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Andrea Tornielli per La Stampa
«Ecco il segno che san Gennaro vuole bene a Napoli e a Papa Francesco: il suo sangue è sciolto per metà...». Quando il cardinale Crescenzio Sepe ha preso in mano l’ampolla con il sangue del santo protettore della città per porgerla a Bergoglio, qualcuno nel duomo di Napoli ha gridato: «Miracolo!».
Non era mai accaduto che il sangue si sciogliesse davanti a un Pontefice. Francesco ha baciato la reliquia e ha subito sdrammatizzato: «Se si è sciolto a metà vuol dire che dobbiamo ancora andare avanti e fare meglio. Il santo ci vuole bene a metà».
Ma nei minuti successivi lo scioglimento si è completato, il prodigio è dunque avvenuto in piena regola.?San Gennaro, o meglio la reliquia con il suo sangue custodita nella cassaforte della Cappella del Tesoro, non aveva fatto lo stesso nelle tre precedenti occasioni che avevano visto un successore di Pietro in visita a Napoli.
Nel 1848, durante la Repubblica Romana, Pio IX costretto all’esilio era stato accolto dai Borboni. Volle pregare davanti all’ampolla, lo scioglimento però non ci fu, nonostante una certa pubblicistica abbia in seguito affermato il contrario. Papa Mastai aveva portato in dono un calice d’oro massiccio.
«Ma - ha ricordato l’abate della Cappella del Tesoro, Vincenzo De Gregorio - era un dono da parte del Pontefice, non un ringraziamento per il prodigio». Prodigio di cui non c’è traccia nei documenti che registrano ogni evento riguardante il sangue del santo.?Non andò meglio a Giovanni Paolo II, che nel novembre 1990 compì una visita a Napoli. Anche lui venerò la reliquia, ma san Gennaro rimase indifferente, il sangue non si sciolse.
Lo stesso accadde con Benedetto XVI, nell’ottobre 2007.?Qualcuno aveva voluto legare la ritrosia di san Gennaro verso i Papi post-conciliari all’entrata in vigore del nuovo calendario dei santi nel 1969: il culto del patrono di Napoli da universale era stato derubricato a locale. «San Gennà, futtetenne», fu la scritta che comparve sui muri, come ha ricordato Pietro Treccagnoli sul «Mattino».
«La tradizione popolare - ha osservato l’abate De Gregorio - collega lo scioglimento del sangue a una forma di simpatia verso la singola persona, e il mancato scioglimento come profezia nefasta. Ma sono solo tradizioni popolari». Da non sopravvalutare, dunque.
Anche perché negli ultimi anni il prodigio si è verificato davanti al vescovo ortodosso di Cipro (il martire Gennaro è venerato pure dagli orientali), al Gran Maestro dell’Ordine di Malta e a un gruppo di vescovi albanesi.?Non c’era bisogno dello scioglimento per confermare la simpatia di Napoli per il Papa che «parla con il cuore», come ha ricordato cardinale Sepe.
Francesco ha accantonato il «discorso noioso» preparato, e ha parlato a braccio a preti e suore, invitando tutti i consacrati ad «adorare Dio», a essere «centrati» in Gesù e a non essere attaccati alle cose mondane, a cominciare dal denaro.
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