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matteo renzi barack obama fotografati da filippo sensi
Fabio Martini per “la Stampa”
Nessuno dei dieci Presidenti della Repubblica italiana, dal 1948 ad oggi, è stato eletto grazie al decisivo appoggio degli alleati americani, il Quirinale è sempre restato fuori dalla sfera delle ingerenze, e anche per questo motivo l’ambasciatore a Roma John Phillips si è sentito libero di poter esprimere la propria opinione sulla imminente elezione del Capo dello Stato. In una intervista al «Messaggero», l’ambasciatore americano ha sciorinato una conoscenza approfondita della politica italiana proponendo un auspicio non rituale: «Sia un Presidente indipendente, a volte capace di opporsi ai desideri del premier».
Un identikit, quello di Phillips, che pur restando sul piano degli auspici, sembra privilegiare pochi, selezionati candidati e accantonarne altri. Primo messaggio: l’elezione del nuovo presidente della Repubblica sarà «un test importante» per Matteo Renzi.
Secondo: Phillips traccia un identikit molto preciso del Presidente «ideale»: «Per gli italiani è importante non ritrovarsi qualcuno che non è mai stato sulla scena politica nazionale», «credo che molta gente osserverà con attenzione le mosse di Renzi nella convinzione che abbia la confidenza per sostenere qualcuno davvero indipendente, provvisto di una forte personalità e autorevolezza».
john r phillips con la moglie linda douglass
Un identikit che culmina con due pennellate a tinte forti. La prima: «Non qualcuno che sia percepito come sottomesso, o troppo giovane e con una limitata capacità di autonomia».
La seconda: «Sarà un test per dimostrare la capacità di portare al Quirinale qualcuno di riconosciuta statura, con la capacità e lo standing di un Presidente della Repubblica». In altre parole l’ambasciatore fa capire che alla Casa Bianca si aspettano un Capo dello Stato sul modello di Giorgio Napolitano, elogiatissimo da Phillips, per le doti apprezzate da Obama: «equilibrio», «saggezza», «capacità di giudizio», «acume» politico. Doti che a Washington non riconoscono ancora a Matteo Renzi? Questo l’ambasciatore non lo dice e neanche vi allude, ma sicuramente la Casa Bianca vorrebbe rivedere quelle virtù nel nuovo Capo dello Stato.
Ovviamente John Phillips si guarda bene dal far nomi. D’altra parte, anche negli anni della Guerra Fredda non risulta che gli americani si siano mai spinti oltre all’espressione di un «non gradimento» nei confronti di determinati candidati. Stavolta per chi fa il tifo la Casa Bianca? Impossibile dirlo. Di certo pochissimi candidati corrispondono all’identikit di Phillips. Sicuramente Giuliano Amato. Probabilmente Ignazio Visco e Romano Prodi, in parte Pier Carlo Padoan.
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