DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Marcello Sorgi per "la Stampa"
matteo salvini e giancarlo giorgetti 8
Diciamo la verità, questa storia dei tamponi gratuiti usata per coprire la ritirata parallela di Salvini e Landini dal "no" all'estensione del green pass mostra ogni giorno di più la corda. E non perché più avanti il governo non possa decidere di aiutare la minoranza irriducibile di lavoratori pubblici e privati contrari al vaccino.
Ma perché è sicuro che se mai deciderà di farlo, lo farà più avanti, per consentire all'obbligo della certificazione verde di produrre i suoi effetti nell'ancora larga - purtroppo - percentuale di non vaccinati, che a questo punto dovranno valutare se mettere a rischio lavoro e stipendio o decidersi ad accettare le vaccinazioni.
Che l'obiettivo del green pass sia di convincere gli indecisi, infatti, non c'è dubbio. Ma anche di superare alcune contraddizioni emerse durante la prima fase di attuazione del provvedimento, come quella, ormai risaputa, dei bar e ristoranti, in cui il certificato è richiesto si clienti ma non a esercenti e camerieri con cui vengono in contatto.
Da domani, con il nuovo decreto del governo, non sarà più così. Salvini intanto ha dato via libera alla fiducia sul primo decreto green pass in votazione al Senato, una posizione interpretata da tutti come via libera alle decisioni che il governo prenderà oggi. È sovrumano lo sforzo del segretario del Carroccio per tenere insieme un partito diviso tra l'ala nordista (i governatori) e governista (i ministri e il "leader-ombra" Giorgetti) e la minoranza no-vax guidata alla Camera da Borghi e autrice dei blitz che hanno portato la Lega a votare gli emendamenti di Fratelli d'Italia. Si dirà che alla fine se il green pass sarà imposto a tutti o quasi i lavoratori pubblici e privati, Salvini ci avrà perso la faccia.
Ma il Capitano leghista ha da tempo impostato la sua tattica sulla doppiezza: massima solidarietà a Draghi, ribadita in tutti gli incontri a due con il premier, ma libere uscite sui temi che dividono l'elettorato leghista, come appunto il green pass, ciò che offre il destro al leader del Pd Letta per coglierlo sempre in contraddizione. Ieri non a caso, mentre apriva alla fiducia in Senato, Salvini ordinava alla Camera un durissimo attacco alla ministra dell'Interno Lamorgese, chiamata a rispondere sul rave party di agosto nel Viterbese.
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