
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
Davide Carlucci e Sandro De Riccardis per "la Repubblica"
La parola che ricorre più spesso è «fattibilità ». Le consulenze - per un totale che supera i 5 milioni di euro - elargite da Milano Serravalle e da Gavio a Renato Sarno, considerato dalla procura il "collettore delle tangenti" di Filippo Penati abbondano di sostantivi roboanti quanto fumosi. Ma l´importante era che gli incarichi milionari partissero dal gruppo Gavio e arrivassero all´architetto, e da qui potessero alimentare - è l´ipotesi della procura - la fame di finanziamenti della politica.
Perché soldi di Gavio passano da Sarno e finiscono poi - secondo quanto trovato nel file Excel del suo computer - all´entourage di Penati. Ma perché a un certo punto l´azienda di Tortona, che controlla gran parte delle autostrade del Centro-Nord - dalla Torino-Milano alla Genova-Livorno - ha deciso di foraggiare l´ex esponente del Pd?
Per capirlo, secondo i pm che conducono le indagini, Walter Mapelli e Franca Macchia, bisogna fare un salto indietro nel tempo di sei anni, a quel 2005 in cui la Provincia acquista da Marcellino Gavio il 15 per cento delle quote della Milano-Serravalle a un prezzo che ha convinto poco i periti della procura di Milano, chiamati a dare il loro giudizio sulla congruità dell´offerta, e per niente la Corte dei Conti, che presto potrebbe chiamare gli amministratori della Provincia di quegli anni a rispondere di un danno erariale da 76 milioni.
Le azioni, acquistate da Gavio a 2,9 euro ai primi del 2004, furono poi vendute alla Provincia presieduta da Penati a 8,83 euro per azione, al di sopra di qualsiasi stima, secondo i periti della Procura. Ciò garantì al gruppo piemontese una plusvalenza di 179 milioni di euro ma lo trasformò di fatto - questa è la tesi della procura - nel "bancomat" di Penati e del suo entourage.
Ecco come. Nel 2008, racconta per esempio ai magistrati l´imprenditore Piero Di Caterina, viene concordata la finta compravendita immobiliare da 2 milioni di euro tra lui e Bruno Binasco, manager Gavio. Di Caterina spiega che quel contratto è stipulato al solo scopo di far fallire la vendita e permettergli d´incassare 2 milioni della caparra dalla società venditrice Codelfa, società ancora dei Gavio, come restituzione di parte dei soldi che l´imprenditore sestese aveva «prestato» negli anni a Penati e che incassa effettivamente nel 2010.
Poi ci sono i contributi elettorali, quelli in chiaro e quelli in nero. Tra i primi si annoverano i 25mila euro elargiti da Energia e territorio spa, società riconducibile a Gavio che si occupa di «produzione software», a Fare Metropoli, l´associazione creata, di fatto, per sostenere le campagne elettorali di Penati. Altri 110mila euro arrivano invece dall´astigiana Tubosider, società che spesso lavora in cordata con i Gavio.
Ma il grosso sarebbe passato attraverso Sarno. Nel file sequestrato, datato luglio 2009, l´architetto ha contabilizzato un milione 398mila euro, una somma che per i pm indica i finanziamenti raccolti dal professionista da destinare a Penati tra il 2008 e il 2009. Tra questi spiccano i 458mila euro sotto la voce Sina, un´altra società della galassia Gavio, che avrebbe dato al professionista un totale di 3,2 milioni di consulenze in parte, secondo i pm, per creare provviste da girare alla politica.
à lo stesso file a mettere in relazione infatti i 458mila euro con i nomi di «Claudia» e «Franco», dietro i quali si nasconderebbero due dei più stretti collaboratori di Penati: la storica segretaria Claudia Cugola (nel file sono indicati per lei 46mila euro) e l´ex portavoce e attuale direttore editoriale di Youdem, la tv del Pd, Franco Maggi (per lui, nel file, 54mila euro). Un´altra voce nel file riconduce alla politica: il sospetto dei pm è che dietro «costituzione associazione» e l´indicazione di poche migliaia di euro ci sia «Fare Metropoli». A rafforzare l´ipotesi, il fatto che lo stesso Renato Sarno sia tra i finanziatori dell´associazione.
D´altronde Serravalle conferisce al professionista incarichi, per un totale di 2,6 milioni, come quelli che riguardano la costosa (32 milioni di euro) sede della società . Ma Sarno si muove, secondo la procura, come fosse uno degli amministratori di fatto dell´azienda. Nel file Excel compaiono per esempio 50mila euro accanto al nome di Sergio Vittadello, legale rappresentante della Intercantieri Vittadello.
Secondo l´accusa l´imprenditore avrebbe pagato all´architetto quella cifra per risolvere a suo favore, nel 2009, un contenzioso da 630mila euro con la società autostradale. Pur non avendo, Sarno, alcun titolo a occuparsi della questione. E il suo nome spunta anche a proposito della costosissima convenzione - per gli investigatori di dubbia utilità , durata solo sei mesi, nel 2006 - tra il San Raffaele e la Serravalle per l´elisoccorso in caso di incidenti lungo l´autostrada. Un milione e 440 mila euro senza gara finiti all´ospedale. Grazie, si sospetta, ai buoni uffici dell´architetto.
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA…
DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE…
DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL…
FLASH – BRUNO VESPA, LA “SPALLA” DEL GOVERNO MELONI: IL GIORNALISTA IN RAI E' PERFETTO PER DARE…
DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL…