DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Estratto dell'articolo di Rosalba Castelletti per "La Repubblica"
Il primo viaggio di Sergej Lavrov in un Paese Ue dall’inizio dell’offensiva russa in Ucraina doveva essere un principio di disgelo e, invece, si è trasformato in un duello a distanza ravvicinata. Segno che, a dispetto della telefonata dello scorso mese tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente russo Vladimir Putin o del prossimo insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, la distanza tra Mosca e Occidente resta ancora incolmabile.
«L’Ucraina continua a lottare per il suo diritto di esistere. Conquisterà questo diritto e la giustizia prevarrà», ha tuonato il capo della diplomazia ucraina Andrii Sybiha che, per sorteggio, ha aperto i lavori definendo Lavrov un «criminale di guerra» e accusando la Russia di rappresentare «la più grande minaccia» alla sicurezza in Europa. Quando poi è venuto il turno di Lavrov di salire sul podio, Sybiha ha abbandonato la sala insieme ai ministri degli Esteri di Lettonia, Cechia e Polonia.
SERGEI LAVROV CON APPLE WATCH E IPHONE
«Lavrov viene qui per mentire sull’invasione russa e su ciò che la Russia sta facendo in Ucraina. E non ascolterò queste bugie», ha spiegato il polacco Radoslaw Sikorski proponendo di sospendere la Russia dall’Osce. Anche Lavrov, quarto oratore della giornata, ci è andato giù pesante. Non ha risparmiato nessuno. Né i Paesi occidentali che, sordi agli «avvertimenti» di Putin, pensano di inviare forze di pace in Ucraina. Né gli Stati Uniti rei, a suo dire, di «destabilizzare il continente eurasiatico».
«Il risultato — ha concluso — è la reincarnazione della Guerra Fredda, ma ora con un rischio molto maggiore della sua escalation nella fase calda». Poi a sua volta ha lasciato la stanza.
È toccato al segretario di Stato americano Antony Blinken ribattere. Rivolto a una sedia vuota, ha castigato Lavrov per non avergli concesso «la cortesia di ascoltarci come noi abbiamo ascoltato lui» e per aver «annegato gli ascoltatori sotto uno tsunami di disinformazione».
«Non permettiamogli di ingannarci. Questa non è e non è mai stata una questione di sicurezza della Russia, ma del progetto imperiale di Putin di cancellare l’Ucraina dalla mappa geografica», ha detto. Soltanto i ministri di Ungheria e Slovacchia si sono smarcati dai botta e risposta infuocati concedendo a Lavrov una stretta di mano e un colloquio.
La partecipazione del ministro russo al vertice Osce aveva causato polemiche già alla vigilia. Invece dei loro ministri, Lituania ed Estonia avevano annunciato che avrebbero inviato delegati di rango inferiori. E, dopo le «obiezioni» di diversi Paesi, Malta aveva revocato all’ultimo minuto il visto precedentemente concesso alla portavoce di Lavrov, Maria Zakharova. [...]
Ucraina, Paesi Baltici e Polonia non avevano partecipato e decine di ministri dei 57 Paesi membri avevano lasciato la sala durante l’intervento del diplomatico russo. Che stavolta alcuni di loro siano rimasti al loro posto mentre Lavrov parlava è stato un timido passo avanti. [...]
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