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1. PER RENZI MENTANA STENDE IL TAPPETO ROSSO
http://www.liberoquotidiano.it/news/spettacoli/11567638/Per-Renzi-Mentana-stende-il-tappeto.html
Matteo Renzi annuncia "la più grande manovra della sinistra", un taglio delle tasse "epocale". Ed Enrico Mentana stende il tappeto rosso: nientemeno che uno "speciale" in diretta su La7 nel tardo pomeriggio, a meno di due ore dalla edizione serale del suo Tg. Ma tant'è: il direttore di tg più renziano che c'è decide che l'occasione è di quelle che valgono la diretta. E così va in onda intorno alle 18.
Peccato che nel frattempo il "grande taglio delle tasse" annunciato dal premier si sgonfi. Sul cuneo fiscale, si scopre a metà pomeriggio, ci sarà solo una sua "informativa". E anche sui pagamenti alle aziende dei debiti delle P.A. il governo sceglie la strada del disegno di legge, che permette di prendere tempo, piuttosto che quella del decreto che ha tempi più ristretti.
Insomma, dopo il flop dell'annuncio della rielezione di Napolitano al Colle e la pubblicità mandata in onda proprio quando Renzi iniziava il suo decisivo intervento alla direzione Pd, a Mentana continua buttare male. Anche stavolta, quando Renzi inizia a parlare a Palazzo Chigi, La7 è in pubblicità . Gli spot si interrompono e sullo schermo compare il premier. Poi riappare uno spot della Barilla, interrotto dalla riapparizione di Renzi. Che parla con sotto la voce di Mentana. Diretta da ridolini...
2. LA BOSCHI SI DIFENDE DALLA BIGNARDI: "VALUTATEMI SULLE RIFORME, NON SULLE FORME"
Alessandro Trocino per il "Corriere della Sera"
«Voglio essere valutata sulle riforme non sulle forme». Maria Elena Boschi si presenta di fronte a Daria Bignardi con il sorriso e lo mantiene fino alla fine delle Invasioni Barbariche . Non deve essere stato facile, vista le domande inquisitorie dell'economista Luca Ricolfi e quelle incalzanti della conduttrice Daria Bignardi.
Ma il ministro delle Riforme e dei Rapporti con il Parlamento tiene il punto e si fa scalfire solo lievemente dalle accuse e dalla «colpa» di essere un ministro giovane, donna e per di più di aspetto piacevole.
Gli ultimi sono stati giorni esaltanti e tremendi. L'orgoglio di essere un ministro di 33 anni (e i timori per un compito così gravoso). La rabbia di essere diventata il bersaglio, talvolta ingiustificato, di molti. Boschi non parlava in pubblico da giorni. Niente interviste, posa professionale e serietà esibita, per non concedere spazio alle critiche. Non è bastato. Sono arrivate prima le intemperanze, poco divertenti, della Jena Enrico Lucci. Poi l'esilarante satira di Virginia Raffaele.
Ma anche le accuse di Beppe Grillo (sul biglietto «fantasma» per Dorina Bianchi) e quelle di Lucia Annunziata, che ha denunciato al Corriere il suo tentativo di far ritirare un articolo sgradito dall'Huffington Post . Come se non bastasse, è arrivata la sconfitta del suo Milan, con l'uscita dalla Champions. Per fortuna la legge elettorale, sia pure d'un soffio, è passata alla Camera e così Boschi ha deciso di uscire dal guscio, presentandosi a Bignardi.
Ad accoglierla è il professor Ricolfi. Dopo qualche scambio di battute, Boschi lo provoca scherzando: «Visto che ha un atteggiamento da esame universitario, che voto mi dà ?». La risposta non è compiacente: «Si può dare dall'8 al 9 per la comunicazione e dal 3 al 4 per i contenuti». Replica del ministro: «Non è molto generoso, deve smentirmi sui fatti».
Congedato Ricolfi, tocca a Bignardi incalzare il ministro. E rievocare l'episodio denunciato da Annunziata: «Ma come, lei così gentile ed educata, minaccia i giornalisti?».
Boschi replica spiegando che «in quell'articolo c'erano tre bugie, tre balle, cose magari marginali. Le ho detto che se non smentiva, l'unico modo era rivolgermi a un giudice. Ma non lo farò». Quanto all'inesperienza, il ministro non ripete la «gaffe» di Marianna Madia: «Per noi la mancanza di confidenza con il potere è un complimento. Ma sappiamo esattamente dove vogliamo andare».
Bignardi le chiede se si aspettava che sarebbe stato così, il potere, se le danno fastidio i dettagli su come è vestita (ieri: camicia bianca, jeans e scarpe rosse con il tacco alto): «Non mi lamento di niente e non ne soffro. Gli occhi azzurri sono merito della mia mamma. Certo, ogni tanto certi commenti, come quelli sui miei abiti al giuramento, mi toccano». O come quelli della Jena Lucci: «Ha esagerato, è stato pesante e ha mancato di rispetto».
Ma Boschi guarda avanti e non si cura dei commenti, o così dice: «Per abolire il Titolo V ho abolito un po' la mia vita privata. Entro la fine del 2015 cancelleremo anche il Senato». Rispetto a Renzi, esibisce autonomia: «Non gli do sempre ragione, sul Titolo V ho fatto delle modifiche al testo che mi aveva presentato». Conclusione, con un tuffo nel passato: «Sì, ho fatto la Madonna nel presepio vivente». «Sì, ho fatto la chierichetta in parrocchia». E sì, «Berlusconi mi ha detto che sono troppo bella per essere comunista». Naturalmente, sul punto, la smentita arriva solo sull'essere comunista.
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