DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Francesco Bonazzi per Dagospia
Oggi il calendario cattolico celebra San Vittore martire e quello delle procure anche. In due distinte inchieste, tra Milano e Reggio Calabria, sono finiti in manette gli ex deputati forzisti Claudio Scajola e Luigi Grillo, manager e costruttori legati a Expo2015, e due vecchie conoscenze di Tangentopoli come Primo Greganti (Pci) e Gianstefano Frigerio (Dc e poi Forza Italia).
Matteo Renzi si sforza di tenere gli arresti eccellenti lontano dalla campagna elettorale e afferma che "la politica non deve mettere il becco nelle inchieste". Non sarà facile, perché Forza Italia già gli ricorda, con Barbara Carfagna, che serve la riforma della giustizia. E poi il nome di Silvio Berlusconi, nelle carte, c'è anche questa volta, anche se non risulta indagato.
All'Expo manca solo un anno e l'Italia ci si gioca la faccia. Ma anche una montagna di miliardi - e poi di terreni edificabili, a capannoni smontati - e allora ecco la procura di Milano che parla di "cupola politica" per spartire i lavori. Al centro di questo primo filone ci sono un manager dell'Expo, Angelo Paris, e un costruttore che ha vinto un grosso appalto, Enrico Maltauro Intorno a loro, tra consulenze e tangenti mascherate, si sarebbero mossi vari mediatori politici. Nelle intercettazioni si parla anche di Maurizio Lupi, Gianni Letta, Cesare Previti e Silvio Berlusconi. Nessuno di loro è indagato, ma gli ultimi due sarebbero coinvolti in alcuni incontri e cene (almeno una ad Arcore) con gli arrestati di oggi. Le polemiche politiche, nei prossimi giorni, sono assicurate.
L'ex ministro degli Interni invece si è fatto arrestare nel giorno della Festa della Polizia dalla Direzione Antimafia di Reggio. Scajola è accusato di aver provato ad aiutare un altro ex deputato forzista, l'imprenditore Amedeo Matacena, a sottrarsi a una condanna per ândrangheta. Nell'ordinanza di custodia cautelare, il gip scrive che tra i due vi sarebbero anche "cointeressenze economiche". Berlusconi si è detto addolorato, ma ci ha tenuto a far sapere che se ha detto di no alla candidatura di Scajola alle Europee non è perché subodorasse qualcosa, ma perché con lui si perdono voti. Matacena lo volevano mandare a Beirut, come Dell'Utri.
Il resto della giornata politica è poca cosa. Renzi fa nuove promesse e garantisce che nel giro di un anno sparirà la dichiarazione dei redditi come l'abbiamo conosciuta, ovvero un documento complicato e a misura di Caf (sindacati) e commercialisti. Mentre sulle riforme cala il silenzio, con Forza Italia che si prepara a salvare nuovamente il governo sul Senato, ritirando l'appoggio all'ordine del giorno Calderoli.
Buone notizie dai mercati, con lo spread sotto quota 150 punti, ai livelli di tre anni fa. Mentre Mario Draghi ammonisce che un'uscita dalla moneta unica ci riporterebbe agli anni Settanta. Intanto, con l'Expo sembra tanto di tornare a vent'anni fa.
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