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Emiliano Fittipaldi per "L'Espresso" in edicola domani
Barattare un tesoro di case e palazzi da 50 milioni di euro con la metà delle quote di un fondo immobiliare sull'orlo del fallimento. Uno scambio che non farebbe nessuno, ma in Italia, si sa, nulla è impossibile. Così un anno fa la Consap, la concessionaria di servizi assicurativi pubblici il cui amministratore delegato è Mauro Masi, dopo una gara pubblica ha deciso di girare appartamenti e uffici di pregio a un fondo (si chiama Sansovino) gestito dalla Sgr Serenissima. Una società veronese (il vicepresidente è Andrea Gemma, intimo amico del ministro degli Interni Alfano, che lo ha voluto nel cda dell'Eni) controllata dalla Centrale Finanziaria presieduta da Giancarlo Elia Valori.
Il bando di gara per trovare un fondo immobiliare capace di effettuare «una profittevole dismissione» degli immobili Consap viene pubblicato del febbraio 2014, e viene chiusa due mesi dopo. Leggendo l'avviso dell'aggiudicazione provvisoria, si scopre che alla gara europea ha partecipato, però, solo un concorrente: la Serenissima appunto.
Quello che le carte pubblicate dalla Consap non dicono, però, è che il fondo Sansovino già allora era sull'orlo del crac. "L'Espresso" ha potuto leggere i bilanci riservati degli ultimi anni: a causa della crisi il fondo è talmente malmesso che secondo i revisori di Pkf «la sua continuità operativa risulta subordinata al mantenimento del sostegno finanziario garantito dagli istituti di credito», su tutti Unicredit. I debiti con le banche nel 2013 superavano in effetti i 103 milioni di euro, una soglia superiore al massimo dell'indebitamento consentivo dalla Banca d'Italia.
Nonostante i conti in disordine Masi e i dirigenti della Consap decidono di andare avanti. In cambio degli immobili pubblici (i più prestigiosi sono nel centro di Torino, Varese, Genova, Pordenone, Bari e decine di altre località) la Consap, controllata al 100 per cento dal ministero dell'Economia, ottiene il 48 per cento di Sansovino. Un fondo, tra l'altro, che in quattro anni era riuscito a vendere solo due appartamenti, una sede Cral a Vicenza e un terreno a Desenzano.
Il business, se ha permesso a Gemma e compagni di migliorare nel 2014 il rapporto di indebitamento e inserire un nuovo sottoscrittore importante che pagherà le commissioni alla Serenissima che gestisce il fondo, per lo Stato non sembra dei migliori. Anzi. Entrata la Consap per Sansovino le cose sembrano peggiorate: a marzo 2015 i revisori hanno valutato il bilancio 2014, così disastroso e pieno d'incertezze (l'indebitamento bancario è aumentato a 107 milioni) che i tecnici si sono rifiutati di esprimere un giudizio finale sul rendiconto. Case nostre, affari loro.
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