
DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL…
Francesco Bonazzi per Dagospia
Se non ci fosse l’economia, l’estate di Renzie sarebbe quasi perfetta. Anzi, vista con i suoi occhi, sarebbe trionfale. La riforma del Senato procede spedita e l’accordo sulla legge elettorale sembra a un passo, ma domani arrivano dati poco piacevoli sulla (non) crescita del Pil italiano e tocca mettere in cantiere tagli e correzioni dei conti pubblici. Mentre oggi è arrivata pure una polemica piuttosto spigolosa con la Confcommercio sul famoso bonus degli 80 euro.
Cominciamo proprio da qui, dal fronte economico. Oggi Renzie ha incontrato lungamente il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e con lui ha preparato le mosse per domani e per i prossimi giorni. Domani, l’Istat potrebbe certificare che siamo in stagnazione assoluta o, addirittura, in leggera recessione. Bisognerà correggere il Def, che immaginava una crescita dello 0,8%, e tenere d’occhio il parametro del 3% nel rapporto deficit-pil.
Dall’opposizione, parlando con Dagospia, Renato Brunetta chiede “un’operazione verità” e una manovra da “25-30 miliardi”. Renzie farà di tutto per evitarla e punta sui tagli alla spesa.
Pittibimbo vuole anche confermare il bonus Irpef da 80 euro, ma proprio oggi la Confcommercio ha definito i suoi effetti sui consumi “quasi invisibili”. Una notazione che è andata per traverso al premier, lesto a replicare così: “Lo vadano a spiegare a 11 milioni di italiani che la pensano in modo diverso”. Difficile però pensare che Confcommercio non mastichi la materia e non si sia accorta di nulla.
Carlo Sangalli moglie
Renato Brunetta
Sul fronte delle riforme, invece, la strada di Renzie sembra in discesa, tanto che giovedì potrebbe intervenire a Palazzo Madama per sancire l’approvazione della riforma del Senato. Lega e Cinque Stelle sono per gran parte dei lavori fuori dall’Aula e il voto finale può arrivare giovedì, ovvero con un giorno di anticipo. Per Renzi “è l’inizio di un cambiamento storico”, ma bisogna ancora fare attenzione a un voto segreto, quello su indulto e amnistia: potrebbe essere palestra favorevole alle gesta dei franchi tiratori.
Il grosso dell’attenzione si sposta dunque sulla riforma elettorale, e anche qui il premier è ottimista. Oggi ne ha discusso anche con Angelino Alfano, che chiede soglie più blande e le preferenze, e domani dovrebbe sancire un nuovo accordo con Silvio Berlusconi. “Dopo toccherà ai problemi veri delle persone”, promette Renzie, che si rende conto del pericolo di una certa astrazione dai temi economici.
Intanto va detto che l’esecutivo, per tirare avanti, non sembra poter fare a meno del voto di fiducia. Oggi se l’è cavata così, con la fiducia numero 18 in soli sei mesi di governo, per far approvare il decreto Madia sulla Pubblica amministrazione, che ora torna alla Camera e va approvato entro il 23 di questo mese. E la questione di fiducia è stata messa anche alla Camera sul decreto competitività. Il continuo ricorso alla fiducia è l’altra faccia del Patto del Nazareno e un’ammissione di debolezza del governo.
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