
FLASH! - LA RAPIDA CARRIERA DELL’AVVENENTE PERLA TORTORA, CARA ALLO SCRITTORE-POETA-CANTANTE,…
FINE VITA, MAGGIORANZA A PEZZI! - IL CENTRODESTRA SI SPACCA SULLA LEGGE DEL FINE VITA: I FRATELLI D'ITALIA NON ACCETTANO CHE IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE SIA COINVOLTO NELL’AIUTO AL SUICIDIO DI UN PAZIENTE TERMINALE - IERI LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE HA RICHIAMATO LA NECESSITÀ DI UN INTERVENTO LEGISLATIVO SUL TEMA DA PARTE DEL PARLAMENTO: NEL 2018 LA CONSULTA DIEDE UN ANNO DI TEMPO PER COLMARE I VUOTI SUL TEMA...
Estratto dell'articolo di Conchita Sannino per “la Repubblica”
FINE VITA - IDRATAZIONE E ALIMENTAZIONE FORZATA
Fine vita, quarta pronuncia e una conferma: per la Consulta occorre il requisito del «trattamento di sostegno vitale». Solo in presenza di questa (ulteriore) condizione «non è punibile» chi «aiuta nel suicidio assistito» un paziente che, capace di libera scelta, sia gravato da patologie irreversibili e viva sofferenze assolutamente intollerabili.
Ma nella sentenza depositata ieri, la Corte riaccende due fari. Denuncia «con preoccupazione» la mancanza di «cure palliative». E richiama al suo dovere il Parlamento: dove, proprio sul fine vita, ieri la maggioranza si spacca. Salta in Senato il comitato ristretto che doveva condividere un testo con il centrosinistra.
Trapela lo scontro interno. La destra si inchioda, in particolare, su un passaggio di una bozza già da giorni in mano ai relatori, l’azzurro Zanettin e Zullo di FdI: i meloniani non accettano assolutamente che il Servizio sanitario nazionale - di fronte a richieste di pazienti delle strutture pubbliche - sia coinvolto nell’aiuto al suicidio.
Pd, Avs e M5s escono e attaccano: «Una presa in giro, basta». In aula, a Palazzo Madama, il capogruppo dem Boccia si rivolge direttamente a La Russa: «Presidente, le chiedo di far rispettare il regolamento. Ora sul fine vita vogliamo un confronto alla luce del sole».
cappato suicidio assistito regione lombardia
Così, nel giorno della sentenza numero 66 della Consulta, la bagarre dal Palazzo diventa cartina di tornasole sulle mancanze di un legislatore più volte ammonito dai giudici. La Corte Costituzionale, che nel 2018 diede al Parlamento un anno di tempo per colmare i vuoti su un tema di tale complessità e urgenza, è costretto, sei anni dopo, a puntellare e ribadire in assenza della legge nazionale.
I giudici confermano quindi i casi di non punibilità, ponendo l’accento sulla condizione – tra la altre – che il paziente «aiutato » a morire sia legato «a un trattamento di sostegno vitale», interrotto il quale sarebbe comunque destinato al decesso. La Corte sottolinea tuttavia che quest’ultima condizione si integra già quando vi sia «l’indicazione medica della necessità» di quelle metodologie: quindi «non è necessario che il paziente sia tenuto a iniziare il trattamento» per essere aiutato a morire». [...]
PERSONE CHE CHIEDONO IL SUICIDIO ASSISTITO
Intanto, nelle stesse ore, in Senato si brucia l’ennesima occasione di dialogo. Il dem Alfredo Bazoli: «Non ha più senso continuare a lavorare con il comitato ristretto che ha fallito. L’unica cosa da fare, ora, è che si torni in commissione e si lavori sul mio testo, si facciano gli emendamenti su quello che è calendarizzato a luglio in aula». [...]
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