“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
(ANSA) - I californiani potrebbero votare per staccarsi da Washington nel 2028. Gli organizzatori di un referendum per l'indipendenza del Golden State hanno avuto il permesso ufficiale per iniziare a raccogliere le firme dalla segretaria di stato di Sacramento Shirley Weber.
Ma la Calexit - che vari gruppi vagheggiano da decenni - è tutt'altro che un'ipotesi concreta, perché la Costituzione degli Stati Uniti vieta la secessione e una sentenza della Corte Suprema del 1869 ha ribadito che nessuno stato più staccarsi se non "con una rivoluzione o l'approvazione degli altri stati".
los angeles, california, 15 milioni di abitanti
Il principale promotore della proposta, Marcus Ruiz Evans, ha tempo fino al 22 luglio per raccogliere 546.651 firme (il 5% dei voti ottenuti dal governatore nelle consultazioni del novembre 2022). Se ci riesce, nella scheda delle prossime elezioni generali del novembre 2028 i californiani troveranno anche la domanda:
"Dovrebbe la California lasciare gli Stati Uniti e diventare un paese libero e indipendente?". Perché il referendum passi ci vorranno il quorum e il 55% dei 'sì'. L'unico effetto immediato sarebbe l'ammainarsi della bandiera a stelle e strisce nei palazzi pubblici. Non ce ne sarebbero invece nei rapporti tra Washington e lo stato più popoloso e ricco (secondo il fondo monetario mondiale), annesso all'unione nel 1850. Ruiz Evans ci prova dal 2012.
Convinto oppositore di Donald Trump, ha dichiarato: "sono messicano purosangue. Il giorno in cui è andato in tv e ha detto che tutti i messicani sono stupratori, ho detto 'può andare a farsi fottere'". Nella sua pagina Calexitnow.org la prima motivazione per l'indipendenza è comunque economica: "È giunto il momento per la California di prendere il controllo del proprio destino finanziario. Contribuiamo molto di più di quanto riceviamo e questo squilibrio deve essere affrontato".
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