DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Matteo Pucciarelli per ''la Repubblica''
L'europarlamentare Angelo Ciocca, sempre un po' sopra le righe nelle sue performance a volte pittoresche da leghista vecchia scuola, dice con molta moderazione che «non bisogna aver fretta di invecchiare ». Tradotto: inutile parlarne ora, martedì sapremo tutto. «Troveremo una sintesi», assicura.
Dopodomani infatti la delegazione dei 28 deputati del Carroccio a Bruxelles si incontrerà con Giancarlo Giorgetti, numero 2 del partito e responsabile Esteri, e Matteo Salvini. All'ordine del giorno c'è la discussione sul che fare al Parlamento europeo, cioè se rimanere nel gruppo Identità e democrazia o se cambiare. Perché ormai è chiaro a tutti, anche ai più convinti sovranisti, che stando dentro Id la Lega non tocca palla.
Il "cordone sanitario" attorno agli euroscettici funziona: «Non importa le proposte di legge che fai, conta l'origine. E la nostra non ci permette di far passare assolutamente nulla. Zero. Non abbiamo neanche una vicepresidenza di commissione ai grilli che cantano... », dice quasi sconsolato un altro leghista. La soluzione? Chissà. Passare al misto potrebbe significare essere egualmente irrilevanti, anzi perdere fondi per il gruppo, ma potrebbe rappresentare pure un "purgatorio", una fase intermedia prima dell'entrata nel Ppe, la più importante famiglia europea assieme a quella dei socialisti.
Gianna Gancia e Diana Pavlovic
Ma da qui a sapere quale sarà la decisione finale di martedì, ce ne passa. Per dire, Silvia Sardone, una che non si tira mai indietro, è cauta: «Riparliamone dopo la riunione...». Ieri i comunicatori del partito hanno consigliato i deputati di non esporsi: troppo alto il rischio di venire smentiti. Giusto Gianna Gancia, eurodeputata piemontese e moglie di Roberto Calderoli, ha consegnato al sito Formiche una riflessione per dire che «la Lega può proporsi alla guida del centrodestra italiano per essere il motore del cambiamento all'interno delle istituzioni europee, come contenitore federalista e liberale delle forze del rinnovamento»; e poi, occorre «non rinchiudere l'Europa nella cortina del protezionismo, bensì dotarla della forza necessaria per aprirsi al resto del mondo».
Al netto del politichese, il senso è che a lei come ad altri il cantuccio sovranista sta ormai stretto. Che poi è quel che pensa pure Giorgetti, anche in un'ottica italiana: se Salvini vuol guidare un centrodestra di governo, in Europa la Lega deve esser più propositiva. Vincenzo Sofo, eurodeputato eletto in Calabria e compagno di Marion Le Pen, più in generale dice che «dappertutto il sovranismo ha bisogno di un passaggio di maturità politica e anche in Francia il dibattuto in questo senso è forte. La sfida è europea, coinvolge tutti, per una destra che non rinneghi la propria natura, che non si appiattisca al centro e alle ragioni dell'establishment . Ma che neanche si releghi all'opposizione eterna». Tocca solo capire, ora, se la virata sarà brusca o se si troverà un compromesso.
VINCENZO SOFO CON MARION E MARINE LE PENMARION MARECHAL LE PEN CON VINCENZO SOFO
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