
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
Quirino Conti per Dagospia
Prima che il dado sia tratto e dunque si compia quel che deve compiersi (così come il Fato va tessendo), e senza che quindi una riflessione come questa possa apparire ingenerosa, sleale o spietata, sarà bene gettare un penultimo sguardo - come prevedono gli analisti, ma non è detto - sulla coppia Sarkozy, o meglio, Bruni-Sarkozy: per la quantità di contributi al disastro - eventuale e già forse persino non inevitabile - che la, sembrerebbe già ex, Prima Signora di Francia ha accumulato in questo suo ennesimo ciclo biografico finalmente tutto dedito, come si maligna, a sanare la sua incontenibile frenesia di preminenza.
E varrebbe la pena iniziare dal "corpo del monarca", anzi, dalle sue gambe. A paragone, quelle memorabili nostrane (in tenuta immacolata, con seguito di idioti identicamente conciati, in corsa da qualche parte), benché miserande, sarebbero poi parse, nel confronto tra i due satrapi autocrati, persino olimpiche.
Anche lui dunque, l'aristocratico ungherese, colto - si fa per dire - in un momento di estemporaneo exploit sportivo, in bermuda (ignobili; seppure gli uomini francesi siano effettivamente, in genere, i peggio vestiti al mondo), calzettoni (sventurati) e dunque, per quel che ne restava, polpacci come lacerti sbilenchi di carni informi.
Con l'espressione solita: caricata da un eccesso di fuori sesto del mento, à la Totò, e da un esterrefatto e sorpreso autocompiacimento; come a dire: vedete che po' po' di fisico?! A quel punto non potè non tornare alla memoria, simile a tuono, quel che Giuliano Ferrara con veemente dogmaticità , quasi un pugno sul tavolo, aveva ribadito nel corso di un dibattito televisivo alla vigilia delle precedenti elezioni francesi, e cioè: "Sarkozy? à anche un bell'uomo!". Certo, contro una sinistra di brutti e livorosi.
Comunque, bello o brutto (naturalmente, più brutto), non è questo il problema: quello vero e stringente riguarda piuttosto lei, e come prenderebbe un'eventuale sconfitta la tattica e, invece, sicuramente bella Bruni, che dopo quell'"innamoramento" (un colpo da niente!) così tanto da subito in odore di strategia comunicativa e di combine (via una, avanti l'altra), e persino, da qualche mese, una Delfina data alla nazione, dopo una così evidente immolazione estetica, presto potrebbe persino ritrovarsi - ma non è detto, va precisato -, chitarrina in mano, nuovamente da Fazio a falcidiare ogni nostra residua resistenza scrotale con le sue roche, memorabili cantilene.
Certo, ricordarla ricca e altera nei backstage, a tutti i costi determinata a esserci anche lei in quell'esclusivo olimpo di celebratissime top model (solo a sentirlo, ora, quel nome raccapriccia), ricordarla agli esordi del suo cursus, fa davvero stringere il cuore. Troppo "tutto", eppure, praticamente senza sguardo - tanto i suoi occhi pungenti erano e sono minuti -, per taluni un disastro in pedana: ma lei non cedeva.
Quindi, le sue complesse e mitologiche storie d'amore e finanche familiari, queste sì da feuilleton o da romanzo decadentista. Per arrivare al soglio di questa specie di Carlo X, di questo curioso monarca sproporzionato in tutto. Lei, che solo per una serata da qualche parte a bere qualcosa, prima di scegliersi l'accompagnatore quasi indiceva un casting. Commisurando potere e avvenenza su modelli aurei.
Lei, dunque, ritrovarsi così, tra le braccia di un fascistello di tal fatta, lei che aveva persino cavalcato la sinistra. Cinguettando con filosofi dal corpo magnifico e dal pensiero audace: tra castelli, collezioni d'arte, musica d'avanguardia e cinema d'autore. Comunque celebri, miliardari, belli e da Bateau ivre.
Che ne sarà dunque, eventualmente, di lei? Tra l'altro, delle sue generose scarpine senza tacco, per non sopravanzarlo, il monarca berlusconesque; di quei mesti soprabitini, e di quelle tocque così tanto Jacqueline. E dei suoi sguardi, piccoli e aguzzi è vero, ma voraci, fulminei e rapinosi - prima di farsi abilmente timidi e sottomessi -, se il tema era, ad esempio, il letto e riletto Les Fleurs du Mal. E delle molte Légion d'honneur, da lei rese festose e confidenziali, praticamente una cosa tra amici. E di tutti quegli eversori portati come decoro e "pour faire beau le paysage" all'Eliseo? Mah!
Speriamo davvero che le conservino il posto. Nel caso contrario, chi se la sente di riaffrontare i mugugni orgasmatici di Fazio mentre lei riattacca lamentosa con la solita lagna? Né basterebbe per evitarseli, quei sospiri di compiacimento, non essere sintonizzati. Perché ormai quegli spasimi sono nell'aria: e basta un colpo di vento per ritrovarseli in casa passati come spifferi da una fessura qualunque.
Ma per tornare a lei, l'inesausta Diana di Poitiers, e al suo inconfondibile stile Chenonceau, quali sorprese ci potrebbero attendere ancora se, il Cielo ne scampi, dovesse lasciarla davvero la s di quei mesti soprabitini una reggia! "Après lui seulement Dieu"?
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA…
DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE…
DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL…
FLASH – BRUNO VESPA, LA “SPALLA” DEL GOVERNO MELONI: IL GIORNALISTA IN RAI E' PERFETTO PER DARE…
DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL…