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“LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA MI APPARE INSUFFICIENTE. NON SO SE ANDRO’ A VOTARE" - L'EX MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, CLAUDIO MARTELLI: "NON HO ANCORA DECISO. LA LACUNA PIÙ PROFONDA E' NON ESSERSI OCCUPATI DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE MAGISTRATI. SE HAI L'OBIETTIVO DI FERMARE LE CORRENTI DELLA MAGISTRATURA, NON PUOI NON INTERVENIRE SULL'ANM, CHE È IL LUOGO IN CUI LE CORRENTI FANNO I GIOCHINI E CONDIZIONANO LE SCELTE DEL CSM - A DESTRA SE SOGNANO DI AVER RISOLTO QUALCOSA CON QUESTA RIFORMA, SI SBAGLIANO. LEGHISTI E FDI ERANO GIUSTIZIALISTI. E A SINISTRA…”
Niccolò Carratelli per la Stampa - Estratti
Claudio Martelli non si iscrive, «nemmeno idealmente», ai comitati per il "sì" o per il "no" al referendum costituzionale sulla giustizia.
«Non partecipo alla grande rissa, ormai le tifoserie sono entrate nel campo da gioco – spiega l'ex ministro della Giustizia – trovo molto grave il modo esasperato con cui è stata affrontata e discussa una riforma di questa importanza».
Quindi, lei si chiama fuori, non andrà a votare?
«Non so se andrò, non ho ancora deciso. Fatto salvo il principio della separazione delle carriere, che condivido sin da bambino ed è cosa buona e giusta, questa riforma mi appare insufficiente sotto diversi punti di vista».
Il principale?
«La lacuna più profonda mi sembra sia non essersi occupati dell'Associazione nazionale magistrati».
In che senso?
«Se hai l'obiettivo di fermare le correnti della magistratura, non puoi non intervenire sull'Anm, che è il luogo ufficiale in cui le correnti si riuniscono, fanno i loro giochini e condizionano le scelte di un organo istituzionale come il Csm».
Si sono dimenticati dell'Anm?
«Forse hanno avuto paura, perché se lo tocchi passi subito per fascista, visto che in Italia fu il fascismo a sciogliere l'associazione dei magistrati.
Però anche Mitterand in Francia denunciò il militantismo politico dei sindacati di magistrati. Ma in Italia c'è di più e di peggio: l'abuso di potere di un'associazione privata, che si spartisce incarichi e influenza decisioni fondamentali per il funzionamento della giustizia».
Per provare a fermare le correnti della magistratura si introduce il sorteggio per i componenti del Csm: non basta?
«Io sono favorevole al sorteggio, ma non è che le correnti vivano sulla Luna. Il punto, ripeto, è l'Anm, che è il luogo in cui si sequestra il Consiglio superiore della magistratura. Mi pare sia uno dei grossi equivoci di questa riforma».
Me ne dica un altro.
«L'idea che con la separazione delle carriere si arrivi a tagliare le unghie ai pubblici ministeri, a frenare la loro esuberanza. Non credo che accadrà, escludo possa avvenire fuori dal processo.
(...)
Dunque, chi grida alla deriva autoritaria sbaglia?
«Credo siano allarmi esagerati, non è che il ministro potrà dire al pm cosa deve fare o chi deve indagare. Sento parlare di attacco alla Costituzione: chi lo fa forse dimentica che nella Carta si parla di giudici soggetti solo alla legge e di pubblici ministeri la cui autonomia verrà definita da legge ordinaria. Dunque, una differenza c'è».
Quindi, sbagliano a sinistra?
«A sinistra molti mi sembrano in preda al fanatismo e appiattiti sulle posizioni dei pm più barricaderi. Una situazione già vista ai tempi di Tangentopoli. Per questo spesso sento usare argomenti fuorvianti, sabbia negli occhi, senza entrare nel merito».
E dall'altra parte?
«Anche lì non mancano i faziosi. Hanno blindato il testo sin dall'inizio, sfuggendo al dialogo. Se sognano di aver risolto qualcosa con questa riforma, si sbagliano. Leghisti e FdI erano giustizialisti, fino a che son stati all'opposizione. Il ministro è un ex magistrato e anche lui ha cambiato idea. A chi dice che solo i cretini non cambiano mai idea risponderei: è vero, ma non basta cambiare idea per non essere cretini».
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MARTELLI FALCONE
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claudio martelli lia quartapelle
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