LA “CALOROSA” ACCOGLIENZA DI PUTIN AGLI USA AL G20: “MENTONO SAPENDO DI MENTIRE, SENZA L’OK DELL’ONU LA GUERRA È UN’AGGRESSIONE”

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Fabrizio Dragosei per il "Corriere della Sera"

Vladimir Putin ha accolto gli ospiti che arrivavano ieri a San Pietroburgo per l'inizio del G20 con una timida apertura sulle possibili decisioni del Consiglio di Sicurezza sulla Siria e con una raffica di critiche all'amministrazione Obama. Fino all'accusa al segretario di Stato John Kerry di aver mentito davanti al Congresso sul ruolo di Al Qaeda in Siria e «di sapere di mentire».

Insomma premesse che non sembrano dare molto spazio alla possibilità che Russia e Stati Uniti ritrovino una qualche intesa a breve sullo scottante tema dell'intervento militare che Washington ha in cantiere. Tanto che, secondo un giornale russo, il cerimoniale ha anche provveduto a non far sedere Putin e Barack Obama uno accanto all'altro al tavolo della discussione che inizierà oggi.

In una intervista concessa martedì sera e in dichiarazioni rilasciate ieri, il presidente russo ha riaffermato la linea del suo Paese sulla Siria. Se al Consiglio di Sicurezza venissero presentate prove certe sull'uso di armi proibite da parte dell'esercito siriano, allora Mosca potrebbe appoggiare una azione sotto l'egida delle Nazioni Unite. Ma è chiaro che per Putin questa è solo un'ipotesi teorica, visto che «nessuna prova concreta è stata presentata».

Il presidente russo è poi convinto che in questa fase il governo di Damasco non ha alcun interesse a dare agli americani il pretesto per intervenire: «Stanno vincendo, in alcune zone hanno circondato le forze ribelli e aspettano solo di liquidarle». Invece sarebbe nell'interesse degli insorti inscenare una «provocazione» per addossare ai nemici la colpa del massacro avvenuto.

Putin ha ricordato di aver fornito alla Siria parte di batterie di missili S-300s che sono «molto efficaci». Ma ha anche aggiunto che il suo governo ha per ora sospeso la consegna di altri elementi essenziali per renderle operative. Quindi la minaccia: è chiaro che se gli Stati Uniti procedessero unilateralmente, allora la Russia saprebbe come comportarsi, «magari anche con la consegna di armamenti sensibili in altre zone del mondo». Il riferimento potrebbe essere all'Iran che da anni sta aspettando altri missili russi bloccati a seguito di pressioni degli Stati Uniti e di Israele.

In quanto alle prove di cui disporrebbe Washington sull'uso di armi chimiche da parte di Assad, Putin è stato gelido. Ha parlato di «voci» e di vaghe intercettazioni, riferendosi, evidentemente, a materiale sul quale gli americani non vogliono fare troppa luce anche per paura di compromettere fonti e strumenti di intelligence segreti.

Ma ai russi questo non sta bene. E, con tono provocatorio, Vladimir Vladimirovich ha paragonato la questione siriana a quella irachena, quando nel 2003 l'allora segretario di Stato si presentò «addirittura con una fiala di polvere bianca», che poi si rivelò fasulla. «Ci siamo dimenticati di tutto questo?».

Secondo Putin oggi l'amministrazione Obama sta mentendo apertamente. Anche sulla presenza e sull'importanza di Al Qaeda tra gli insorti siriani. «E' stato spiacevole e sorprendente per me. Parliamo con loro e pensiamo che siano persone per bene. Ma il Segretario di Stato sta mentendo e sa di mentire».

Putin si riferiva all'intervento in Senato di Kerry il quale ha definito «fondamentalmente non vero» che l'opposizione sia sempre più infiltrata da Al Qaeda. Invece l'organizzazione terrorista, secondo Putin, è ormai uno dei pilastri della resistenza armata, «e loro lo sanno». Per Putin, i responsabili dell'amministrazione Usa «mentono magnificamente. Ho visto il dibattito al Congresso». L'autorizzazione all'intervento armato è sostanzialmente l'invito «a un'aggressione, perché tutto ciò che avviene al di fuori delle Nazioni Unite è semplicemente aggressione».

Il presidente russo ha anche chiarito perché la Russia ha deciso di concedere l'asilo temporaneo all'informatico americano Edward Snowden. Mosca da tempo chiede agli Stati Uniti un trattato di estradizione, per mettere le mani su vari personaggi rifugiatisi in America. «Ma sono gli Stati Uniti che non hanno voluto un accordo». Così niente Snowden.

Infine la questione dei gay. Secondo Putin, in Russia non c'è alcuna discriminazione e la legge che è stata approvata recentemente serve solo a proibire la propaganda omosessuale tra i giovani. Il presupposto, ha spiegato, «è che i matrimoni gay non producono figli, mentre la Russia attraversa un brutto periodo demografico. Abbiamo bisogno di famiglie complete, con più bambini».

 

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