
FLASH! – DLIN-DLON… ANCHE LA LIAISON DI CHIARA FERRAGNI CON GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA È GIUNTA AL…
1- MICHELE BOLDRIN SFANCULA "FARE" PER FERMARE IL DECLINO, IL MOVIMENTO FONDATO DA GIANNINO
Dago-cronaca dei post di Michele Boldrin su Facebook https://www.facebook.com/mboldrin
"Mi vergogno di aver fondato un movimento e di avergli regalato le mie idee, oltre a sei mesi della mia vita, perche' poi finisse in mano a pusillanimi ed arrivisti di terzo livello come costoro.
Addio. E' ora di fare dell'altro."
Oggi Michele Boldrin, professore alla Washington University in St. Louis e co-fondatore con Giannino e Zingales di "FARE per Fermare il Declino", molla il movimento sbattendo la porta.
Prima, aveva scritto: "Io non ho inviato la lettera ad alcun social network, men che meno a Dagospia."
Il riferimento è a una lettera che Boldrin ha mandato a sostenitori di "FARE per Fermare il Declino", mai arrivata a Dagospia, ma che è poi rimbalzata sui social network, facendo incazzare tutti i membri della Direzione del partito, riunita stamattina, destinatari degli strali di Boldrin:
"La quantita' di balle che sento raccontare in Direzione da Enrico, Pasotti, Giaconia e Gerosa e' ridicola."
"Vorrei far sapere alle centinaia di persone che mi scrivono che non faccio parte, sin dall'8 Dicembre 2012, della Direzione di Fermare il Declino. Sono solo un portatore d'acqua."
Eppure dopo il risultato, l'altroieri, aveva detto:
"Ricominciamo da qui. Mai paura, ragionare per capire come far meglio la prossima volta. Che la realtà quella e', quella che noi abbiam detto."
Più un'analisi politica azzardata ma affascinante:
"Il popolo italiano ha scelto Mario Draghi come Primo Ministro. Fra qualche giorno diventerà ufficiale, stasera lasciamoli dibattere."
2- ECCO LA LETTERA DI BOLDRIN IN CUI DICE CHE LA DIREZIONE DOVREBBE DIMETTERSI
Dalla pagina Facebook di un gruppo di sostenitori di FARE-FiD - https://www.facebook.com/groups/Fid.dal.basso/
Cari Tutti,
è andata come è andata ed ora occorre trarne le conseguenze. à dalla sera del giorno 24/2 che, riflettendo con un gruppo di vecchi amici, ho preso la decisione di scrivervi questa lettera. La invio solo ora perché speravo che la parte più controversa potesse essermi risparmiata. Siccome, 24 ore di troppo dopo, le dimissioni che ora chiederò non sono ancora arrivate, non mi resta che iniziare motivandole e chiedendole per poi ragionare in positivo sul da farsi.
Di errori ne abbiamo fatti tanti da quando questo progetto ha preso il via, giusto 7 mesi fa, ed ora li abbiamo pagati tutti. Ognuno di noi ha fatto e fa errori ma sono spesso a "somma zero", non correlati, insomma rumore bianco dal quale nulla si può inferire. Li si corregge quando vengono, si impara da essi e si va avanti cercando di evitarli. In un sistema ben organizzato questi errori non costituiscono un problema e vengono, appunto, regolarmente corretti sino ad essere evitati.
Ci sono invece gli errori sistematici e ripetuti, quelli che segnalano un problema vero e fanno danni permanenti perché frutto di scelte tanto consapevoli quanto erronee. In particolare, ci sono gli errori che sono frutto di scelte individuali o di gruppo prese in modo esplicito contro opinioni e consigli altrui.
Quando si è di fronte ad errori di questo tipo e quando tali errori portano a conseguenze tanto drammatiche quanto quelle delle ultime settimane allora vi sono solo due strade possibili: o ben i responsabili degli errori hanno la capacità di farsi spontaneamente da parte oppure occorre che il collettivo per il quale lavorano chieda loro di andarsene. Occorre, in altre parole, che il principale cambi l'agente visto che l'agente, dopo aver fallito, non ha tratto le ovvie e giuste conseguenze che, in tutte le organizzazioni meritocratiche, gli agenti traggono quando falliscono: si dimettono, subito.
Purtroppo, a tutt'oggi, solo due persone hanno fatto tempestivamente e volontariamente il gesto adeguato alla circostanza: Oscar Giannino e Flavio Pasotti. Gliene voglio dare nuovamente atto e li ringrazio di cuore. Oscar e Flavio, come ho detto, si sono assunti le loro responsabilità e da giorni si sono irrevocabilmente dimessi da ogni ruolo.
Credo che altrettanto debba fare ora l'intera nostra struttura centrale, non solo perché non necessaria al processo costituente ma anche perché collettivamente ed individualmente responsabile di errori sistematici. Dovesse risultare necessario sprecherò le ore necessarie a documentarli, ma son certo che non lo sarà perché chiunque abbia attivamente lavorato in questa campagna elettorale (specialmente chi, come il sottoscritto e molti altri, vi ha lavorato incessantemente dal settembre del 2012) ne conosce a sufficienza.
Vi è stata un'eccezione positiva: i giovani volontari che, sin dal mese di agosto, hanno gestito la nostra presenza nei social networks, da You Tube a Twitter a Facebook e senza i quali, molto probabilmente, saremmo una cosa molto più piccola di quanto nonostante tutto siamo. A loro va il mio plauso e la mia gratitudine che, ne sono certo, tutti gli aderenti e militanti condividono.
Alti e bassi, successi e fallimenti si sono avuti anche a livello di coordinatori regionali ma, in questo caso, io non ho osservato nulla di sistematico in alcuna regione. In certe le cose sono andate meglio che in altre, in talune si è litigato di più ed in altre di meno, vi sono forse un paio di regioni dove la relazione fra molti comitati e coordinatori nominati dai 7 Fondatori è oggi estremamente logorata, ma non mi riesce di dire che siamo di fronte ad un fallimento sistematico.
Almeno non ne ho l'evidenza. In ogni caso, come annunciato più volte, i coordinatori regionali hanno ora esaurito il loro ruolo e credo siano tutti pronti - con l'abnegazione che li ha contraddistinti sino ad ora - ad accettare di svolgere compiti di ordinaria amministrazione da qui ai rispettivi congressi regionali, quando verranno sostituiti da coordinatori eletti dagli iscritti in modo democratico e trasparente. A loro va il mio sincero ed eterno ringraziamento.
Chiedo quindi alla Direzione Nazionale, nella misura in cui in essa risiede tale potere, di agire di conseguenza dopo aver chiesto al Tesoriere una tempestiva relazione pubblica, esaustiva e trasparente delle entrate e delle uscite. In particolare, oltre ad azzerare la struttura organizzativa centrale ringranziandone i componenti per l'opera generosamente prestata e ricevendo da essi le consegne di tutto quanto rilevante e di proprietà del movimento, vorrei chiedere che:
1) La Direzione Nazionale si assuma collettivamente ed in prima persona la gestione del giorno per giorno, rinviando ogni decisione politica di sostanza al congresso costituente. Detto altrimenti io vorrei chiedere che, compiuti gli atti qui suggeriti, la Direzione Nazionale e la sua Coordinatrice svolgano solo ordinaria amministrazione e favoriscano nel modo più neutrale possibile il processo che ci porterà al congresso costituente. Nessuna decisione politica di rilievo senza congresso, per favore.
2) Si modifichi radicalmente lo statuto per renderlo appropriato ad un processo costituente. Per fare questo abbiamo bisogno di uno statuto temporaneo, semplice e mirato solamente alla gestione trasparente e democratica del congresso costituente. Uno statuto costituente deve depositare tutto il potere nel congresso stesso dove le decisioni dovrebbero essere prese a maggioranza qualificata (2/3 o ¾) e deve indicare solo:
A) i termini e criteri per il tesseramento;
B) i criteri e metodi di elezione dei delegati;
C) gli ambiti territoriali ed organizzativi in cui tale elezione dovrà avvenire;
D) i tempi dei medesimi e del congresso costituente nazionale;
E) le regole di decisione e voto che quest'ultimo dovrà , almeno nella sua seduta iniziale, seguire (avendo, ovviamente, diritto di cambiare tali regole se la maggioranza qualificata dei delegati ad esso non le ritenesse appropriate).
3) Si comunichi a tutti i coordinatori regionali (e provinciali, dove in essere) che a loro chiediamo un ultimo sforzo di pura ed ordinaria amministrazione perché il congresso costituente regionale (o provinciale) al quale si rimetteranno, si svolga regolarmente e con successo. Dovrebbero, insomma, cooperare con la Direzione Nazionale nell'ordinaria amministrazione e nell'avvio e gestione del processo costituente.
Mi rendo conto che queste osservazioni o proposte possano essere travisate e dipinte come "divisive" o "punitive" di questo o di quello. Per nulla. Sono semplicemente l'applicazione a noi stessi del metodo meritocratico e la precondizione per la costituzione aperta e democratica di una nuova forza politica in cui si possano riconoscere totalmente coloro che vi aderiscono. Ho meditato su di esse durante gli ultimi sei mesi mentre mediavo quotidianamente, accettando ed anche subendo decisioni che non condividevo e che prevedevo avrebbero avuto gravi conseguenze.
L'ho fatto per mantenere l'unità di quanto andavamo creando ed al quale volevo contribuire. Ho persino collaborato (credo molto più generosamente di tanti altri) con tali erronee decisioni per fare in modo che, comunque, le cose andassero avanti. Ora, a bocce ferme, è assolutamente necessario fare tabula rasa, apprendere dagli errori per costruire una organizzazione nuova e migliore. La meritocrazia, la trasparenza e la coerenza ai principi che abbiamo per tanto tempo proclamato non permettono altrimenti.
Un'ultima osservazione. Mi permetto di dissentire con l'annuncio inviato ieri da Silvia Enrico, la Coordinatrice Nazionale, in cui si comunica la nostra partecipazione alle prossime elezioni locali. Non credo ve ne siano le forze e non la ritengo una priorità - anzi, credo che ci farebbe danno. Si tratta comunque di una decisione che va demandata al livello locale in cui ogni data elezione avrà luogo.
Se i comitati di un comune/provincia/regione ritengono, a grande maggioranza, che ne valga la pena, ebbene: che partecipino alle elezioni in modo trasparente, attraverso primarie e su programmi ben definiti. Ma non lo decida un "centro" che, in questo momento, non ha autorità alcuna per prendere decisioni politiche di tal rilievo. Lo stesso vale per l'assegnazione di nuovi incarichi e responsabilità che vadano oltre l'ordinaria amministrazione e l'organizzazione del congresso costituente.
L'assoluta priorità numero uno è oggi il congresso costituente. Un congresso aperto alla società civile, ai molti che non abbiamo raggiunto ancora e che sono usciti o usciranno da Italia Futura, dal M5S e dai partiti tradizionali. Penso, in particolare, a molti "renziani" delusi ma, presto, anche ai molti che ancora una volta sembrano aver creduto alle lusinghe berlusconiane o leghiste. Un congresso attento alle associazioni, alle liste civiche, a quella miriade di forze che avevamo iniziato ad attrarre grazie alla forza delle nostre idee ed alla trasparenza dei nostri comportamenti e che abbiamo poi purtroppo disperso (spero solo parzialmente e temporalmente) negli ultimi dieci giorni.
Se facciamo questo possiamo andare avanti a testa alta verso la costruzione di un partito nuovo e di popolo, coerente con i principi che dal 28 luglio scorso ci ispirano. Una forza politica capace di auto-correggersi, costi quel che costi, quando sbaglia per rialzarsi più forte di prima.
Ad un partito o movimento di questo genere ho voglia di appartenere, ad un altro no.
Grazie a tutte/i.
Michele Boldrin
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