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Dario Del Porto per la Repubblica
Era stato uno dei tormentoni politici che avevano agitato la vigilia del voto sul referendum costituzionale, adesso il monologo con il quale il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca aveva esortato 300 sindaci a mobilitarsi per il Sì diventa caso giudiziario. E costa al governatore l’iscrizione nel registro degli indagati con l’ipotesi di istigazione al voto di scambio.
La svolta è arrivata a urne chiuse, quando la Procura di Napoli, che aveva acquisito l’audio del discorso agli atti di un fascicolo aperto inizialmente per “fatti non costituenti notizie di reato”, ha avviato i primi accertamenti sulle frasi di De Luca. Durante la convention con gli amministratori locali organizzata in un albergo di Napoli il 15 novembre, il presidente della Regione aveva chiesto ai sindaci di «mandare fax con numeri realistici di voti per il Sì».
E poi: «Fate il porta a porta e non pensate ad altro», indicando il primo cittadino di Agropoli, Franco Alfieri, come un politico capace di fare «clientela organizzata, scientifica, razionale, come Cristo comanda», ed esortandolo a portare al voto il maggior numero di elettori del suo Comune in qualsiasi modo: «Vedi tu come Madonna devi fare, offri una frittura di pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come cazzo vuoi tu ma non venire qui con un voto in meno di quelli che hai promesso». De Luca ha più volte autogiustificato quelle parole come goliardiche («semmai è un reato di battuta ») anche intervenendo in consiglio regionale.
Il Movimento 5 Stelle invece aveva presentato un esposto in Procura dopo la pubblicazione dell’audio sul Fatto Quotidiano. «Il contenuto ci è sembrato così rilevante, gravissimo e agghiacciante da chiedere ai magistrati l’accertamento della verità. Abbiamo fiducia e lasciamo che la magistratura con serenità faccia il suo rigoroso lavoro d’approfondimento», ha detto la capogruppo grillina in Regione Valeria Ciarambino.
Ieri sera, il presidente della Regione ha scritto su Facebook, senza però fare riferimento all’indagine: «Il livello di imbarbarimento a cui siamo arrivati nel nostro Paese lascia ormai senza parole. Come sempre, tranquilli tutti. Nessuno si distragga. Al lavoro». In mattinata, durante l’inaugurazione di tre servizi del nuovo Ospedale del Mare, si era limitato a un riferimento indiretto, affermando: «Quando hai la coscienza tranquilla si va avanti oppure qui moriamo di avvisi di garanzia mentre i cittadini non hanno neanche i servizi essenziali».
VINCENZO DE LUCA MARIA ELENA BOSCHI
Il pm Stefania Buda, che con il procuratore aggiunto Alfonso D’Avino coordina gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, ha già sentito un primo testimone, il portavoce del governatore. Altri saranno ascoltati nei prossimi giorni. Fra questi presumibilmente anche Piero De Luca, figlio del presidente della Regione nonché coordinatore del “Comitato per il Sì Ragione pubblica”, e il sindaco Alfieri.
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