DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Francesco Bonazzi per Dagospia
Il giorno dopo la grande televendita di Palazzo Chigi, la Bce gela l'Italia sui sogni di elasticità nei conti pubblici e l'Unione europea chiede "il rispetto dei patti", pur ammettendo che le misure annunciate vanno nella giusta direzione.
Dopo le forti perplessità di Giorgio Napolitano sull'idea di recuperare 6 miliardi di euro di coperture da un aumento del rapporto deficit-pil dal 2,6 al 3% - tetto massimo consentito - oggi è arrivata la doccia gelata della Banca centrale europea, guidata da quel Mario Draghi che sul rigore finanziario fa asse con il Quirinale.
Per carità , si trattava di giudizi e "consigli" contenuti nel bollettino statistico mensile, come ha fatto giustamente notare il Tesoro, per tentare di smontare la sfortunata coincidenza di tempi con gli annunci di ieri. Ma l'accusa di non aver offerto segni tangibili sulla strada della riduzione del deficit, promesso al 2,6%, e la richiesta di "compiere tutti i passi necessari" in quella direzione sono un pessimo viatico per l'ambizioso pacchetto da 10 miliardi di tagli Irpef promesso da Renzie.
Il premier ha fiutato l'aria e oggi ha rilanciato, più che sui numeri, buttandola in politica. A un convegno romano sull'Europa, il Rottam'attore da un lato ha scandito che "il governo italiano rispetta tutti gli impegni che ha con l'Europa", ma dall'altro ha sottolineato che l'Europa ormai "è associata più ai vincoli" che a una "straordinaria scommessa politica".
Sempre con gli occhi della politica, in attesa che sia il ministro Padoan a mettere nero su bianco i numeri giusti (si spera) nel Def di fine mese, i segnali più importanti di giornata sono due. Il pacchetto della Renzie-nomics è molto piaciuto agli alfanoidi, con il ministro degli Interni (con vista sul Kazakistan) che ne ha praticamente rivendicato la filosofia.
Un buon segno sulla tenuta futura del governo, nonostante l'asse del premier con Berlusconi resti ben solido sulle riforme. Mentre il taglio dell'Irpef ai dipendenti non è andato giù ai sindacati dei pensionati, che protestano per la clamorosa esclusione di "chi ha già pagato prezzi altissimi" alla crisi e al rigore finanziario. In ballo ci sono milioni di voti e il premier lo sa bene.
Tuttavia Renzie ha spiegato che "per ora non ci sono i soldi" per dare una mano anche ai pensionati. Poi in serata ha aggiunto che se a maggio non metterà i soldi promessi nelle buste paga "allora è un buffone" e infine si è dipinto come uno che ormai "vive a Palazzo Chigi agli arresti domiciliari". Battuta che non avrà fatto ridere più di tanto il condannato Berlusconi e che è stata pronunciata registrando la puntata di Porta a Porta. Il degno luogo dove ogni "televendita" si sublima in "patto con gli italiani".
MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE PADOAN FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE ALFANO VESPA RENZI FOTO LAPRESSE
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