCORE RISCHIA UN’ALTRA INDAGINE: IL “RUBY TER” PER CORRUZIONE GIUDIZIARIA

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Emilio Randacio per "la Repubblica"

Dieci giorni di fuoco. Dieci giorni che potrebbero imprimere una nuova svolta al futuro giudiziario e politico di Silvio Berlusconi: sabato 23 novembre, mercoledì 27 e per finire il martedì successivo, 3 dicembre. Tre scadenze che surriscalderanno ulteriormente il clima politico e faranno traballare nuovamente il governo di Enrico Letta.

La prima tappa è fissata esattamente tra due settimane. Ultimo giorno utile per il deposito delle motivazioni del processo sul Rubygate. In primo grado, il 24 giugno scorso, il processo è finito con una condanna di sette anni per concussione e prostituzione minorile. Le pressioni sulla questura, a fine maggio 2010, per far rilasciare la minorenne Ruby El Marough la prima imputazione.

Rapporti sessuali con la diciassettenne marocchina, la seconda. Tra due settimane si capirà su quale basi i tre giudici (donne) della quarta sezione penale hanno basato il proprio convincimento. E la loro ricostruzione, è chiaro, solleverà più di una polemica. Si capirà allora la dinamica cristallizzata dal dibattimento, su quelle «cene eleganti » che in realtà si tramutavano in bunga-bunga.

Ma, soprattutto, spiegheranno le testimonianze sospette rese in aula da uomini vicinissimi al Cavaliere: dall'ex segretario particolare Valentino Valentini alla scudiera Maria Rosaria Rossi e alla europarlamentare Licia Ronzulli, fino al cantante Mariano Apicella. E verranno anche analizzate le bugie delle Olgettine, le fedelissime frequentatrici di Arcore che a verbale, spesso di fronte a evidenze opposte, hanno parlato solo ed esclusivamente di incontri conviviali.

Giusto il tempo che le polemiche si spengano, e mercoledì 27 sarà l'aula del Senato a votare sulla decadenza di Berlusconi. A quasi quattro mesi dalla sentenza definitiva Mediaset - quattro anni di condanna per frode fiscale, tre coperti da indulto - e soprattutto dall'interdizione dai pubblici uffici, recentemente corretta dalla Corte d'Appello. Con il voto palese, le previsioni danno l'esito del voto quasi scontato, anche se le sorprese sono sempre possibili.

Qualsiasi sarà la decisione di Palazzo Madama, le polemiche ripartiranno forzatamente solo sei giorni dopo. Proprio per quella data, infatti, sarà la volta delle motivazioni sul processo «Rubygate due». Quello in cui sono stati condannati a sette anni Lele Mora ed Emilio Fede, e a cinque l'ex consigliere regionale del Pdl, Nicole Minetti.

Erano loro, secondo l'architrave dell'accusa dei pm Sangermano e Forno, ad arruolare le prostitute da offrire al Cavaliere durante le serate del bunga- bunga. L'ex talent scout di tronisti e cubiste è stato riconosciuto colpevole per induzione e favoreggiamento della prostituzione. Fede e Minetti, invece sono stati assolti dal primo reato e condannati per il secondo.

Anche qui, inevitabilmente, riemergeranno i fantasmi e le finalità di quelle che il Cavaliere si è sempre ostinato a battezzare come cene tra amici. E, soprattutto - ed è il punto più delicato che riguarda l'immediato futuro di questa vicenda - tutte le coperture
che avrebbero accompagnato i depistaggi per impedire che lo scandalo Ruby travolgesse Berlusconi quando risiedeva a Palazzo Chigi.

Il collegio presieduto da Nunzia Gatto, nelle motivazioni che depositerà a dicembre, dovrà spiegare perché vanno indagati i legali storici del Cavaliere, Niccolò Ghedini e Piero Longo e la stessa Ruby.

Nel mirino le testimonianze difensive raccolte dagli avvocati a ottobre 2010, quando lo scandalo non era ancora finito sui giornali. Da chiarire ci sono i versamenti che sempre il Cavaliere continua a garantire mensilmente alle ospiti di Arcore, chiamate poi in aula a testimoniare. A seconda delle motivazioni di questa sentenza, per Berlusconi e gli uomini a lui più vicini, nel giro di poche settimane potrebbe riaprirsi una nuova «grana» giudiziaria. Questa volta con un'accusa ancora più pesante: corruzione giudiziaria.

 

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