OLTRANZISTI EBREI CONTRO IL PAPA A GERUSALEMME: “NON PUÒ CELEBRARE LA MESSA NEL CENACOLO”, IL LUOGO DOVE GESÙ CONSUMÒ L’ULTIMA CENA - SI PREPARANO MANIFESTAZIONI CONTRO IL PONTEFICE E LA SUA SCORTA VIENE AUMENTATA

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Davide Frattini per il "Corriere della Sera"

Ricostruito dai crociati, affidato da Roberto d'Angiò e la regina Sancia di Napoli ai francescani, conquistato da Solimano il Magnifico che lo trasformò in moschea, venerato dagli ebrei ultraortodossi che lo considerano il luogo dove venne seppellito re Davide.

Tra le pietre contese di Gerusalemme quelle che formano l'edificio dove papa Francesco celebrerà la messa alla fine del suo viaggio sono ancora più contese. Sacre a tutte e tre le religioni monoteiste e sotto il controllo dello Stato israeliano.

Gli oltranzisti ebrei sostengono che permettere al Pontefice di svolgere il rito nella sala del Cenacolo contravvenga alle regole in vigore dai tempi del Mandato britannico: ai fedeli è garantito l'accesso, ma le cerimonie non sono quasi mai permesse. In realtà già Giovanni Paolo II nel 2000 potè pronunciare queste parole: «Celebrando questa Eucaristia nella Stanza Superiore a Gerusalemme, siamo uniti alla Chiesa di ogni tempo e di ogni luogo».

A preoccupare gli haredim (e i musulmani) sono soprattutto le trattative tra il governo israeliano e la Santa Sede. L'anno scorso sembrava che un accordo fosse stato trovato: l'affidamento del Cenacolo alla Custodia di Terra Santa e quindi alla Chiesa cattolica. Con una formula di compromesso: lo Stato di Israele ne resterebbe il proprietario, lo spazio sul Monte Sion che secondo la tradizione ospitò l'ultima Cena di Gesù verrebbe dato in gestione ai francescani e aperto al culto cristiano.

Le smentite non hanno fermato le proteste e le teorie complottiste, l'intesa segreta lascerebbe fuori e delusi gli altri. Secondo una voce, il Vaticano darebbe in cambio una Menorah, il candelabro salvato dalla distruzione del Secondo tempio di Gerusalemme. «Sono tollerante, posso capire, però condanno un attacco aggressivo a norme che funzionano dall'epoca dei britannici», dice il rabbino Yitzhak Goldstein al quotidiano Financial Times .

Il giornale israeliano Haaretz ha invece lanciato un appello alla libertà di culto: «I cristiani a Gerusalemme non sono visitatori temporanei, sono parte della città, della sua storia e del suo presente. Sarebbe giusto permettere la libertà di culto sul Monte Sion anche per loro e un accordo che dia il via libera alle preghiere nella sala del Cenacolo porterebbe grandi benefici diplomatici».

Gli ultraortodossi preparano una nuova manifestazione per giovedì, a pochi giorni dall'arrivo del Papa. La polizia israeliana e i servizi segreti interni temono che gli estremisti ebrei (quelli che lo scrittore Amos Oz ha definito «neonazisti») tentino azioni durante la visita. Gesti più violenti e spettacolari degli insulti anti-cristiani apparsi sul centro Notre Dame a Gerusalemme.

È per questo allarme che gli spostamenti di Francesco in Israele saranno molto più blindati che quelli tra i palestinesi a Betlemme. Dove lo aspettano anche una serie di manifesti-denuncia che associano opere pittoriche classiche a scene quotidiane per raccontare la vita sotto l'occupazione.

Come si chiede Allison Kaplan Sommer su Haaretz : «Riuscirà lo stile amichevole e accessibile del Papa a sopravvivere al Medio Oriente? Se la paura impedirà agli israeliani, cristiani o meno, di vedere il vero Francesco sarà una grande perdita per noi».

 

 

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