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Enrico Marro per il “Corriere della Sera”
È una rivendicazione di orgoglio e di identità quella andata in scena ieri mattina alla Conferenza di organizzazione della Cgil. Il sindacato della sinistra che mai come in questa fase si sente assediato, nonostante alla guida del governo ci sia il segretario del Pd, un Matteo Renzi mai citato nella relazione del segretario organizzativo, Nino Baseotto, ma ripetutamente evocato, per bocciare le sue riforme e gli attacchi al sindacato, Cgil in particolare.
Da noi, ha detto Baseotto, davanti ai 921 delegati riuniti nell’Auditorium della musica non ci sono né retribuzioni né pensioni d’oro: «Il segretario generale della Cgil (Susanna Camusso, ndr ) guadagna 3.850 euro netti al mese; i componenti della segreteria nazionale poco meno di 2.800 euro e sono quelli che guadagnano di più», in tutta l’organizzazione.
Queste retribuzioni sono ferme dal 2008. I dati sono online , aggiunge Baseotto. E ieri pomeriggio la Cisl ha fatto sapere che metterà sul sito i cud di tutti i dirigenti e vieterà il cumulo tra stipendi, pensione e incarichi esterni.
Un altro messaggio della relazione di Baseotto è rivolto invece alla Confindustria, accusata di chiedere la riforma del modello contrattuale in realtà con l’obiettivo, inaccettabile per la Cgil, di bloccare il rinnovo dei contratti e quindi «tagliare i salari». Non è vero, replica il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, «ma non possiamo distribuire ricchezza senza averla prima creata».
carmelo barbagallo susanna camusso francesco caio
Solo che anche la Uil, che ieri ha riunito a Bari l’Assemblea nazionale, si schiera con la Cgil e il segretario Carmelo Barbagallo avverte che se Confindustria insiste nel non rinnovare i contratti, la sua organizzazione non parteciperà alla trattativa che dovrebbe cominciare martedì. A questo punto la più interessata a rinnovare le regole della contrattazione sembra Annamaria Furlan per la Cisl, che però chiede al governo di defiscalizzare gli aumenti ottenuti con i contratti territoriali e aziendali.
La Cgil ha anche insistito sulla riforma delle pensioni. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, salutato nella Conferenza con alcuni fischi e contestazioni, si è limitato a dire ai giornalisti che «il tema è aperto».
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