LE CONDIZIONI DI MANDELA SONO CRITICHE: IL SUDAFRICA STA PER STACCARE LA SPINA

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Marina Verna per "la Stampa"

La notizia arriva direttamente dal presidente Zuma: «Le condizioni di Nelson Mandela nelle ultime 24 ore si sono aggravate e sono diventate critiche. Ma sappiamo che è in buone mani». Ricoverato da 16 giorni in un ospedale di Pretoria per la recrudescenza di una grave infezione polmonare, il vecchio Madiba, che ha 94 anni, è tenuto in vita dal respiratore artificiale.

Ieri sera all'interno dell'ospedale si è tenuta una riunione tra l'équipe medica che lo segue, la moglie Graça Machel e il presidente del Sudafrica, per decidere se staccare o meno la spina e «lasciarlo andare». Al momento l'hanno sedato e, per la decisione finale, aspettano di vedere come passerà la notte. Una nota della presidenza fa appello «alla nazione e al mondo perché preghino per lui».

Intanto però la Fondazione Mandela ha continuato i preparativi per festeggiare i suoi 95 anni, che cadono il 18 luglio. E si è parlato anche di un possibile incontro con il presidente Obama, che a fine mese sarà in Sudafrica.

Nell'altalena di speranza e rassegnazione negli ultimi giorni sono entrate le polemiche per un ritardo nei soccorsi la notte del 9 giugno quando Mandela, in preda a una nuova crisi respiratoria, veniva portato in ospedale: l'ambulanza ha avuto un guasto al motore e sarebbe rimasta ferma per 40 minuti sul ciglio della strada in attesa dei soccorsi.

In quel tempo Mandela avrebbe avuto un arresto cardiaco, compromettendo ancor più le sue condizioni. Secondo la tv americana Cbs sarebbe arrivato a Mediclinic Heart Hospital in stato incosciente e sarebbe stato sottoposto a un doppio intervento: uno per tamponare un'ulcera sanguinante, un altro per migliorare la respirazione.

Ieri la presidenza del Paese ha negato che il contrattempo abbia peggiorato le condizioni di Mandela, che erano già critiche. Circolano poi anche molti dubbi sul miglioramento di cui si è parlato per giorni, quando la famiglia faceva sapere che «Madiba si sta riprendendo e sembra stia bene» e Zuma diceva: «Mandela continua a migliorare».

Anche l'ex presidente sudafricano Mbeki dava la sua parte di notizie: «Bisogna aver fiducia che non morirà, resterà con noi. Ho continui contatti con la famiglia e i medici, dobbiamo credere a quello che ha detto il governo, la sua salute sta migliorando».

In realtà l'ex presidente continuava a restare in ospedale, da dove la famiglia non si allontanava mai. Nessuno parlava di riportarlo a casa, e non c'erano dettagli sulle sue condizioni. Adesso è arrivato il momento cruciale, la decisione se sospendere l'aiuto delle macchine.

È dal 2010 che Mandela non appare in pubblico, dai giorni della Coppa del Mondo. Ma l'ultima immagine non è quella, ancora in relativa buona salute. È del 29 aprile di quest'anno, in un video della tv sudafricana: Madiba è seduto su una poltrona, lo sguardo assente, sul volto i segni della maschera dell'ossigeno. Irriconoscibile. Al suo fianco c'è Zuma, intorno a lui una famiglia divisa per l'eredità politica e materiale.

Nessuno saprà mai quanto lui ne fosse consapevole. La gente che gli vuole bene spera che non si sia reso conto della lotta fratricida. Sarebbe stata una nuova sofferenza, che non aveva più la forza fisica né mentale di contrastare.

 

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