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1- VIDEO - LA NUOVA CANZONE DI CELENTANO DAL SUO BLOG: "TI FAI DEL MALE"
2. BRANO INEDITO DI CELENTANO ON LINE, 'SE NON VOTI TI FAI DEL MALE'
(Adnkronos) - "Se non voti ti fai del male / mi vuoi dire per quale partito io dovrei votare / loro promettono solo bugie / ormai la politica è come lo sport / facciamo il tifo per chi ci tradisce".
Comincia così una canzone inedita di Adriano Celentano, messa on line poco dopo le 13 sul suo blog, 'www.ilmondodiadriano.it', annunciata dalla scritta "Adriano Celentano - ore 13.00 - 'Ti fai del male'", impressa su una foto di Celentano seduto al tavolo della scenografia del suo doppio concerto all'Arena di verona.
La frase 'se non voti ti fai del male' punteggia l'intero testo, creando l'effetto di un dialogo, che prosegue così: "Non più male di quei governi che abbandonano le donne / sono più di cento in un anno le donne che muoiono assassinate / da quei mariti e padri pazzi di gelosia / merde senza un filo di dignità ".
Al tema del femminicidio Celentano fa seguire quello ambientale: "Poi c'è anche il Molise che stanno uccidendo / bombardato come un groviera da quei fantasmi eolici che muovono il vento / se ne va un altro pezzo di Italia, è la fine dei paesaggi / ma pare che ancora non basterà per distruggerla del tutto / il tanto ambito federalismo altre eliche sulle palle farà girar".
Passando dal cantato al parlato, Celentano fa poi quello che sembra un accenno alle dimissioni annunciate dal Papa e quindi torna a temi direttamente politici: "Certo, non si può dire che i tempi non siano confusi e mentre il pastore, per salvare il suo gregge, scuote la terra degli scandali, riemergono purtroppo parole pericolose, parole come 'condono tombale', e da qui si intuisce chiaramente che i politici sono lontani anni luce dal capire quali siano davvero i motivi di questa crisi; eppure ci camminano sopra, l'Italia ormai è ridotta a una lastra di cemento, come una coltre funebre sulla quale si annidano le pericolose polveri sottili della corruzione".
"E quindi cosa facciamo - prosegue sempre dialogando Celentano - non c'è altro mezzo per risolvere la crisi, dobbiamo cancellare tutto cio' che ci rattrista, stracciare il brutto dell'Italia come si straccerebbe una lettera scritta da uomini bugiardi, piena di errori ma, soprattutto, piena di inganni. Quindi non ci rimane che riscrivere la storia del nostro Paese e rifarlo da capo, cioè ricostruirlo da capo, ricostruirlo fisicamente, da capo".
Il testo torna poi a seguire il ritmo della musica e Celentano canta: "Se non voti non cambia niente / se non voti ritornano ancora / se non voti ti fai del male / più male di cosi'?! ci stanno rubando il mondo / però si dice in giro che fra i partiti c'è un'onda nuova che è partita dal niente / come una valanga, sta avanzando come un ciclone per abbattere il marcio della nazione / se non voti ti fai del male / fino a quando il Comune di Venezia non fermerà quei mostri che galleggiano giganteschi / orribili navi che sembrano palazzi che devastano la laguna / ma i politici non si accorgono che quando la bellezza morirà loro saranno i primi a sprofondare / se non voti - conclude Celentano - non cambia niente / se non voti ti fai del male".
3. LA MARCETTA SU ROMA DI GRILLO TRA NEVROSI E STUDI WEB-ACCADEMICI
Marianna Rizzini per "Il Foglio"
Ora che anche Silvio Berlusconi usa, per descrivere Beppe Grillo, la definizione così a lungo usata contro di lui ("pericolo per la democrazia"), Beppe Grillo prepara a grandi balzi (ieri a Torino, oggi a Milano) la sua marcia su Roma, con presa di piazza San Giovanni venerdì 22: la prova muscolare che prelude all'inveramento della promessa-minaccia: "Ci vediamo in Parlamento, sarà un piacere".
E' un crescendo di parole grosse e simboli espugnati, con esasperazione del tratto un po' isterico da caudillo che dice no: no all'intervista a Sky ("perché non ne abbiamo bisogno"), no ai media in genere ("tutti morti"), no persino alle domande dell'algido Oxford Economics Institute per la ricerca su "quanto costano i programmi dei partiti?" (il Corriere della Sera scrive che Grillo "ha deciso di non rispondere"), no al cameraman della Rai (giù dal palco senza tanti complimenti, ma con tante risate dei sostenitori-claque), no al cameraman della tv all-news, subito salvato, però, e con aria da grande capo paternalista, nel momento in cui la folla, caricata contro i media-canaglia, si fa insultante: "Non ve la potete prendere con un ragazzo, è solo un cameraman", dice Grillo quando i suoi adepti rischiano di prenderlo troppo sul serio.
Per avvolgere le sue spire attorno a Roma, il Grillo-caudillo (e pensare che è pur sempre l'ex comico di Genova) insiste ossessivamente sulla "reconquista" dei corpi intermedi, butta nella sua personale discarica i cosiddetti "zombie", dai partiti ai banchieri al presidente della Repubblica, ricicla utopie di ogni colore ("da dove pesca Grillo?", è la domanda di questi giorni) ed evoca futuribili strumenti da Terrore - uno su tutti, il "politometro" che scova i politici arricchiti e "fa intervenire" la magistratura per far sì che i cittadini "si riprendano" il maltolto.
A questo Grillo "solo al comando" (strafottente all'esterno e suadente all'interno, più che eversivo) guardano gli analisti del "web-populismo", come Piergiorgio Corbetta ed Elisabetta Gualmini, autori di una ricerca per il Mulino ("Il partito di Grillo") e Giuliano Santoro, autore di "Un Grillo qualunque" per Castelvecchi.
Nel saggio del Mulino, Corbetta e Gualmini studiano l'elettorato del Movimento Cinque stelle nelle ultime e penultime amministrative, per poi esaminare, con tabelle e dati, i possibili scenari futuri: "Le analisi del voto dopo le elezioni del maggio 2012", scrivono, "mettono in luce come la base elettorale del M5s sia composta prevalentemente da ex elettori dei partiti dell'area del centrosinistra".
Poi, però, i due ricercatori, richiamando modelli di partito "a cui sembra possibile accostare il M5s" - da un lato "i nuovi partiti ecologisti nati in Europa occidentale sull'onda verde degli anni Ottanta, in seguito fatti rientrare nella famiglia della âsinistra libertaria'; dall'altro i partiti della famiglia del ânuovo populismo', affermatisi in alcuni paesi europei a partire dagli anni Novanta" -, giungono alla conclusione che l'elettorato del M5s "non è compiutamente classificabile né tra gli uni né tra gli altri" e ha quindi "una duplice anima che potrebbe aprirgli la via di un successo elettorale dalle proporzioni fino a pochi mesi fa impensabili".
"Uno strano animale" si aggira "nello zoo della politica italiana", scrivono, mettendo l'accento sui codici dell'ex comico: "Appello diretto al popolo", evocazione del "nemico del popolo", "ipersemplificazione della complessità ".
Intanto l'istituto Demos (legato a George Soros) ha analizzato la provenienza dei sostenitori di Grillo su Facebook. La ricerca ("New political actors in Europe", firmata da Jamie Bartlett, Caterina Froio, Mark Littler e Duncan McDonnell) certifica che, nel campo dei social network, i fan di Grillo sono persone che nel 2008 hanno votato Idv (23 per cento), Pd (21 per cento), Pdl (12 per cento) e Lega (5 per cento).
Nel corso degli ultimi anni, però, c'è stato un bilanciamento: per un 32 per cento complessivo vengono dal centrosinistra e per il 28 per cento da destra. In "Un Grillo qualunque" di Giuliano Santoro, invece, si parte dalla distinzione tra "militanti ed elettori" e, con l'aiuto del politologo dell'Istituto Cattaneo Gianluca Passarelli, studioso della Lega nord, si arriva non solo alla conclusione che i "grillini chiedono voti anche a destra", ma che, dati elettorali alla mano, "la maggior parte dei voti a Grillo in occasione dell'exploit delle amministrative del 2012 è venuta da destra".
Tra "tre e quattro voti su dieci vengono dalla Lega", scrive Santoro, "altri due-tre dal Pdl. Una parte dall'astensione. Sono elettori orfani del Pdl e della Lega, frustrati dalla condizione economica".
Grillo, intanto, prosegue imperterrito nella marcia su Roma, al grido di "comunque vada, sarà un bagno di sangue". Corollario, la guerra contro il quotidiano Repubblica combattuta in ogni piazza (e ieri Ezio Mauro dedicava un video-editoriale "all'antipolitico che rifiuta le domande").
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