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IL REFERENDUM? CENSURANDUM! - +EUROPA MINACCIA AZIONI LEGALI CONTRO LA RAI SEMPRE PIU' IN FORMATO "TELE-MELONI": NON HA DEDICATO UN SOLO MINUTO DI APPROFONDIMENTO SUI QUESITI REFERENDARI IN PROGRAMMA L’8 E IL 9 GIUGNO. IL PARTITO HA PRESENTATO UN ESPOSTO CONTRO IGNAZIO LA RUSSA, CHE FA CAMPAGNA PER L'ASTENSIONE (TUTTO IL CENTRODESTRA INVITA A RIMANERE CASA PER EVITARE CHE VENGA RAGGIUNTO IL QUORUM) - L'OPPOSIZIONE? È DIVISA: SOLO ALLEANZA VERDI-SINISTRA VOTERÀ SÌ AI CINQUE I QUESITI REFERENDARI - L'ATTACCO DI RENZI: "UNA CONSULTAZIONE PER ABOLIRE IL JOBS ACT È UNA COSA DEL PALEOLITICO"

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“APPELLI ALL’ASTENSIONE MENTRE LA RAI CENSURA” DENUNCE SUI REFERENDUM

Estratto dell'articolo di Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”

 

matteo hallissey aggredito a fiumicino 6

Un esposto alla procura della Repubblica contro le parole del presidente del Senato Ignazio La Russa, che giorni fa ha dichiarato di fare campagna per l’astensione al referendum. Questa la mossa del presidente di +Europa Matteo Hallissey, assieme al gruppo Boicotterai, contro quella che viene definita la “censura” contro la consultazione dell’8-9 giugno su diritti del lavoro e cittadinanza.

 

L’invito a disertare le urne è in «aperto contrasto con l’art. 48 della Costituzione», dove si definisce il voto “dovere civico”, sostiene Hallisey, che nell’esposto cita anche l’art. 98 del testo per l’elezione della Camera che vieta di indurre gli elettori all’astensione.

 

Contro il silenzio Rai il segretario di +Europa Riccardo Magi, che annuncia altre azioni legali in arrivo. «Nessuna trasmissione o confronto, nessuna informazione utile ai cittadini per capire di cosa si vota. Blackout informativo non casuale», è pure la denuncia del Pd in commissione di Vigilanza.

 

RICCARDO MAGI - REFERENDUM CITTADINANZA

La strategia del centrodestra per il referendum non cambia: invitare al tutti a casa, così che non venga raggiunto il quorum. Anche due presidenti di Regione, entrambi della Lega, vanno in questa direzione: Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia) e Attilio Fontana (Lombardia). Lontani i tempi in cui il Carroccio promuoveva i quesiti per l’autonomia in Lombardia e Veneto e raccoglieva firme per l’abolizione della legge Fornero.

 

Il resto dei presidenti di centrodestra ha scelto finora di non citare proprio l’appuntamento, mentre quelli del centrosinistra, con modalità e impegno differenti, difendono l’importanza dell’espressione del voto. Eugenio Giani (Toscana) ha partecipato anche a iniziative Cgil e nonostante il passato renziano sostiene il superamento del jobs act.

 

Michele De Pascale (Emilia-Romagna) è scettico su alcuni quesiti ma si recherà al seggio, Michele Emiliano (Puglia), Stefania Proietti (Umbria) e Alessandra Todde (Sardegna) sono schierati per i 5 sì. Cortocircuito a destra particolarmente interessante a Genova, dove per quel giorno potrebbe esserci il ballottaggio.

 

[...] Questo mentre arrivano alcuni numeri di fuorisede che si sono registrati per votare nel comune di domicilio: 10 mila a Roma e Milano, 9 mila a Torino, 7.300 a Bologna, 2.200 a Firenze. Voti “strappati” a una sicura astensione.

 

REFERENDUM IN ORDINE SPARSO

Estratto dell'articolo di Niccolò Carratelli per “la Repubblica”

 

Si fa molto prima a fare l'elenco di chi voterà a favore di tutti i quesiti. E, per chi spera nel quorum, non è un buon segno. Ma basta osservare i movimenti dentro le forze di opposizione, in vista del referendum dell'8 e 9 giugno. Di fatto, l'unica che può realisticamente assicurare cinque sì da parte di parlamentari, dirigenti locali e militanti è l'Alleanza Verdi-Sinistra.

RICCARDO MAGI - GIUSEPPE CONTE - ANGELO BONELLI - ELLY SCHLEIN - NICOLA FRATOIANNI - FOTO LAPRESSE

 

Per altri è solo una possibilità, come nel caso del Pd e del Movimento 5 stelle. Per altri ancora è una scelta precisa votare sì solo a uno o due quesiti, come faranno Italia viva, Azione e Più Europa. Ne viene fuori una campagna referendaria in ordine sparso, che certo non contribuisce a spingere la partecipazione e a chiarire le idee ai cittadini.

 

Quelli del Pd, in teoria, hanno una linea decisa dalla Direzione del partito e ribadita ogni giorno da Elly Schlein: cinque sì. La segretaria è convinta che larga parte della base dem nei territori condivida questa scelta e finge indifferenza per lo smarcamento della minoranza riformista. Che, però, al Nazareno ha suscitato una certa irritazione, soprattutto per come è stato annunciato ai giornali.

ROBERTO SERGIO - MARINELLA SOLDI

 

[...] In realtà, nella stessa minoranza non c'è un orientamento condiviso, perché qualcuno (pochi) dovrebbe votare sì anche al quesito sui contratti a termine, da Stefano Bonaccini a Piero De Luca. E altri stanno riflettendo se astenersi su Jobs Act e licenziamenti, oppure votare no e contribuire comunque al raggiungimento del quorum. Fatto sta che una ventina di parlamentari a Roma e circa metà della delegazione a Bruxelles, non seguirà la linea dei «cinque sì» e nessuno può davvero sapere quanti elettori del Pd nutrano gli stessi dubbi.

 

Allo stesso modo, Giuseppe Conte non sa quanta presa effettiva abbia questo referendum sugli iscritti del Movimento 5 stelle. Ma «non mi sembra proprio che le forze principali di opposizione come la nostra vadano in ordine sparso, abbiamo preso chiaramente posizione», assicura il presidente. Dopo una prudenza iniziale, negli ultimi giorni ha rilanciato l'impegno per far votare quattro sì ai quesiti presentati dalla Cgil e ha precisato che personalmente si esprimerà a favore anche di quello sulla cittadinanza. Sul quale ha lasciato «libertà di voto», visto che la proposta ufficiale M5s è per lo "ius scholae".

 

SIMONE CICALONE - MATTEO HALLISSEY

Ben sapendo che questa sua dichiarazione inciderà sulle scelte di parlamentari e attivisti. Ma l'incognita, come detto, è più sulla partecipazione della base 5 stelle. Non ha dubbi, invece, sulla partecipazione dei suoi Riccardo Magi, promotore del quesito sulla cittadinanza. Ma quella di Più Europa sarà una partecipazione molto focalizzata su questo tema, come del resto è stata finora la loro campagna referendaria. Un grande sì, a cui se ne aggiungerà un altro su appalti e sicurezza.

 

Mentre Magi e soci voteranno no sugli altri tre quesiti. Scelta simile a quella di Matteo Renzi e Carlo Calenda, decisi a dire sì solo sulla cittadinanza, ma a ritirare le altre schede per votare no, dando una mano sul quorum: questa l'indicazione per i seguaci di Italia viva e Azione.

 

benedetto della vedova e riccardo magi al roma pride

Secondo Renzi, «un referendum contro il Jobs Act è una cosa del passato, del Paleolitico». Ai distinguo dei partiti, bisogna aggiungere la voluta ambiguità della Cisl, per non mettere un dito nell'occhio alla Cgil: «Abbiamo avanzato la nostra critica sui contenuti dei referendum lavoristici – spiega la segretaria Daniela Fumarola –. Non siamo promotori di sì o di no, ma non invitiamo a disertare le urne». Di certo, non è un appello alla partecipazione. Mentre da destra continuano a fioccare le dichiarazioni di astensione. [...]

STEFANO BONACCINI - MICHELE DE PASCALE matteo renzi alla mondadori duomo milano foto lapresseSTEFANO BONACCINI - MICHELE DE PASCALEMATTEO RENZI - FOTO LAPRESSE matteo renzi - question time al senato - foto lapresse