VAI CON IL BLA-BLA E A LUGLIO ARRIVA UN’ALTRA BATOSTA: L’IVA AL 22%

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Da "Il Foglio"

Mentre i giorni passano, si avvicinano due scadenze per le quali occorre intervenire prima che diventino ingestibili. La legge di stabilità ha previsto l'aumento automatico dell'Iva di un punto percentuale a partire dal prossimo luglio, qualora non si trovino altre risorse, per realizzare gli obiettivi di bilancio stabiliti. L'aumento dell'aliquota normale dal 21 al 22 per cento sarebbe un'altra batosta per la domanda di consumi - già in calo - e genererebbe nuove difficoltà per le famiglie in un periodo in cui un terzo di esse fa fatica a fare quadrare il bilancio domestico.

Si tratta, però, di una clausola di salvaguardia, una sorta di "pilota automatico", che entrerebbe in funzione solo se il governo non trovasse altre soluzioni, mediante la riduzione di spese e la limatura di agevolazioni tributarie. Non è un'impresa impossibile, perché il gettito previsto è di 4 miliardi, lo 0,25 per cento del pil.

Ma per fare un'operazione accettabile occorre un lavoro di rassegna dei possibili tagli da effettuare, che richiede di norma qualche mese. Inoltre per la cassa integrazione "in deroga", che riguarda le situazioni di emergenza non previste da quella ordinaria e gli interventi a favore di lavoratori parasubordinati (che normalmente non godono di questa protezione sociale), la legge di stabilità ha stanziato 1,7 miliardi. Soldi che non bastano per tutto l'anno perché le domande sono maggiori del previsto.

Anche in questo caso, non servono molti miliardi ma occorre fare presto per reperirli e per evitare il rischio di un blocco delle erogazioni. E, dato l'attuale disagio sociale, sarebbe come un incendio in una polveriera. Su tutto incombe la questione del rimborso dei crediti che le aziende vantano con la Pubblica amministrazione: secondo Confindustria sono 71 miliardi, ma forse sono molti di più. E le soluzioni varate sinora, tramite l'intermediazione bancaria, non hanno funzionato. La crisi di liquidità che ciò genera, specie nell'edilizia, comporta anche un grosso ostacolo alla ripresa (quando e se arriverà). Urge quindi sbloccare la situazione.

Ma l'unico punto programmatico su cui Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, sembra aver trovato un accordo col Movimento 5 stelle di Beppe Grillo consiste nel concedere l'autorizzazione del Senato all'eventuale richiesta di arresto di Silvio Berlusconi. Su questo sono tutti d'accordo. Sul resto, non sembrano interessati alla gravità del momento.

 

IMUTASSA SULLA CASA jpeg