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Da Repubblica
Un appalto milionario per sistemi informativi alla presidenza del Consiglio. Un business che, nel 2010, durante il governo Berlusconi, finì, con la scusa della segretazione, nelle mani di Italgo, società dell'imprenditore Anselmo Galbusera, vicinissimo al faccendiere Luigi Bisignani. E ora i due, insieme al responsabile di quel procedimento, il generale del carabinieri ed ex comandante del Dipartimento per le risorse strumentali della presidenza del Consiglio, Antonio Ragusa (amico di Bisignani e intercettato ma non indagato durante l'inchiesta sulla P4), sono indagati per corruzione in concorso.
La gara, stando alla ricostruzione del pubblico ministero della capitale Paolo Ielo, sarebbe stata pilotata anche grazie all'aiuto di Selex Management che era la capofila dell'associazione di imprese (l'altra era appunto Italgo) che si aggiudicò l'affare. E a fare da mediatore su quel versante fu Lorenzo Borgogni, anche lui indagato, ex potentissimo capo delle relazioni esterne di Finmeccanica nell'era Guarguaglini già coinvolto in tutte le altre inchieste sul colosso degli armamenti. Uomo forte della holding di piazza Montegrappa nelle stanze dove si facevano gli affari veri.
Quella gara, secondo le dichiarazioni fatte dallo stesso Borgogni ai magistrati, fu vinta senza titolo: l'azienda dell'amico di Bisignani non aveva alcun requisito per aggiudicarsi quel business milionario e delicato. Però ci riuscì grazie al prezioso aiuto di Ragusa che, secondo le ipotesi dell'accusa, avrebbe fornito una serie di informazioni necessarie per vincere l'appalto. In cambio, il generale avrebbe ottenuto favori di vario genere, primo fra tutti l'assunzione del figlio in una società collegata alla galassia Finmeccanica.
à questo uno dei tanti rivoli dell'inchiesta sul colosso italiano sulla quale sono al lavoro i magistrati partenopei e quelli romani. Anche se per ora si tratta soltanto di ipotesi che vanno verificate: proprio per questo nei giorni scorsi i carabinieri del Ros e i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Roma hanno perquisito la sede dell'Italgo e le abitazioni e uffici dei quattro indagati. I militari hanno anche fatto tutta una serie di acquisizioni alla sede di Selex Management alla ricerca di documentazione sull'appalto ora al centro dei sospetti.
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