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DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI…
Andrea Andrei per Dagospia
Dal "Daily Mail"
http://bit.ly/17i2Y5A
Spesso film e videogiochi ci propongono storie ambientate in scenari post-apocalittici, dove il tempo sembra essersi fermato nel momento in cui qualcosa di terribile ha cancellato improvvisamente ogni traccia di vita e di civiltà . Beh, nel mondo un luogo del genere esiste davvero.
Si chiama Pripyat, ed è (anzi, era) una città di 50 mila abitanti, non lontana da Chernobyl e vicinissima a quel reattore che il 26 aprile 1986 esplose creando la peggiore catastrofe nucleare della storia. Le città che circondavano la zona della centrale furono evacuate. Circa 350 mila persone dovettero lasciare le loro case e le loro vite. Nell'esplosione in 64 persero la vita, ma altre migliaia di persone fecero i conti con quella disgrazia negli anni successivi all'incidente: molti si ammalarono di tumore, parecchi bambini nacquero con delle malformazioni.
Le autorità da allora hanno creato una "zona di esclusione" di circa mille miglia quadrate intorno alla centrale danneggiata, a causa dell'altissimo livello di radiazioni che, secondo gli scienziati, renderà impossibile la vita in quei territori per altri 20 mila anni. Ciononostante c'è chi si è rifiutato di andarsene, perlopiù persone anziane.
Per visitare Pripyat sono necessari degli speciali permessi. I turisti possono ottenere dei pass giornalieri, mentre gli operai che lavorano per riparare i danni alla centrale nucleare possono entrarci solo per poche ore al mese.
La fotografa Hélène Veilleux ha realizzato una serie di scatti durante un viaggio di quattro giorni cha l'ha portata da Chernobyl a Pripyat, e che le ha permesso di immortalare le ultime tracce di civiltà sopravvissute ma allo stesso tempo morte in uno dei peggiori disastri della storia.
Un viaggio che l'ha proiettata in città fantasma, moderne Pompei in salsa sovietica, mute custodi dei ricordi di migliaia di persone e decadenti testimoni dell'orrore che gli uomini possono provocare inconsapevolmente, anche a casa propria.
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