PARALISI CAPITALE! MAFIA O MENO, IN CAMPIDOGLIO È TUTTO FERMO: TRA DELIBERE ANNULLATE DAL TAR, RINVII, COMMISSIONI BLOCCATE, CONSIGLIO LATITANTE, DELIBERE NON APPROVATE, IL COMUNE DI IGNARO MARINO ORMAI È MORTO

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Giuseppe Gioffreda per “Il Messaggero”

 

campidogliocampidoglio

Il terremoto di Mafia Capitale prima. L'impasse politica della giunta con l’affondo del premier Matteo Renzi poi. In mezzo un’attività amministrativa spesso ingolfata: commissioni che si riuniscono sempre meno o sono bloccate da mesi, lavori dell'assemblea capitolina che procedono a singhiozzo.

 

E atti della giunta che restano al palo a lungo prima di diventare operativi e più volte si scontrano con gli altolà della giustizia amministrativa. Tratti che dipingono un quadro di «paralisi amministrativa», per dirla con le parole di due esponenti del mondo produttivo della Capitale, Maurizio Stirpe di Unindustria e Rosario Cerra di Confcommercio. Una paralisi le cui dimensioni sono raccontate, anche, dai numeri.

Fabrizio e Jonathon si sposano in Campidoglio  Fabrizio e Jonathon si sposano in Campidoglio

 

L’ESECUTIVO

Nei primi due anni al governo della città, la giunta Marino ha prodotto 741 delibere: il 22% in meno di quelle che erano state licenziate nello stesso periodo di attività dalla precedente amministrazione. A rallentare l’azione dell’esecutivo ci si è messo più volte anche il Tar. Dagli asili nido alla Ztl, dalle strisce blu agli Ncc, dal piano del traffico fino anche ai varchi aperti sulle spiagge: i giudici amministrativi hanno messo bocca in diverse occasioni sull’azione della giunta, costringendola a cambi di rotta. Con ripercussioni inevitabili sull’attività complessiva del Campidoglio. A partire da quella dell’assemblea capitolina.

 

la cupola di mafia capitale carminatila cupola di mafia capitale carminati

L’aula Giulio Cesare con la nuova amministrazione ha prodotto numeri da andamento lento: 199 le delibere approvate in 173 sedute. Vale a dire il 24% in meno di quelle adottate nello stesso tempo dai consiglieri della passata consiliatura. E l’esplosione della bufera di Mafia Capitale ha rallentato ulteriormente il lavoro in Aula: nei primi sei mesi del 2015 in consiglio è stato chiamato a riunirsi per 18 volte in seconda convocazione a causa della caduta del numero legale, ha approvato 30 delibere e 18 mozioni (contro le 104 licenziate l’anno precedente).

 

MAFIA CAPITALEMAFIA CAPITALE

È stato approvato il bilancio di previsione a marzo (cosa mai accaduta negli ultimi anni precedenti), ma l’ok al nuovo piano del traffico restituisce l’immagine dell’ingolfamento dell’aula: varato dalla giunta a fine marzo 2014, è diventato legge dopo un anno.

 

LE CONVOCAZIONI

Non stanno meglio le commissioni, il vero motore dell'attività della macchina amministrava. Da gennaio si sono riunite 700 volte: 250 sedute in meno rispetto ai primi sei mesi del 2014. Meno 27% di convocazioni rispetto alle 957 dell'anno precedente. Dei 23 organismi, alcuni sono stati "decapitati" delle ricadute giudiziare dell'inchiesta sul Mondo di Mezzo.

MAFIA CAPITALE - MONDO DI MEZZOMAFIA CAPITALE - MONDO DI MEZZO

 

È il caso della commissione Controllo, Garanzia e Trasparenza che ha perso il presidente Giovanni Quarzo a dicembre scorso e da allora non è stata più convocata. Stessa sorte per quella della Scuola: via la presidente Valeria Baglio (chiamata a guidare l'assemblea capitolina dopo le dimissioni del presidente Mirko Coratti) e poi mai più riunita nonostante la recente nomina di un nuovo presidente. Più recente lo stop dell'organismo che si occupa di Mobilità, dopo l'annunciato il passo indietro della presidente Annamaria Cesaretti, e di quello del Patrimonio dopo l'addio di Pierpaolo Pedetti per la seconda ondata di arresti per Mafia Capitale.

 

IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI IN CAMPIDOGLIO IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI IN CAMPIDOGLIO

Le altre restano in stand by in attesa della riorganizzazione di tutti gli istituti che, nelle intenzioni dell'amministrazione, dovrebbero dimezzarsi. Riorganizzazione che, dato l'incertezza dello scenario politico, stenta ad arrivare. Il risultato? All'assemblea capitolina le delibere da approvare arrivano con il contagocce. Così come gli atti di indirizzo su tutti gli ambiti che riguardano la vita della città latitano: dai rifiuti ai lavori pubblici, dalla scuola al commercio.