gentiloni dombrovskis

DOMBROVSKIS, IL SIGNORINO GRANDI RI-FORME: ''LE TRANCHE DEL RECOVERY FUND SARANNO LEGATE AGLI OBIETTIVI DI RIFORMA, SE NON SARANNO CENTRATI, SI INTERROMPERRANNO'' - COTTARELLI BRINDA, ANCHE SE PURE LUI RICONOSCE CHE I SOLDI SONO VINCOLATI - ''LA VERITÀ'': ''MA COME È BUONA L'UE CI PRESTA I NOSTRI SOLDI E CI DICE COME USARLI. PER UN BENEFICIO NETTO CHE SARÀ CIRCA DI 20 MILIARDI, UNA CIFRA IRRILEVANTE A LIVELLO MACROECONOMICO''

 

1 - DOMBROVSKIS, RECOVERY PLAN GUARDA A FUTURO E RIFORME

 (ANSA) - "Il Recovery plan guarda al futuro" degli investimenti, "ma bisogna guardare anche a fare le necessarie riforme": lo ha detto il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis presentando il Recovery e resilience facility, uno degli strumenti del Recovery plan che avrà 560 miliardi a disposizione, la maggior parte in sovvenzioni e gli altri in prestiti. "Questo strumento aiuterà gli Stati a finanziare le riforme pro crescita, la coesione sociale e i problemi economici. Dobbiamo agire insieme".

 

2 - DOMBROVSKIS, RECOVERY IN TRANCHE LEGATE AD OBIETTIVI

GENTILONI DOMBROVSKIS

 (ANSA) - I fondi del Recovery plan "arriveranno agli Stati membri in tranche legate agli obiettivi di riforma", che gli stessi Stati indicheranno nel loro piano e che dovranno di volta in volta centrare: lo ha detto il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovsks, presentando il Recovery and resilience facility. Se gli Stati membri non rispettano "le priorità stabilite dall'Ue" e "non implementano gli obiettivi, perdono i soldi di una rata", ha chiarito Dombrovskis.

 

 

 

3 – UN PASSO IMPORTANTE

Carlo Cottarelli per “la Repubblica

 

Lo dobbiamo alle prossime generazioni. Viva l' Europa». Ha concluso così Ursula von der Leyen il suo discorso al Parlamento europeo in cui ha presentato le proposte della Commissione per sostenere la ripresa europea in questo difficile momento. Le aspettative non sono andate deluse, come segnalato dall' ulteriore calo del tasso di interesse sui Btp decennali, sceso al livello più basso da fine marzo. Certo non c' è ancora un accordo politico tra i Paesi dell' Unione. Ma le proposte sono certamente in linea con le intenzioni dei quattro principali Paesi (Germania, Francia, Italia e Spagna) e la possibile resistenza dei "quattro frugali" (Svezia, Olanda, Austria e Danimarca) ci conferma proprio che tali proposte sono coraggiose.

 

Insomma, l' Europa sta affrontando questa crisi in modo ben diverso da quello con cui erano state affrontate le crisi del 2008-09 e del 2011-12. La solidarietà è tangibile.

Anche se tale solidarietà riflette senza dubbio la natura della crisi - sanitaria, esogena, indipendente dalle azioni dei singoli Stati - si tratta comunque di un importante cambiamento rispetto al recente passato. Tanti aspetti della proposta andranno considerati più da vicino, ma al momento tre punti sono particolarmente importanti.

paolo gentiloni bacia ursula von der leyen

 

Primo punto. La proposta è politicamente ragionevole e credo che, dopo un po' di negoziazione, sarà accettata. Non si mette in comune il debito pubblico passato che continua a essere responsabilità dei singoli Stati. Invece, si guarda in avanti (non per niente l' iniziativa si chiama Next Generation Eu): si prenderanno a prestito soldi insieme (750 miliardi, emettendo titoli garantiti da tutti i Paesi con durata trentennale) e si deciderà insieme come spenderli. È quello che accade in aree economiche che hanno raggiunto un' unità politica e hanno un bilancio federale. Il bilancio dell' Unione Europea era solo dell' 1 per cento del Pil europeo e, seppure temporaneamente, raddoppierà. Un bel salto e forse l' inizio di un cambiamento più permanente.

 

Secondo punto. Le condizioni di erogazione sarebbero favorevoli per l' Italia, anche se alcune cose vanno puntualizzate. Due terzi dei fondi (500 miliardi) sarebbero erogati come trasferimenti a fondo perduto e il resto (250 miliardi) come prestiti a tassi agevolati.

All' Italia arriverebbero 170 miliardi, il 23 per cento del totale, quasi il doppio della nostra quota sul Pil europeo (13 per cento). Quasi la metà consisterebbe di trasferimenti a fondo perduto. I prestiti l' Italia e gli altri Paesi li dovrebbero restituire. Il resto, in linea di principio, no. Come farebbe allora l' Ue a ripagare il debito contratto?

 

carlo cottarelli foto di bacco (2)

Qui c' è un' altra novità. Il grosso delle risorse verrebbe non da trasferimenti da parte dei singoli Paesi, ma da tasse europee (incluse una digital tax e tasse ecologiche) con cui la Commissione conterebbe di raccogliere a regime 30 miliardi l' anno. Naturalmente queste sono tasse che graverebbero in parte (direttamente o indirettamente) su residenti europei, compresi quelli italiani. Ma che altra soluzione c' era? Non c' è un piano Marshall con risorse che arrivano da fuori Europa.

 

Ciò detto, per un Paese come l' Italia che riceverebbe risorse in proporzione molto superiore alla quota del suo Pil (compresa per la parte erogata a fondo perduto) ci sarebbero indubbi vantaggi. Attenzione però. Le risorse saranno erogate prevalentemente nel periodo 2021-24. Per quest' anno la Commissione propone solo una erogazione di 12 miliardi per l' intera area, disponibile, fra l' altro solo da settembre.

 

Ciò significa che, per quest' anno, dovremo continuare a contare, in termini di sostegno da istituzioni europee, sugli acquisti di titoli di Stato da parte della Bce, sul meccanismo Sure e, si spera, sul Mes sanitario, che resta così importante attivare. Terzo punto. Le risorse saranno rese disponibili ai Paesi solo dopo che questi avranno chiaramente indicato cosa intendono farne. Qui già ci stiamo sbizzarrendo con le proposte più varie, compreso quella di utilizzare le risorse per ridurre l' Irpef. Ricordiamo però che le risorse europee sono disponibili solo temporaneamente per cui occorrerebbe utilizzarle per finalità temporanee, non per misure permanenti quali un taglio della tassazione.

 

giuseppe conte angela merkel

E ricordiamo anche che gli usi devono essere conformi alle raccomandazioni della Commissione sulle riforme di cui l' Italia ha bisogno, recentemente espresse come parte del cosiddetto "semestre europeo". Ma sono raccomandazioni condivisibili: aumentare la spesa per investimenti pubblici, soprattutto quelli verdi, promuovere la digitalizzazione dell' economia, la ricerca, l' innovazione, migliorare l' efficienza e l' efficacia della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario. Non mi sembrano cattive idee e sono in linea con quello che il governo dice che intende fare.

 

In conclusione, non sarà una rivoluzione copernicana, o un momento hamiltoniano, come alcuni hanno detto con riferimento al primo segretario del Tesoro degli Stati Uniti d' America che promosse l' unificazione del debito contratto dai singoli Stati durante la guerra d' indipendenza. Ma, se le proposte della Commissione fossero almeno in buona parte accettate, sarebbe certo un importante momento nel rafforzamento dei legami tra i membri dell' Unione Europea.

 

 

4 – MA COME È BUONA L'UE CI PRESTA I NOSTRI SOLDI E CI DICE COME USARLI

Giuseppe Liturri per “la Verità”

 

Dopo un' attesa durata mesi e un rimbalzo del tema tra Eurogruppo, Consiglio europeo e Commissione, quest' ultima ha finalmente svelato la proposta che sarà rimessa alla valutazione e alla decisione del Consiglio europeo del 19 giugno prossimo.

Per comprendere meglio la vicenda, si immagini un condominio che solo a febbraio scorso aveva litigato furiosamente per pochi miliardi del bilancio pluriennale Ue (Mff), cioè uno scostamento di 20-30 miliardi su un bilancio di 1.100.

 

Gualtieri Conte

Ora immaginate che l' amministratore di condominio proponga di aumentare quel bilancio da 1.100 a 1.850 miliardi e, poiché i condomini non hanno momentaneamente risorse proprie da mettere a disposizione, decida di indebitare il condominio emettendo obbligazioni, ed eroghi poi quelle somme ai singoli condomini. Cosa potrebbe mai andare storto? Tutto.

 

1 Innanzitutto, il semplice conto della serva tra dare e avere. Lasciando da parte i 250 miliardi di prestiti, concentriamoci sui 500 miliardi di contributi, di cui 82 per l' Italia (e non i 100 propagandati ultimamente). Tale somma arriverà in 3 o 4 anni, e non prima del 1° gennaio 2021, sempre che le trattative in sede di Consiglio europeo si concludano in tempo. Si tratta di circa 27 miliardi all' anno, l' 1,5% del Pil 2019. Ma se osservassimo il beneficio netto, cioè dopo aver sottratto i rimborsi che necessariamente saranno dovuti a partire dal 2028, il saldo potrebbe essere intorno a 20 miliardi.

 

Che sia qualcosa di irrilevante dal punto di vista macroeconomico non lo affermiamo noi, ma lo lasciamo dire al professor Friedrich Heinemann del Centro di ricerca economica tedesco Zew. Il quale, proprio il 25 maggio, ha pubblicato una simulazione che è risultata poi molto vicina ai dati ufficiali pubblicati ieri dalla Commissione, e ha concluso che «l' importanza macroeconomica per tutti i principali Paesi beneficiari netti (tra cui l' Italia) è modesta». Inoltre, «tale modesto contributo netto non fa alcuna significativa differenza per la sostenibilità del debito di un Paese avviato verso un debito/Pil verso del 160%».

 

2 Tale contributo netto deve essere inoltre confrontato con quanto accadrà alla parte più importante del budget, cioè i 1.100 miliardi del bilancio ordinario 2021-2027. Infatti la destinazione di tali somme, interamente finanziate con i contributi degli Stati membri, è stata anch' essa modificata, penalizzando alcuni capitoli sensibili per l' Italia quali l' agricoltura e la pesca. Ci potremmo così ritrovare di fronte alla sorpresa di dover versare ancor più dei 37 miliardi dell' ultimo settennio, anche perché nel frattempo è uscita la Gran Bretagna, a sua volta contributore netto.

 

pignoramento conto corrente gualtieri e conte

3 Il tema del vincolo di destinazione dei contributi Ue è potenzialmente deflagrante. Infatti, la parte più rilevante dei fondi è sottoposta alla specifica condizione di assoggettamento al quadro normativo del Semestre europeo e, ancor più rilevante, deve essere di sostegno alle riforme e agli investimenti pubblici. La politica economica del nostro Paese non si potrà permettere la benché minima deviazione rispetto al ciclo di coordinamento imposto dalla Ue. E quando da Bruxelles si usa la parola riforme il significato è uno solo: flessibilità dei mercati e del lavoro, competitività e deflazione. In particolare, il pilastro più rilevante (Rrf) distribuirà sia sussidi (310 miliardi) che prestiti (250) che verosimilmente dovranno essere utilizzati congiuntamente.

 

Inoltre il ventaglio di settori coinvolti è molto ampio: dal turismo alle costruzioni, dalla sanità al digitale, ai trasporti, alla svolta ecologica, non c' è settore in cui la Ue non metterà il suo zampino. E molti di questi settori sono cari alla Germania. L' accesso a tali fondi non è poi automatico: bisognerà convincere la Commissione della bontà della destinazione delle somme e della coerenza con gli obiettivi fissati dal piano, pomposamente definito Next Generation Eu.

 

Per stare alla similitudine del condominio, occorrerà persuadere l' amministratore che il colore delle piastrelle sia coerente con le sue linee guida e, forse, rinunciare a qualche opera ritenuta più utile per l' abitazione perché non rientra tra le priorità fissate nel regolamento.

 

4 Come saranno rimborsati questi 750 miliardi? Tra il 2027 ed il 2058, con maggiori entrate proprie della Ue (la scelta preferita dalla Von der Leyen), maggiori contributi nazionali o riduzione nella spesa programmata. Non ci sono pasti gratis alla mensa di Bruxelles. Siamo pronti a nuove tasse dopo il 2027?

LAGARDE - MERKEL - VON DER LEYEN

 

5 La proposta della Commissione è solo una base di partenza per la trattativa, e il primo commento proveniente da fonti diplomatiche olandesi - «è solo l' inizio dei negoziati, non certamente la fine. Ci vorrà tempo, perché le posizioni sono distanti e l' unanimità è necessaria» - la dice lunga sul rischio che il Consiglio si trasformi in un Vietnam per la stessa presidente. Alla fine, considerando anche il saldo del bilancio Mff ordinario, il beneficio netto per l' Italia potrebbe essere ancora più modesto.

 

6 Reggerà questa costruzione alla verifica di divieto di aiuti finanziari tra Stati membri previsto dall' articolo 125 del Tfue? La pressione sulla Bce, che nella settimana scorsa, ha comprato altri 41 miliardi di titoli (di cui probabilmente 9 italiani) stava diventando insostenibile, soprattutto dopo la sentenza di Karlsruhe, e Angela Merkel aveva bisogno di qualcosa da dare in pasto all' Italia. In fondo pare aver fatto un buon affare: con una modesta spesa aggiuntiva, ci mette sotto tutela e incentiva settori decisivi per la sua economia. Cosa pretendere di più?