DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Alessandro Sala per il Corriere della Sera
Se fosse necessario per garantire il varo di un governo di centrodestra - e per evitare il ritorno alle urne - Silvio Berlusconi non avrebbe problemi ad accettare i voti dei futuri «esuli» del M5S, oggi presenti nelle liste ma in rotta con i vertici del Movimento per la vicenda rimborsi. Intervistato da Tommaso Labate a #Italia18 su Corriere Tv , il leader di Forza Italia la spiega così: «Non si dice mai di no a chi è pronto a firmare il tuo programma. Questi sono stati presi a casaccio, è gente che non ha mai lavorato. La nostra coalizione sarebbe molto conveniente per loro: potrebbero trattenere per intero l' indennità parlamentare».
Parole a cui Luigi Di Maio ha replicato a stretto giro di Facebook: «Prima dicono che vogliono istituire il vincolo di mandato per evitare i cambi di casacca e poi sono pronti a prendersi quelli che la cambiano. È un atteggiamento peggiore della Camorra: gli atteggiamenti mafiosi si riversano in queste pratiche». Parla invece di «mercato delle vacche preventivo» Alessandro Di Battista.
Ma Berlusconi non ha parlato solo di 5 Stelle. Da Renzi alle larghe intese, dalla flat tax al programma per i giovani, il leader azzurro nel corso della diretta ha affrontato tutti i principali temi dell' agenda politica.
Chi sarà il candidato premier del centrodestra?
«Lo diremo prima della fine della campagna elettorale. Tajani? È sicuramente nella rosa, è il miglior presidente dell' Europarlamento di sempre. Altri nomi non ne faccio, non voglio gettare nessuno nel tritacarne mediatico».
silvio berlusconi e sofia bettiza
Chi potrebbe essere il ministro dell' Economia?
«Dovremo trovare un nome su cui tutta la coalizione è d' accordo. Serve una persona che conosca a fondo la realtà del Paese, fuori della politica».
E per la Giustizia?
«Ho un nome che proporrò agli alleati. In ogni caso deve essere un avvocato o un magistrato».
Potrebbe essere il suo avvocato, Niccolò Ghedini?
«Non ci penserei mai e lui mai accetterebbe».
Renzi come Di Maio?
«Sono due persone molto diverse. Renzi non è un pericolo per la democrazia. Su di lui in tanti avevamo riposto speranze, poi ha deluso. Ha il merito storico di avere tagliato ogni legame con l' ideologia comunista. Il suo governo però ha portato l' Italia a essere la maglia nera in Europa. Abbiamo più immigrati, più poveri, più debito».
Sono possibili larghe intese con il Pd?
«Essendo la situazione economica frutto delle politiche dei governi sostenuti da quel partito, non credo che i nostri programmi possano essere compatibili».
Gli esclusi 5 Stelle sono i nuovi «responsabili»? Li chiamerà uno a uno per convincerli a sostenere un vostro governo?
«No, non lo feci neppure l' altra volta. Saranno loro a farsi avanti. Ma penso che non sarà necessario, avremo da soli la maggioranza».
Quale dovrebbe essere il primo provvedimento del nuovo esecutivo?
«Un intervento per combattere la disoccupazione giovanile, soprattutto al Sud. Proponiamo una decontribuzione e una detassazione per le aziende che assumono giovani disoccupati: per tre anni di apprendistato e per tre anni di effettiva assunzione. Sei anni in cui il costo del lavoro è solo quello dello stipendio pagato al lavoratore».
Come il Jobs act di Renzi?
«Quello ha portato soprattutto ad assunzioni a tempo determinato. Per le aziende contano invece le assunzioni a tempo indeterminato. E anche per i lavoratori che possono fare progetti a lungo termine».
Come lo chiamerebbe?
«Non ci ho ancora pensato. Anzi, sì, potrebbe chiamarsi "Young act"».
Altre priorità?
«Pensioni di almeno mille euro a chi le ha più basse. E mille euro anche a tutte le mamme, che lavorano per tutta la vita a ogni ora del giorno e della notte, dai 67 anni in avanti».
Poi c' è la flat tax...
«Sì, la vogliamo introdurre al 23%, sperando poi di poterla abbattere ulteriormente.
Ovunque sia stata introdotta ha portato benefici».
Come intendete coprire la differenza di gettito?
«Andando a recuperare un Pil sommerso stimato in 800 miliardi di euro. Se l' aliquota è bassa c' è meno convenienza a evadere e l' Erario incassa di più. Poi si può intervenire sul sistema delle detrazioni. E sulla spending review».
La propose anche il centrosinistra.. .
«Avevano assunto un ottimo consulente, Cottarelli.
Aveva previsto 20 miliardi di tagli, poi però Renzi ha tagliato solo lui».
alessandro di battista a domenica live da barbara d urso
Si sente parlare ancora di condoni.
«Mai pronunciato quella parola. Se si parla di edilizia e di edilizia abusiva io dico solo di pensare alle persone che abitano negli edifici prima di abbatterli».
Salvini vuole abolire la legge Fornero.
«Ne fa una questione di principio. È una legge fatta in fretta e male. Ha dei limiti.
Puntiamo a correggere quelli.
Bastano poche modifiche per togliere di mezzo quanto c' è di sbagliato».
La Giustizia è sempre una vostra priorità?
«Occorre rimettere mano all' intero sistema. A partire dall' abolizione dei gradi successivi di giudizio in caso di assoluzione: chi è assolto in primo grado non deve subire lo stillicidio di processi anche in Appello e Cassazione. Poi c' è la separazione delle carriere tra giudici e pm, che chiameremo avvocati dell' accusa con gli stessi diritti della difesa. Bisogna estendere il diritto all' autodifesa anche di giorno e limitare la custodia preventiva a chi ha commesso reati di sangue, negli altri casi prevediamo una cauzione all' americana».
Tornerà ad avere buoni rapporti con Angela Merkel?
«Con lei le relazioni non sono mai state difficili. C' è stato solo il famoso episodio del sorrisetto provocato da Sarkozy, siamo tuttora in ottime relazioni. Ci furono nubi quando mi venne attribuita una frase volgare nei suoi confronti, che però non ho mai pronunciato. Per fortuna poi sono uscite le registrazioni e si è chiarito tutto».
Sta pensando di ricomprare il Milan?
«Sono il presidente di club che ha vinto di più, il mio cuore è sempre sugli spalti. Ma da quando nel calcio sono entrati i soldi del petrolio, servono risorse troppo ingenti per una sola famiglia. Non c' è più alcuna possibilità che io torni alla guida del Milan».
Chi vedrebbe come prossimo presidente della Repubblica?
«È presto, vedremo».
Non è un mistero che sia una sua ambizione, un sogno coltivato da bambino.
«No, in realtà io non ho mai pensato alla politica. Nel 1994 sono stato costretto a scendere in campo perché i comunisti avevano davanti a sé un' autostrada per il potere. In due mesi ho fermato la loro corsa e sono arrivato fino a Palazzo Chigi. Tre-quattro mesi fa, quando i sondaggi davano il M5S in condizioni di vincere, ho provato gli stessi sentimenti di allora. Ma adesso quel rischio non c' è più. Gli unici che possono aspirare ad avere una maggioranza siamo noi».
Ma negli scenari c' è anche chi ipotizza eventuali intese Salvini-M5S...
«Salvini è assolutamente leale. In passato gli accordi saltavano perché non c' era un' intesa preventiva. Questa volta c' è un programma a cui ho iniziato a lavorare un anno fa.
L' ho sottoposto agli alleati e l' ho integrato con le loro osservazioni. È firmato da tutti, nessuno lo pu ò mettere in discussione».
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