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COMUNQUE VADA MACRON SARÀ IN UN BEL MERDON – STASERA IL PARLAMENTO FRANCESE DOVRÀ VOTARE DUE MOZIONI DI CENSURA CONTRO LA RIFORMA DELLE PENSIONI VOLUTA DAL “TOYBOY DELL’ELISEO” - SE QUESTE PASSERANNO IL GOVERNO CADRÀ E MACRON AVRÀ SOLO DUE POSSIBILITÀ: SCIOGLIERE L’ASSEMBLEA E INDIRE NUOVE ELEZIONI O FORMARE UN NUOVO GOVERNO CAMBIANDO L’ATTUALE PRIMO MINISTRO BORNE – SE LE MOZIONI DI CENSURA NON PASSERANNO LA RIFORMA SARÀ LEGGE E PARIGI VERRÀ MESSA A FERRO E FUOCO DAI MANIFESTANTI…
Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per www.corriere.it
proteste a parigi contro la riforma delle pensioni di macron 4
Giornata decisiva oggi in Francia per la riforma delle pensioni, per il governo di Elisabeth Borne e anche per il secondo mandato di Emmanuel Macron, che resterà comunque all’Eliseo fino al 2027 ma che – in caso di sconfitta – sarebbe estremamente indebolito.
Con il contestato ricorso all’articolo 49.3 della Costituzione, giovedì scorso, il governo ha evitato il voto dell’Assemblea nazionale sulla riforma delle pensioni ma si è esposto a due mozioni di censura, che verranno votate nel pomeriggio di oggi lunedì 20 marzo.
francia proteste contro riforma pensioni di macron
Gli scenari sono due.
1. Se la mozione di censura raggiunge la maggioranza dei voti dei deputati, la riforma delle pensioni è bocciata e il governo cade. A quel punto il presidente Macron avrà due possibilità: o scioglie l’Assemblea e va a elezioni politiche anticipate (come ha minacciato di fare già mesi fa, per fare capire ai deputati avversari che rischiano il posto) o conserva l’Assemblea così com’è, senza una maggioranza assoluta a suo favore, e forma un nuovo governo, quasi certamente con un nuovo primo ministro al posto dell’attuale Elisabeth Borne.
2. Se invece la mozione di censura non arriva alla maggioranza all’Assemblea nazionale, la riforma delle pensioni diventa legge. Ma tutto lascia pensare che il movimento di protesta non si estinguerà, anzi. Una grande giornata di mobilitazione con scioperi e cortei è già prevista per giovedì 23 marzo, oltre a disagi e blocchi (per esempio quello delle raffinerie, con una penuria di carburante che si fa già sentire) previsti per tutta la settimana e oltre.
Inoltre, il leader sindacale riformista Laurent Berger, della CFDT, chiede solennemente a Macron di non promulgare la legge, congelando di fatto la riforma come fecero nel 2006 il presidente Jacques Chirac e il suo premier Dominique de Villepin con il CPE (contratto di primo impiego). […]
[…] Alle 18, se i tempi previsti vengono rispettati, dovrebbero cominciare le votazioni. Per prima dovrebbe essere votata la mozione del gruppo Liot, quella che ha maggiori possibilità di arrivare alla maggioranza.
proteste contro la riforma delle pensioni in francia 7
Intorno alle 18 e 30 il risultato dovrebbe essere annunciato da Yaël Braun-Pivet, presidente dell’Assemblea. Se la prima mozione non passa, si ripeterà la procedura con la seconda, quella del Rassemblement national, che però potrebbe raccogliere gli 88 voti dei suoi deputati, e pochi altri. […]
emmanuel macron e Elisabeth Borne
emmanuel macron e Elisabeth Borne
proteste contro la riforma delle pensioni in francia 2
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