DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
1 - INCHIESTA PERUGIA: DE RAHO, 'ADDITARE ME È MODO PER ATTACCARE OPPOSIZIONE'
(Adnkronos) - "Additare me è soltanto un modo per attaccare l'opposizione, che è comunque al di fuori di qualunque congegno dossieristico come quello che è avvenuto, se effettivamente sia avvenuto". Lo ha detto l'ex Procuratore nazionale antimafia, Cafiero De Raho, a margine di un convegno sul ricordo di don Peppe Diana, riguardo l'inchiesta sul presunto dossieraggio.
"Si rileva chiaramente che tutti gli accessi sono stati fatti fuori dalla Direzione nazionale e che sono evidentemente tutti strumentali, perché il controllo su quel settore lo avevano altri ed è altrettanto evidente che, avendo la Procura nazionale tante e tali articolazioni, finalità e campi in cui ci si muove, additare me è solo un modo per attaccare l'opposizione". Secondo De Raho, "c'è bisogno di fare chiarezza sulla vicenda, soprattutto su chi si è mosso e su quelle parti politiche che hanno utilizzato quegli accessi".
2 - DOSSIERAGGI, DE RAHO NEL MIRINO DELLA DESTRA "NON PUÒ STARE NELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA"
Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti per “la Stampa”
L'offensiva del destra-centro contro il deputato Federico Cafiero De Raho, magistrato prestato al M5S, è soltanto agli inizi. E non terminerà presto perché hanno individuato in lui uno degli anelli deboli nel caso dei dossieraggi, all'esame della procura di Perugia, ma su cui anche la Commissione parlamentare antimafia andrà avanti a lungo.
Sarà la commissione presieduta da Chiara Colosimo, FdI, infatti, a dominare la scena. Il primo scoglio è però il caso Cafiero, che era alla guida della superprocura negli anni degli accessi abusivi, dal 2017 al 2022, oggi è il vicepresidente dell'Antimafia, e non ha alcuna intenzione di dimettersi o ammettere alcunché.
maurizio gasparri congresso forza italia
«Consiglio al grillino De Raho di fare un passo di lato. Oggi lo dico pacatamente, non vorrei essere costretto a farlo con veemenza. Se resterà nella commissione Antimafia, si troverà presto in grave imbarazzo. È una promessa». Così parla Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato. Minaccioso. Così dicono un po' tutti dentro il destra-centro.
E anche Maria Elena Boschi, Italia Viva, ha sostenuto che «sarebbe buona norma che […] De Raho non partecipasse alla commissione di inchiesta quando si tratta di affrontare il tema del dossieraggio[…] ». Secondo Boschi, l'ideale sarebbe addirittura che sia lui a chiedere di «essere ascoltato dalla Commissione antimafia per dire quello che sa... anche solo per dire che non ne sapeva nulla».
Si profila una battaglia personale e politica, insomma. La maggioranza cavalcherà le parole dell'attuale superprocuratore, Giovanni Melillo, che non ha fatto sconti al predecessore. Proprio su questo giornale, c'è stato un puntuto botta-e-risposta tra Melillo e Roberto Scarpinato, collega di Cafiero De Raho nel M5S, perché quest'ultimo, intervistato, aveva lasciato capire che in fondo Melillo non avesse poi chissà quali argomenti contro Cafiero.
Indubbiamente il M5S è sulle spine. Nei giorni scorsi, sono state date risposte secche alle accuse. «Schizzi di fango vergognosi, stupidaggini e attacchi indecenti». Ma Gasparri è talmente intenzionato a braccare Cafiero De Raho che sta valutando di chiedere a qualche suo senatore di lasciargli temporaneamente il posto nella Commissione per duellare direttamente con l'ex procuratore nazionale.
«Trovo totalmente inopportuno – dice – che stia in Antimafia e che da vicepresidente […]
chieda l'acquisizione di alcuni atti presso la superprocura relativamente al periodo della sua direzione. Fa due parti in commedia. Non capisco come non veda il conflitto di interessi».
Gasparri e Forza Italia hanno vecchie ruggini con Cafiero De Raho. Si deve tornare indietro al 2014, quando Cafiero aveva preso la guida della procura di Reggio Calabria e coordinava un'inchiesta bis sull'allora deputato forzista Amedeo Matacena […] e l'ex coordinatore del partito ed ex ministro Claudio Scajola. Ecco perché Antonio Tajani aveva sollevato il caso già la settimana scorsa.
CAFIERO DE RAHO GIUSEPPE CONTE
Gasparri insiste: «Cafiero e tutto il M5S mentono quando dicono che tra i due in passato non c'è stato alcun rapporto di dipendenza. Nell'inchiesta bis contro Matacena […], il procuratore Cafiero delegò alcune indagini all'ufficio di Roma della Dia. E lì, guarda caso, c'era anche Pasquale Striano, poi transitato alla Superprocura. Dove nel 2017 arrivò Cafiero. Tutto casuale?».
federico cafiero de raho foto di bacco (2)NICOLA GRATTERI CAFIERO DE RAHO
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