DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Luisella Costamagna per il “Fatto Quotidiano”
Cara Alessandra Ladylike Moretti, dopo la batosta alle regionali, che i politologi certificano come “la peggiore performance del centrosinistra nell’era repubblicana”, manco ci ha dato il tempo di chiedere “Dov’è sparita?”(chi con stupore, chi con sollievo), che è tornata ad appalesarsi.
Nel modo sbagliato (in questo ricorda il ministro Alfano). Apparentemente attribuendosi la colpa della sconfitta, in realtà l’ha scaricata su Renzi e sulle riforme alla vigilia del voto (in primis la #cattivascuola che ha allontanato insegnanti e sindacati), sulla Camusso (“venuta in Veneto a dire di votare scheda bianca, mai successo prima”), e sui suoi strateghi della comunicazione (gli stessi di Renzi), che non l’hanno fatta andare in tv, le hanno imposto un look castigato “da ferroviere” e le hanno fatto rinnegare il credo Ladylike impedendole di essere se stessa.
Della serie: “Mi assumo la responsabilità, ma è colpa loro”. E ha chiuso la sua invettiva con una minaccia: “Torna la vera Moretti”. Paura. Proviamo a fissare qualche punto fermo? Mi sembra necessario per chi la prima volta si candidò a Vicenza coi Ds, poi nel 2007 #cambiòverso e si presentò con una lista a sostegno dell’ex coordinatore regionale di FI in Veneto; è stata portavoce di Bersani e dava del “maschilista misogino” a Renzi, ma poi è diventata renziana, passando per Cuperlo; ha sottoscritto l’appello contro presunti attacchi sessisti alle politiche perché “Non è tollerabile che l’interesse per le caratteristiche fisiche di una donna continui a essere prevalente rispetto a quello per le sue competenze”, poi però ha rivendicato l’avvenenza in politica con l’imperitura intervista su Ladylike, che un attimo dopo ha rinnegato (“Non mi ci riconosco”) anche se era lei stessa a parlare, ma ora ci si riconosce di nuovo (“Un messaggio che rivendico”).
Temo – non me ne voglia – che il suo, più che d’incoerenza, sia un grave caso di personalità politica multipla. Che necessita, appunto, di punti fermi:
1) la sfida in Veneto era difficilissima, ma lei era favorita dalla spaccatura tra Zaia e Tosi;
2) dopo Ladylike ha inanellato gaffe in campagna elettorale: i pensionati che potrebbero “arrontondare” ospitando profughi, la sottoscrizione dei documenti contrapposti delle associazioni Lgbt e per la famiglia naturale, la telefonata (smentita) con la Lorenzin sulla sanità veneta “allarmant e”, la mancata trasparenza sui suoi finanziatori, con la fondazione di cui le chiesi conto (senza ottenere risposta);
3) per l’intervista a Corriere.tv non evochi misoginia e maschilismo: anche per le donne è stato inaccettabile sentir dire da una parlamentare che va dall’estetista tutte le settimane, mentre molte di loro manco riescono a comprare il latte. Ha sbagliato, punto.
MORETTI COSTAMAGNAALESSANDRA MORETTI
Infine, 4) ha detto: “Se le nostre riforme non sono state capite, c’è un problema che riguarda il modo di comunicare”. Non crede che lavoratori, insegnanti, giovani, famiglie abbiano capito fin troppo bene Jobs Act e #cattivascuola, e per questo l’abbiano bocciata? Non crede che più della tv, dell’abbigliamento, del modo di comunicare, contino i contenuti che si comunicano? Sempre che ci siano, naturalmente. Lo dica anche a Renzi. Un cordiale saluto.
matteo renzi e alessandra moretti all incontro con i grilliniALESSANDRA MORETTIMORETTI
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