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Guido Ruotolo per "la Stampa"
Fondi neri dall'Uruguay al Kazakistan. Il commercialista sui fondi neri dei due indagati: «Servivano a Lavitola, per trasferire capitali in Brasile, Uruguay e Panama, al De Gregorio, invece, in Kurdistan, Kazakistan ed Emirati Arabi Uniti dove aveva una sua conoscenza diretta con Al Kassimi»
Valter Lavitola sarà sentito oggi pomeriggio dal gip di Napoli per l'interrogatorio di garanzia. Il suo avvocato, Gaetano Balice, fa sapere però che l'ex editore dell'Avanti! vuole chiarire la sua posizione ai pm. E prima del gip, il faccendiere amico di Silvio Berlusconi sarà sentito dai magistrati di Bari dove è indagato per avere, con i soldi del Cavaliere, garantito il «silenzio» di Gianpi Tarantini (per non mettere in difficoltà lo stesso Berlusconi nell'inchiesta sulle escort).
Ma intanto, a Napoli, sia accusa che difesa affilano le armi per il Riesame. Colpisce, nella lettura delle carte napoletane, la capacità di Valter Lavitola di anticipare le mosse. Come se sapesse prima. Come se qualcuno lo informasse.
Lavitola parla al telefono con Annarita Vassalli, una manager. Si lamenta dell'atteggiamento nei suoi confronti dell'ex sottosegretario Gianni Letta: «Ha fatto un passo falso micidiale, ha messo nei guai Berlusconi impropriamente, che se ti pubblica su "Panorama" una cosa del genere vuol dire che io e Berlusconi lo sapevamo da tre quattro giorni prima. Tant'è che non è un caso se io non ci stavo quando è uscita sta cosa». Insomma, alla vigilia della prima ordinanza di custodia cautelare di Napoli, l'estate scorsa, Lavitola si dà latitante all'estero, in Bulgaria.
IL MERCATO DELLA POLITICA
Racconta il commercialista del senatore Sergio De Gregorio, Andrea Vetromile: «Fu Lavitola che accreditò il De Gregorio presso Berlusconi. De Gregorio, com'è noto, si candidò con Di Pietro in quanto questo partito gli aveva garantito una candidatura come capolista al Senato. Anche in questo caso ottenne un grosso successo perché fatto è che al Senato, nel suo collegio, la lista di Di Pietro ottenne un grosso risultato e mi sembra circa ottantamila voti.
Come ho già spiegato il De Gregorio, una volta eletto, passò nelle fila del centro destra. Ebbene fu proprio il Lavitola che, forte dei suoi rapporti personali con Berlusconi, concretizzò questo accordo ...omissis... voglio precisare anche che l'accordo del passaggio del De Gregorio al centrodestra venne così lautamente remunerato ...omissis... Anche il Lavitola come il De Gregorio doveva "traghettare", in virtù dell'accordo con Berlusconi, quanti più parlamentari e senatori possibili».
La riconversione politica di De Gregorio potrebbe avere avuto un prezzo, sospettano gli inquirenti napoletani. Scrive il gip: «Dagli accertamenti svolti dal consulente tecnico del Pm è emerso che somme trasferite all'estero sono pervenute, senza una chiara causale, alla stessa società "International Press", da parte del partito politico Forza Italia e da parte della Sorem, la società che gestisce la flotta dei Canadair impegnati nell'antincendio.
Per quanto riguarda le prime, è stato sentito il coordinatore del partito Sandro Bondi in relazione al contratto dallo stesso sottoscritto. Si tratta di somme oggettivamente di elevatissimo ammontare rispetto alle finalità "informative" asseritamente perseguite dal soggetto committente, tenuto anche conto della scarsissima diffusione del giornale L'Avanti!». Da maggio del 2007 al marzo dell'anno seguente, sono stati versati circa un milione di euro al movimento del senatore transfuga.
Racconta il commercialista Andrea Vetromile: «Mi risulta che il De Gregorio aveva rapporti con esponenti di vertice della Gdf, dei Cc e della Polizia di Stato. Mi risulta che avesse rapporti molto stretti con il generale Pollari per averli visti alcune volte insieme al Senato e con il generale dei Cc De Donno (con il quale poi questi rapporti si ruppero). Questa ultima circostanza mi risulta perché il De Gregorio mandò via dalla sera alla mattina una ragazza che lavorava per lui, Eleonora De Simone, in precedenza segnalata dal De Donno. Mi risulta che adesso lavori alla G Risk di via Tagliamento».
TALPE IN DIVISA E SERVIZI SEGRETI
Le relazioni border-line del senatore di «Italiani nel Mondo» con gli apparati di intelligence è sempre stata cosa nota. Il suo commercialista, però, racconta episodi sui quali la Procura di Napoli intende vederci chiaro: «Giuseppe Ioppolo era il portaborse di De Gregorio. Curava in particolare i rapporti tra il senatore e i vertici delle forze armate e dell'ordine, nonché appartenenti ai servizi segreti. Come Lorenzo Villasanta, che ho conosciuto personalmente, e che ho visto almeno una decina di volte insieme a De Gregorio e Ioppolo (Vetromile fa vedere ai pm la rubrica telefonica del suo cellulare dove compare il nome di Villasanta, ndr).
Egli era persona di De Gregorio utilizzato in varie vicende. Ricordo che forniva delle sim dati di cellulari con le quali si poteva parlare in modo riservato tra De Gregorio e i suoi più stretti collaboratori. De Gregorio pagava lo stipendio per i servigi che gli rendeva pari a 5000 euro al mese, così come ho appreso sia dal De Gregorio che dal Villasanta. Egli doveva fornire notizie riservate al De Gregorio che egli sfruttava per le relazioni che aveva in quanto ufficiale dei Servizi Segreti».
I CAPITALI TRASFERITI ALL'ESTERO
Sempre il commercialista Vetromile, a proposito dei fondi neri all'estero nelle disponibilità dei due: «Quando il pagamento delle suddette fatture gonfiate o false era necessario, questo veniva effettuato, come già ho detto, tramite bonifico o assegni, per la costituzione di fondi neri, che servivano a Lavitola per trasferire capitali in Brasile, Uruguay e Panama, al De Gregorio, invece, attraverso i suoi contatti con il mondo arabo, trasferiva i capitali in Kurdistan, Kazakistan, Panama ed Emirati Arabi Uniti, dove aveva una sua conoscenza diretta con Al Kassimi».
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