giuseppe conte luigi di maio matteo salvini

CONTE FA I CONTI CON LA REALTÀ – IL PREMIER SI ALLINEA A TRIA: “MI APPLICO AL 'CIGNO BIANCO', IL MIO COMPITO È AGIRE IN MODO RESPONSABILE. MANTERREMO GLI IMPEGNI CON L’EUROPA” – AL DI LÀ DEL GIOCO DELLE PARTI, IL GOVERNO HA GIÀ DECISO COSA FARE CON LA MANOVRA: LA CORDA SI TIRA MA NON SI ROMPE...

Fabio Martini per “la Stampa”

SALVINI DI MAIO CONTE

 

L' uomo è fatto così, non si sgualcisce quasi mai e infatti i preannunci di un autunno caldo non sembrano scuotere il presidente del Consiglio che, confidandosi, chiosa così l' orizzonte: «Io mi applico al Cigno Bianco, il mio compito è agire in modo responsabile per prevenire con la stabilità dei conti tempeste finanziarie, che peraltro non ci saranno: il Documento di economia e finanza conterrà degli impegni a mantenere gli impegni di bilancio già assunti per il prossimo anno, proseguendo nel percorso di riduzione del debito».

 

MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA

Parole impegnative che lasciano capire come il percorso verso la Legge di Bilancio in realtà sia già tracciato: al di là del necessario gioco delle parti tra Lega e Cinque Stelle e al di là della voce stentorea con l' Europa, in realtà i quattro artefici dell' indirizzo di governo - Conte, Salvini, Di Maio, Tria - nella sostanza hanno già deciso i grandi numeri della Finanziaria, ma anche l' atteggiamento con l' Europa: tirare la corda, senza romperla.

 

Certo, riservandosi successivamente di poter attribuire proprio a Bruxelles la responsabilità per la mancata realizzazione di riforme "piene". E proprio quella sarà la piattaforma elettorale dei due partiti di governo in vista delle elezioni Europee del maggio 2019.

conte e tria

 

Nella prossima settimana il presidente del Consiglio, così impalpabile rispetto ai suoi vulcanici "vice", dietro le quinte assumerà i panni del regista, per confezionare una legge di Bilancio complicata, perché chiamata a tenere assieme almeno quattro imperativi categorici: avviare l' attuazione delle riforme promesse in campagna elettorale; intavolare una trattativa serrata con Bruxelles sugli "sconti"; evitare atteggiamenti che possano surriscaldare i mercati, l' unica vera incognita del prossimo autunno.

LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE

 

Il gioco delle parti

Certo, nel governo esistono priorità diverse, ma per il momento non ancora divergenti. E per ora regge il gioco delle parti: Matteo Salvini e Luigi Di Maio fanno la voce grossa con l' Europa, il presidente del Consiglio media nelle segrete stanze e il ministro dell' Economia Giovanni Tria rassicura l' Europa.

 

Di lui Conte dice: «E' il Cerbero che deve far di conto. È il suo mestiere». Ma i grandi numeri sono quasi tutti già decisi, anche perché si tratta di cifre che dovranno essere messe nero su bianco sulla Nota di aggiornamento al Def, da presentare entro il 27 settembre.

DI MAIO CONTE GIORGETTI

 

Quasi tutta l' impalcatura della successiva Legge di Bilancio (ma anche le aspettative dei mercati) ruota attorno alla stima sul rapporto deficit-Pil, di fatto la pietra angolare di ogni Finanziaria. L' impegno del (precedente) governo depositato a Bruxelles per il 2019, è fissato allo 0,9%, il ministro dell' Economia Tria punterebbe a strappare da Bruxelles l' 1,5%, anche se la quota finale sarà decisa nella trattativa di governo: potrebbe alzarsi ma di poco.

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini

 

E dunque su questo piano Tria e Conte hanno già ottenuto dai "dioscuri" Salvini e Di Maio la prima assicurazione: quota 3 per cento non sarà né sfondata ma nemmeno sfiorata. La trattativa per lo sconto-flessibilità si concentrerà nel cosiddetto braccio preventivo del Patto di Stabilità, quello che consente spese "extra" per investimenti, migranti, calamità. In altre parole si resta ligi sui parametri e si prova a "sfondare" sulla flessibilità, elastica per definizione.

GIUSEPPE CONTE VERSIONE POLLO - VIGNETTA BENNY

 

Le rassicurazioni

Ma il presidente del Consiglio in queste ore assicura che nella legge di Bilancio ci saranno le risorse perché «siano attuate le riforme strutturali già annunciate». Attuate in realtà significa avviate: dunque si troveranno i fondi per avviare i Centri per l' impiego, propedeutici al futuro Reddito di cittadinanza, ma ci saranno anche 2-3 miliardi per le prime misure di Flat tax.

 

Misure limitate alle imprese, ma nulla che riguarderà le famiglie. E d' altra parte è proprio il vulcanico Matteo Salvini a farlo capire. In un tweet che esalta la riforma fiscale di Trump, che sta consentendo agli Stati Uniti di incrementare la crescita già intrapresa durante la presidenza Obama, il vicepresidente del Consiglio aggiunge: «Passo dopo passo, con la tassa unica anche in Italia, faremo ripartire la produzione, il lavoro, i consumi, il Paese», Una frase nella quale la "notizia" per una volta è nascosta in un' espressione gradualista: piano piano.