DALLA MILANO DA BERE ALLA MILANO DA MANGIARE: PRADA SI PAPPA IL PANETTONE “COVA” - E LA STORICA ENOTECA “PARINI” DI VIA BORGOSPESSO FA GOLA AI “PANINARI” BERGAMASCHI - LE “SCIURE” CHIC DEL BON TON PREPARANO I FAZZOLETTI: DOPO CINQUANT’ANNI LA “MILANO LIBRI”, TANTO CARA AI FANS DI ‘’LINUS’’ E A UMBERTO ECO, STA PER PASSARE SOTTO IL CONTROLLO MONDADORI DELL’ODIATO CAINANO

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"Ho sempre subito il fascino sottile
di certe tradizionali botteghe (...),
che talora, con diapositive scattanti
all'improvviso nella memoria, sembrano
rivivere intiere attraverso l'immagine
o il nome".
(Alberto Vigevani, "Milano ancora ieri")

A cura di Gluck per Dagospia

A MONTENAPO' PRADA (MIUCCIA) CI "COVA"
Ormai gli unici che non lasciano il campo sono i "turnisti" dell'elemosina, situati nei migliori angoli della via più celebrata di Milano. Puntuali con i lori cartelli di cartone e qualche cane randagio, prendono servizio indisturbati alle dieci del mattino, orario di apertura dei negozi, per lasciare all'imbrunire.

Se piove, lungo i marciapiedi del lusso compiano come funghi (decine) i venditori africani di ombrelli. Altra unica presenza "fissa" di quel che rimane dell'angolo privilegiato di Milano, via Monte Napoleone, che taglia a metà il cosiddetto "quadrilatero della moda".

Tra i signori delle boutique del lusso qualcuno continua a protestare per la situazione di degrado in cui versa la strada. E non soltanto a causa dei questuanti e dei vu' cumpra'. Da quando, però, la "sciura" Letizia Moratti è stata sfrattata da palazzo Marino per far posto al nuovo sindaco Giuliano Pisapia, anche i quotidiani milanesi hanno smesso di denunciare lo stato di abbandono in cui versa la città.

"Polveri, odori e vecchie tinte", per dirla con il poeta Delio Tessa, sono soltanto un ricordo lontano. E dopo una lunga resistenza al "fashion brands" imperante si è arreso pure Mario Faccioli, il proprietario dello storico bar-pasticceria "Cova" (fondato nel 1817). Anche se lui continua a smentire con forza di aver ceduto il marchio alla mitica Miuccia Prada per 12 milioni di euro, conservando per la figlia il 20% della ditta.

Al di là dell'orgogliosa messa a punto di paron Faccioli - a quanto risulta a Dagospia -, quel Diavolo di Miuccia vestirà anche i panettoni "Cova" in tutti gli oltre 40 punti vendita di Prada sparsi nel mondo. E il primo "angolo Cova" sarà aperto nella nuova sede (ex McDonald's) che entro l'anno sarà inaugurata nella Galleria Vittorio Emanuele.

E "AL PANINO" SI MANGIA PURE L'ENOTECA "PARINI"
A dare ascolto a certe voci (o leggende?) la "cultura dei paninari" degli anni Ottanta avrebbe origine dall'apertura in piazza Liberty del primo ber-spuntino "Al Panino". E siccome l'appetito viene mangiando, i proprietari bergamaschi della catena di ristorazione avrebbero puntato su un altro locale storico del centro: l'antica enoteca di Emilia e Angelo Parini le cui insegne sono passate da via Monte Napoleone all'adiacente via Borgospesso. Anche qui solite smentite "di rigore" dei proprietari.

LA "MILANO LIBRI" DI LINUS PASSA A MONDADORI?
La signora Annamaria Gandini, che cinquant'anni fa (appena festeggiati) n'è stata una delle ideatrice, ancora oggi ogni, e ogni giorno, arriva in bicicletta nella "sua" libreria cult di via Verdi "Milano Libri" nel cuore di Milano (all'angolo con piazza della Scala). E a chi da anni - con ricorrenza frequente le domanda, soprattutto da quando è uscito di scena suo marito Giovanni che strappò a un Umberto Eco i diritti sui Peanuts (Linus) -, se sta per "passare la mano", la soave Annamaria replica sempre con un sorriso sviante alla Monna Lisa.

Stavolta, però, a mettere gli occhi sulla "diversità" culturale della libreria più amata dagli intellettuali (Sciascia, Eco, Eric Linder, Spinazzola, Vittorini, Del Buono...) è stato un colosso editoriale della forza di Mondadori. E anche la coperta di Linus, salvo sorprese, finirà al collo dell'"odiato" Cavalier Berlusconi

 

 

 

 

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