DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY…
Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco e Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”
https://www.repubblica.it/politica/2024/12/27/news/rimpasto_governo_lega_armi_kiev_caso-423907706/
Per la prima volta un esponente della maggioranza pronuncia la parola che fa fischiare le orecchie a Giorgia Meloni: «Rimpasto». Lo fa il giorno di Santo Stefano un leghista vicinissimo a Matteo Salvini, il senatore Claudio Borghi, via social, discutendo del ritorno, sconfessato dalla premier, del segretario del Carroccio al Viminale, dopo l’assoluzione al processo Open arms: «Sono sempre stato favorevole ai rimpasti cinguetta Borghi su X - Aiutano a migliorare la squadra e ai cittadini la cosa piace, un po’ come le sostituzioni del calcio».
Segue stoccata alla leader di FdI, arci-contraria all’idea di un bis: «Purtroppo i governanti odiano cambiare i ministri, forse pensano sia un po’ come ammettere gli errori». Per quanto Borghi non abbia incarichi di vertice nella Lega, a via della Scrofa la sortita non piace.
migranti in albania - vignetta by vukic
Tra i parlamentari della fiamma alcuni sospettano che la dichiarazione possa essere stata benedetta dall’alto, per tenere a galla la suggestione di un remake del “capitano-sceriffo”. E così intervengono i big di Camera e Senato, per frenare ogni ambizione del vicepremier. «Salvini al Viminale? Una legittima aspirazione - risponde a Repubblica Lucio Malan, capogruppo di FdI a Palazzo Madama - ma ha già un ministero di peso ». Quanto all’affermazione del capo leghista, che senza più il processo siano «caduti gli alibi» per non farlo riaccomodare agli Interni, il presidente dei senatori meloniani replica così: «Non sono cambiate le cose rispetto a due anni fa. Se il processo fosse stato un problema, Salvini non sarebbe ministro. Borghi? Persona rispettabilissima, ma è un’opinione personale. Non c’è alcun interesse a fare un rimpasto».
MEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI
Un’altra questione agita il post-cenone della maggioranza. Le armi italiane all’Ucraina. Gli invii sono stati confermati dal Cdm lunedì, per tutto il 2025. Ma sempre la Lega, in sede di conversione del decreto in Parlamento, pensa a un ordine del giorno per mettere nero su bianco: questa fornitura sia l’ultima
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